Milano | Porta Nuova – Cantiere Gioia 20: si comincia

Finalmente i due parcheggi ai lati di via Melchiorre Gioia 20 (lato via Pirelli) e 21 (via Sassetti) diventano cantiere. Qui infatti sorgeranno due torri, ad uso terziario che rientrano nel vasto progetto di Porta Nuova Garibaldi Varesine che ha e sta trasformando da 15 anni, quello che era una delle più vaste aree incompiute dal dopoguerra, il Centro Direzionale.

Il progetto è dello studio Antonio Citterio – Patricia Viel and partners, e la conclusione è prevista, ad ogni modo per il primo quadrimestre del 2024.

G20 EST (98 metri d’altezza)

Il progetto prevede la realizzazione di un manufatto identificato da due volumetrie principali, che mantengono invariata la loro sagoma per tutto lo sviluppo verticale. L’ambito terziario rimane la principale destinazione d’uso del complesso architettonico, caratterizzandolo per 20 piani, con inserimento di locali per destinazioni flessibili quali spazi espositivi a a piano terra. I fronti minori di entrambi i volumi sono paralleli a Via Melchiorre Gioia, mentre il fronte principale del volume più basso si colloca parallelamente alla giacitura di via Clelia del Grillo Borromeo, andando a ridefinire naturalmente un nuovo spazio urbano protetto e concluso tra l’edificio di progetto e l’adiacente G22.

G20 OVEST (64 metri d’altezza)

Il progetto prevede la realizzazione di un manufatto che continui la stessa logica compositiva dell’edificio sito sul lotto Est: due volumetrie principali mantenenti la loro sagoma nello sviluppo verticale. La particolare conformazione del lotto determina la differenza formale dell’edificio rispetto G20 Est. L’edificio si compone di un corpo basso a continuazione della città storica a cortina di via Sassetti, e di un corpo più alto a dialogo con gli edifici alti di via Pirelli. L’ambito terziario è la principale destinazione d’uso dell’edificio per 11 piani , al piano terreno sono presenti spazi flessibili e retail.

Tutti i prospetti dell’edificio mantengono il linguaggio a reticolo e il dettaglio architettonico di G20 Est. I fronti principali prospettanti la Biblioteca degli Alberi sono lineari, mentre il fronte su via Melchiorre Gioia risulta curvato a ricercare l’allineamento di facciata dell’ edificio sito in via Paoli.

In via Sassetti l’edificio si discosta dal limite del lotto per mantene visione dell’alberatura esistente all’interno dell’isolato. La vicinanza all’ingresso della stazione della MM Gioia , spazio vitale e connettivo dei flussi pedonali presenti, colloca il progetto nelle condizioni di di ben inserirsi sia all’interno del tessuto urbano esistente sia nel sistema pubblico milanese. Inoltre la vicinanza alla Stazione Centrale, garantisce facile accessibilità ad una mobilità extraurbana di più ampio respiro. Ad integrare questa rete infrastrutturale ed incentivare sistemi di mobilità di trasporto sostenibile, all’interno dell’area di progetto in prossimità dell’ingresso, sono presenti alcuni stalli dedicati alla ricarica di biciclette elettriche, oltre all’ingresso ai servizi destinati ai ciclisti, presenti al secondo livello interrato, dove trovano posto circa 76 bici con relativi spogliatoi, spazi di supporto e accesso diretto alla main lobby dell’edificio.

La ricucitura del l’isolato data dall’edifico e la presenza di retail al piano terreno, contribuiscono alla continuità urbana dell’area. Entrambi i volumi architettonici presentano terrazze agli ultimi piani nell’intento di delineare degli spazi esterni abitabili prospettanti il parco. La progettazione paesistica dei terrazzi contribuirà a definire dei prospetti superiori percepibili dagli edifici più alti nelle vicinanze. Alle qualità architettonico – paesaggistiche del nuovo Edificio, si integrano i requisiti ambientali ed energetici posti a base della sua progettazione e che rappresentano il valore aggiunto della nuova opera sul piano della sostenibilità e sul piano prestazionale in funzione del rispetto ambientale. L’importante consistenza urbanistica da insediare, l’esigua dimensione del lotto e i vincoli presenti, sono stati certamente in primis, il limite all’interno del quale definire e misurare lo spazio della sfida e il percorso verso un’espressività compiuta e una registrazione visiva diretta del progetto.

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

34 commenti su “Milano | Porta Nuova – Cantiere Gioia 20: si comincia”

  1. Sicuramente bisognerà abbattere quel ponte che fa parte di Pirelli 39 … così avrà senso e continuerà le linee e le piste ciclabili del parco .. comunque la torre più piccola ancora mi chiedo come faranno ci sono passato ieri da lì e davvero come area cantiere mi sembra proprio piccolo

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  2. Visto così fa un po’ Chicago anni 70 (tipo Sears Tower…) ma aspettiamo di vederlo dal vivo per giudicare. Di certo non è un edificio “iconico”, ma non è detto che sia un male.

    En passant, mi chiedo cosa ce ne faremo di tutti questi uffici visto che il lavoro agile, anche se magari non ai livelli di adesso, è comunque destinato a rimanere anche dopo l’emergenza.

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  3. “ingresso ai servizi destinati ai ciclisti, presenti al secondo livello interrato, dove trovano posto circa 76 bici con relativi spogliatoi, spazi di supporto…” Pazzesco. Un livello di razionalità e civiltà scandinava che non avrei neanche osato sognare!

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  4. A me piacciono molto. Bene poi che spariscano altri due parcheggi in superficie.
    Ora però bisognerebbe pensare di far qualcosa per quello schifo di via melchiorre Gioia. Non si può vedere una strada con sei SEI file di auto parcheggiate. Eliminiamone 4 e mettiamoci del verde. Anche i marciapiedi vanno allargati e va sistemata la pista ciclabile che è ormai troppo datata e scomoda.

