Dall’11 maggio sarà avviata la seconda fase della gara per la vendita dell’ex scalo ferroviario di Porta Romana a Milano in cui sarà realizzato il villaggio olimpico di Milano-Cortina 2026.
Alla fine del mese di marzo si era conclusa con successo la prima fase che ha visto la partecipazione di numerosi operatori del mercato immobiliare nazionale e internazionale. Mentre la seconda fase si concluderà con la presentazione da parte dei concorrenti di un’offerta di vendita non vincolante. Seguirà poi l’ultimo atto con la consegna delle offerte vincolanti.
Lo sviluppo dell’area di 187mila metri quadrati dell’ex scalo di Porta Romana è legato alle Olimpiadi invernali del 2026, prevede fra l’altro, la costruzione di edifici che ospiteranno gli atleti e la trasformazione di alcune zone a verde pubblico. Terminato l’evento sportivo, le residenze degli atleti saranno riconvertite in alloggi di housing sociale e per studenti universitari. L’ex Scalo di Porta Romana fa parte del più ampio progetto per la riqualificazione dei sette ex scali ferroviari dismessi avviato con la sottoscrizione dell’accordo di programma firmato nel 2017 da Comune di Milano, Regione Lombardia e Gruppo FS Italiane.
Le due prime cordate note sono Coima, che si propone a fianco di Covivio e del gruppo Prada, mentre un’altra cordata è costituita da Hines insieme a Varde e Borio Mangiarotti.
Come immaginabile la zona di Scalo Romana sta subendo l’interesse da parte di molti soggetti di primo piano nel real estate italiano, che stanno investendo non lontano dallo scalo. Uno di questi è il complesso direzionale Symbiosis di Covivio (ex Beni Stabili), mentre Hines ha acquistato l’ex Consorzio agrario per aprire uno studentato da 700 posti letto e Coima ha acquistato diversi edifici per uffici da riqualificare. Anche Blackstone ha investito in piazzale Lodi. Insomma un grande fermento che, se passa il momento difficile che stiamo vivendo, darà vivacità alla zona e soprattutto ai prezzi del residenziale.
Un render di massima per lo Scalo Romana
Gli ex scali ferroviari occupano una superficie libera di circa un milione di metri quadrati, il 65% dei quali saranno destinati ad aree verdi. Si tratta del più grande piano di rigenerazione urbana che riguarderà Milano nei prossimi 10 anni, uno dei più grandi progetti di ricucitura e riqualificazione cittadina in Italia e in Europa. Grazie a FS Sistemi Urbani, i sette ex scali ferroviari torneranno presto al centro della vita urbana: oltre a Porta Romana, negli ex scali di San Cristoforo e Farini nasceranno due parchi rispettivamente di 14 e 25 ettari, , per Rogoredo e Porta Genova si svilupperanno procedure concorsuali per la stesura dei masterplan, i progetti degli scali di Greco-Bredae di Lambrate parteciperanno alla seconda edizione del bando internazionale Reinventing Cities, infine, è in fase di gara l’aggiudicazione dei lavori per la realizzazione della nuova stazione di Tibaldi della Circle line cittadina.
Molto bene. Tanto verde, in zona serve. Sarebbe da rivedere la ristrutturazione della stazione di porta romana però. Dai progetti che ho visto il collegamento con M3 non sarà veloce. Serve un progetto più ambizioso che coinvolga anche i mezzi di superficie. Scendere dal treno e prendere M3 o 90/91 (o viceversa) deve essere facile e veloce.
Serve la M6 verso via ripamonti/quaranta per sbloccare il potenziale della zona. La 24 è assolutamente inadeguata senza una corsia preferenziale completa.
Speriamo che si continui con architettura di qualita’ e spazi pubblici e verde progettati per bene come x porta nuova e city life
Domanda per farini – l’infografica dice che il 66% va nel verde (ottimo)
il 66% di 468301 = 309.000 …. mentre voi dite 250.000.. chi erra?
Roba interessante: metropolitan planning strategy di Melbourne https://www.planmelbourne.vic.gov.au/