Milano | Arzaga – L’apoteosi del postmoderno in città: via Nizzoli 8

Per fortuna (secondo noi) il periodo stilistico del postmoderno è durato poco, una ventina d’anni grossomodo, dalla metà degli anni Settanta sino a metà degli anni Novanta (qualche esempio si era visto già in precedenza, ma la maggior parte dei “capolavori” realizzati in questo stile lo si è visto in quel lasso di tempo.

Il postmoderno in architettura si caratterizza per il ritorno di elementi decorativi che citano elementi classicheggianti rivisitati in maniera moderna (colonne, volute, balaustre, statue, timpani…), ed è considerato come una risposta al formalismo dell’International Style e del modernismo, stili ancora in voga.

A Milano, questo stile non ha prodotto veri e propri capolavori, per fortuna, così sono pochi gli edifici postmoderni sul territorio cittadino. Famose erano le due torri FS realizzate sopra la stazione Garibaldi che ricordavano due grandi pendole da tavolo. Alte 100 metri per 25 piani, vennero costruite tra il 1984 e il 1992 su progetto degli architetti Laura Lazzari e Giancarlo Perotta e rigenerate nel 2013 con un progetto che le ha di fatto cambiate completamente.

Ma a Milano di quel periodo abbiamo, forse, il capolavoro assoluto di questo stile in Italia, il palazzo sede della Capgemini in Via Marcello Nizzoli 8 nel distretto dell’Arzaga e vicino alla stazione M1 Primaticcio.

Venne realizzato nel 1981 su progetto di Nizzoliarchitettura (Arch. G. Mario Oliveri, Paolo Viola e Giusi Giuliani). Si tratta di un edificio possente, creato su una base ottagonale incompleta, infatti verso ovest tre lati non sono stati realizzati lasciando una grande apertura e un giardino. Una gronda molto aggettante conclude le facciate lisce e traforate dalle finestre abbastanza quadrate. La facciata principale, che si affaccia su una rotonda di via Gio’ Ponti, presenta l’elemento distintivo del palazzo, una sorta di arco trionfale, un grande portale sormontato da due figure femminili che reggono un medaglione in stile greco-romano ma come se fossero state soltanto disegnate, ne scultura ne bassorilievo. Alla base del portale, altro come il palazzo, vi sono due grandi volute dalla forma baroccheggiante, anch’esse soltanto incise nell’intonaco come le due figure sovrastanti.

Le facciate sul cortile interno sono rivestite in mattoni e proseguono sui lati mancanti come fossero ruderi di un antico palazzo. Il riferimento è al Colosseo ma in veste stilizzata e ottagonale. Il cortile presenta anche una parte composizione quasi neoclassica, un finto colonnato stilizzato che incornicia una fontana realizzata con una vasca e una fonte da dove scaturisce l’acqua dalla forma di un disco solare, anch’esso realizzato a incisione.

La facciata verso via Primaticcio che si affaccia anche su un giardino, ha un’altra particolarità; una parte del muro sembra staccarsi come la pagina di un libro, ma non in modo comune, infatti pare quasi essere un’immagine riflessa da uno specchio.

palazzo Capgemini, Via Marcello Nizzoli, Arzaga, M1 Primaticcio, Nizzoliarchitettura, via Gio’ Ponti, Postmoderno

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10 commenti su “Milano | Arzaga – L’apoteosi del postmoderno in città: via Nizzoli 8”

  1. Non sono molto d’accordo sul tono irridente dell’articolo, ma i gusti sono gusti.

    Di sicuro non è l’ultimo grido della moda di oggi. E probabilmente la Milano di quel periodo ha lasciato molto più il segno nel design che nell’architettura, per cui erano tempi cupi.

    Però spero che non venga abbattuto tra le pernacchie e sostituito dal solito edificio sciacquetta usa e getta come si fa adesso.

    Per seguire i ragionamenti da ragioniere delle multinazionali del Real Estate ci siam già giocati le torri FS a Garibaldi (che erano belle) e l’edificio di via Verziere (sostituito da una banalità).

    Buttiamo giù anche questo e che ci resta? Forse solo l’edificio dello IULM, almeno per un po’.
    https://3.bp.blogspot.com/-JBIhuBEjoeQ/VTIMbEJ8qOI/AAAAAAAAb5I/ahcLrdaG9Uo/s1600/DSC_0415.jpg

    Di sicuro qualcuno festeggerà, contento lui….

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    • Tutto sommato condivido ciò che hai scritto. Non mi fa impazzire questo edificio, anzi, lo trovo piuttosto brutto, ma è uno dei pochi esempi rimasti a Milano. E poi è dall’altra parte di dove abito io 😀
      Condivido anche il dispiacere per le due torri FS. Io andavo al Liceo Artistico II di porta Garibaldi e ho visto nascere i due monoliti. Però adesso, sarebbero stati due pugni in un occhio.

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      • Non sono d’accordo che sarebbero stati due pugni in un occhio: le città hanno un’anima e l’anima di Milano è essere un coacervo di epoche e stili.
        A me fa tristezza invece il “tutto nuovo-tutto coordinato” col suo corollario di recladding ogni 15/20 anni.

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  2. il giardino del palazzo che da su via primaticcio (compreso il portico esterno bombardato da graffiti) dovrebbe essere tenuto molto meglio

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    • Non mi toccare il Kazakhstan.
      Andare ad Astana(ora Nur’Sultan) ad ammirare la piramide con l’apice di vetro, il centro commerciale a foggia di yurta, i grattacieli di stampo staliniano pur essendo di questo millennio, le torri con vetri a specchio dorato…

      Questo palazzotto ci fa un baffo alle architetture della steppa!. Come l’epica commovente che il kazako regala quando parla della sua terra!

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