Piazzale Tripoli, è la porta d’accesso alla zona dell’Arzaga (antica cascina del ‘400 che purtroppo è stata distrutta per l’avanzare della città, da qui passava l’antica via che da Corso Vercelli portava per l’appunto sino alla cascina – oggi, della via, ne rimane solo una piccola parte-).
Il piazzale, Molto vasto, presenta al centro il parco dedicato a Yitzhak Rabin, politico e generale israeliano, oltre che Primo Ministro dello Stato d’Israele.
Purtroppo la piazza è solcata, secondo noi, da troppe ampie strade, alcune delle quali inutilizzate e chiuse al traffico col tempo sono state trasformate in aree parcheggio.
Il Comune ha chiuso ora al parcheggio la via che attraversa il parco verso la via Zanzur, e che veniva utilizzata come parcheggio per trasformarla in una delle “Piazze Aperte” oramai sparse per la città.
Infatti l’urbanistica tattica è approdata anche in piazzale Tripoli. Conclusi ad inizio agosto gli interventi in via Pacini (Città Studi), piazza Ferrara (Corvetto), via Toce (Isola) e Quarto Oggiaro, che hanno visto la realizzazione di nuovi marciapiedi e attraversamenti e la posa di panchine, fioriere, rastrelliere e tavoli da pic-nic, il progetto si allarga anche qui.
Sono cominciati i lavori per istallare i tavolini da ping-pong, nuove panchine e tavoli da pic-nic sotto gli alberi. Qui l’intervento verrà completato con la posa di ulteriori arredi in autunno e la verniciatura della pavimentazione con colori sgargianti, come avvenuto nelle altre piazze.
Bell’iniziativa, che speriamo venga seguita nel futuro, con interventi definitivi e magari, meno catramosi e più verdi, facendo diventare il parco Rabin un vero parco.
Riprendersi le strade, via per via, è una delle priorità della città di Milano. Bisogna togliere l’asfalto e piantare alberi a profusione. Socialità e catorci inquinanti sono strutturalmente incompatibili.
Benissimo. Propongo un po di urbanistica tattica anche in Via Monte Rosa e in Via Calatafimi. Dobiamo essere coraggiosi e cambiare in meglio la nostra città.
Che tristezza
Mi viene da piangere
Se questo è il cambiamento vien quasi da rimpiangere il passato.