In zona Corvetto Gamboloita, in via Sile 8, si sta completando un grande edificio per uffici rimasto per anni in totale abbandono (2011). Il Comune, come si è visto in un precedente articolo, prenderà possesso del nuovo complesso.
L’immobile di via Sile 8 è di di circa 30.000 mq per sette piani (che sono opportunamente adattati alle richieste del Comune dal venditore) ed è in fase di riqualificazione su progetto dello Studio Fz Milano.
Il progetto prevede, oltre a completare il lavoro abbandonato: un tetto verde con pista da running; spazi relax/ricreativi per i dipendenti; classe energetica A; una corte centrale adatta ad ospitare eventi; circa 1200 postazioni e la presenza di pannelli fotovoltaici; oltre ad una distanza dalla fermata della metro Corvetto inferiore a 250 metri. Ai quattro angoli dell’edificio verranno ricavati spazi aperti a terrazza dove lavorare e socializzare.
Il cantiere, come un po’ ovunque in Italia, si è dovuto fermare per alcune settimane a causa della pandemia da Covid19.
Come già detto a suo tempo, anche il contesto sarà sicuramente riqualificato in seguito, ed aperto ai servizi del quartiere.
Per caso avete la pianta tipo del layout dei piani?
Le foto 19 e 20 sono curiose, si vedono i lunghi corridoi con le porte dei vari uffici chiusi dai muri…sembrano immagini prese direttamente dagli anni 70 e 80, quelli della “megaditta di Fantozzi” per intenderci.
Sarebbe interessante vedere come il Comune in un edificio completamente nuovo, ripensa il layout dei propri uffici in modo più contemporaneo, oppure se resta tutto come si usava 40 anni fa quando ancora esistevano …le dattilografe 🙂
Il Comune di Milano non sarà mai agile e all’avanguardia come una start up californiana, ma limitarci alla sola pista di atletica sul tetto e poi lasciare gli uffici chiusi e murati con la targa “Dott. Ing. Grand Uff.” sulla porta chiusa degli uffici non sarebbe il massimo….
a dire il vero è ancora dibattuto se siano meglio gli open space tanto in voga nelle start up..
https://www.inc.com/geoffrey-james/its-official-open-plan-offices-are-now-dumbest-management-fad-of-all-time.html
Il dibattito sull’open space completamente aperto come si faceva 20 anni fa è aperto da tempo, non da oggi.
Il punto sono i muri e le porte: gli uffici completamente chiusi alla vista dove devi bussare o chiedere alla “segretaria” – se hanno ancora gli uffici fatti così, useranno pure ancora la parola “segretaria” temo 🙂 🙂
Se vuoi gestire personale che fa orari flessibili, part time condiviso e smart working su alcuni giorni della settimana non puoi avere un layout uffici dove la gente si nasconde dietro un muro chiuso, magari con scrivanie che chiude a chiave alle 17 quando “smonta”. Non funziona.
Chiaro che non è un call centre, ma nel 2020 non può nemmeno assomigliare ad un Ufficio del Catasto del 1955. Specie se poi ha la pista da jogging sul tetto….
Ma quanto è brutto il nome Gamboloita?
Se la gioca con Meganoide.
Il nome Gamboloita non è brutto né bello: è storia vecchia di secoli, meno male che c’è almeno una via che ne ricorda il nome.
Corretto.
Però il 99.9% dei Milanesi attualmente in vita, quella zona la chiama “Corvetto”
Il vicino piazzale Ferrara, dovrebbe essere sistemato nell’ambito del progetto del comune “piazze aperte”. Sapete quando ?
Sempre in piazza Ferrara, si sa qualcosa dello scheletro che sarebbe dovuto diventare uno studentato?
Con gli oneri di urbanizzazione mettono gli alberi e la ciclabile in via Mincio? Adesso sembra la periferia di Bucarest negli anni 70….
Certo, non lo metto in dubbio. Anzi, direi pure il 100%. Il mio era solo un appunto sul nome. C’è anche da dire che la toponomastica è un po’ come una lingua, ovvero è sempre viva. Cambia con i tempi, gli usi, ecc ecc. e quindi così come certi termini non vengono più utilizzati, anche alcuni toponimi vengono sostituiti.