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    • E le auto dove pensi di metterle?
      Te le porti tu a casa? O le fai sparire con la bacchetta magica? Sim salah bin…e il gioco è fatto.
      Ma sta’ zitto…

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      • Tra via Stresa e via Cagliero sono sei. Basta aprire google Maps se, come lei, non si conosce la zona e magari si vive altrove. Ma se anche fossero 4 su tutta la via non ritiene che sia esageratamente sproporzionato lo spazio dedicato alle auto rispetto a tutte le altre forme di trasporto? È ora di ridistribuire lo spazio verso forme più sostenibili di trasporto, togliendolo ai mezzi più distruttivi.

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  5. Trovo una insensata densificazione urbana.Costruire ed occupare tutti gli spazi ma per “mantenere” tutto questo poi bisogna drogare i consumi ed il resto.Non aumentano gli abitanti aumentano gli spazi ma per chi?Covid docet.

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    • A me verrebbe da pensare il contrario… densificare il più possibile per ridurre al massimo il consumo di suolo. Se tutti quei volumi fossero trasferiti su edifici di 4-5 piani l’area urbanizzata di Milano – che già è immensa – arriverebbe chissà dove. No?

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    • @Giulia: “poi bisogna drogare i consumi” vuol dire tutto e niente…come “non ci sono più le mezze stagioni” e “il Natale quando arriva arriva”.

      In realtà, anche in ottica post covid, conviene accentrare gli uffici in zone raggiungibili con mezzi di trasporto pubblico e a basso impatto.Poi magari non ci vai più tutti i giorni come prima (forse), ma tieni basso il consumo di suolo e la qualità della vita nel resto delle zone. Tappezzare a macchia di leopardo uffici per tutto l’hinterland non porta a niente di buono, visto che poi inevitabilmente ci vai in auto.

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  6. Bene, finalmente quell’angolo di città troverà una sistemazione decente. Chissà se qualcuno penserà a schiaffare sottoterra le macchine posteggiate che ancora appestano la zona con un bel parcheggio interrato in quello slargo orrendo di via Cornalia riqualificando così anche il retrobottega di Gioa 20 e Gioa 22.

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  7. Ma solo a me pare una follia? La densità dell’intervento porta ad un assurdo restringimento dell’incrocio con via Sassetti e via Pirelli che di fatto renderebbe impossibile procedere con la seconda fase dell’apertura dei Navigli. A meno che non mi si venga a dire che tutta la storia dell’apertura dei Navigli era solo una solenne presa in giro…

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    • La riapertura dei navigli in quel tratto di città era già un’utopia quando fu proposta all’inizio.
      Se tutti si lamentano per la restrizione della strada e l’aggiunta di un parco pubblico, non oserei immaginare la riapertura di un naviglio che per più di un quarto della sua larghezza passa sotto via Melchiorre Gioia, di conseguenza ritengo inutile non abbia senso sperare in un progetto che non potrà mai essere effettuato.

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  8. Questo progetto continua a non convincermi.. considerando che i due palazzi hanno forme ed altezze completamente diverse io avrei preferito si distinguesserro anche nelle finiture visto che l’effetto ‘porta’ forse voluto mancherà completamente. E continua a non piacermi questo atteggiamento anti icona di Catella, rispetto alla fase 1 di Porta nuova l’asticella è notevolmente più bassa

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  9. Ma basta con questa storia degli edifici icone….una citta’ di tanti edifici tutti diversi, tutti strambi? Tutti presuntuosi? Tutti lo famo strano? Parliamo di qualita’ architettonica e di paesaggio urbano, di materiali, di contesto….questi edifici dell’articolo sembrano semplici, ma vedrete che saranno molto eleganti proprio per quello…non serve scimmiottare modelli alieni e perdenti…alcune citta’ hanno perso la loro anima…venduta a 4 grattacieli strambi…stracomunicati, sui social e siti…ma andate a vedere questi grotteschi carnevaleschi quartieri di Rotterdam, il waterfront sfigurato di Copenhagen….alcuni edifici sono belli, l’insieme fa schifo….

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  10. Sì ma nemmeno cubotti banali e tutti uguali e tutti della stessa altezza, tipo cortina. Serve varietà anche nella complessiva composizione architettonica.

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  11. personalmente mi sembra un bel progetto, sobrio, moderno e funzionale, trattasi di edifici direzionali per uffici, con una piccola quota di retail, conta in tal caso funzionalità e confort, l’edificio icona non è necessariamente un plus, tanto piu’ che P.ta Nuova è già degnamente pregna di fabbricati di alta qualità architettonica, diversamente si rischia di creare un assembramente di grattacieli bislacchi se non addirittura dozzinali nel design, come lo skyline di Doha o Dubai, dove oggettivamente molti edifici sono di gusto assai discutibile;
    i parcheggi che si perderanno erano forse funzionali agli uffici del comune ora in fase di riqualificazione e oggettivamente inutili, vista la presenza della fermata Gioia M2 e non lontano Garibaldi M5, nonchè la stazione FS;in piu’ mi risulta che in zona vi siano Garage, magari anche semivuoti;Via Melchiorre Gioia è scialba e grigia,ma basterebbe alberarla per renderla piu’ gradevole, non parliamo pero’ di riaprire i navigli per favore, ma vi immaginate un canale circondato da orrendi palazzoni anni ’60 senza arte ne parte?Il piano Forestami si prenda carico di alberare questa e altre vie cittadine anzichè le aiuole e gli svincoli autostradali!

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