Per le interviste ai protagonisti della trasformazione urbana abbiamo incontrato Marco Claudio Grillo, AD di AbitareIn
1.Nella presentazione di AbitareIn sul vostro sito affermate “Crediamo nell’importanza di far rinascere aree dismesse”. Ci spiega meglio il vostro pensiero?
AbitareIn acquista edifici dismessi all’interno di aree in fase di trasformazione, talvolta più avanzata talvolta agli inizi.
Noi demoliamo edifici dismessi e attiviamo nuovi progetti cercando di integrarci il più possibile con gli elementi architettonici e lo stile della zona in cui ci inseriamo.
Siamo parte di un contesto di rigenerazione più ampia: non facciamo masterplan development, ma contribuiamo indubbiamente alla trasformazione del territorio.
Poniamo grandissima attenzione alle famiglie che abiteranno i nostri appartamenti, ritenendo fondamentale la qualità delle case ma anche il contesto urbano in cui queste case si inseriscono.
Il nostro obiettivo è di realizzare progetti residenziali innovativi che possano migliorare la qualità della vita di chi li abiterà ma anche del contesto territoriale circostante.
2. Chi sono i vostri acquirenti e cosa chiedono oggi? C’è stato qualche cambiamento nelle richieste a seguito della pandemia?
I nostri clienti sono soprattutto le famiglie alle cui esigenze cerchiamo di rispondere con una modalità innovativa: i nostri progetti nascono senza che siano definite in anticipo le configurazioni e le posizioni degli appartamenti.
All’interno di un catalogo molto ampio gli acquirenti possono, in autonomia, configurare la posizione e gli spazi interni nella maniera più adatta alle proprie esigenze.
E’ una logica che se vogliamo ricalca quella in uso nel settore automotive con i configuratori a cui ormai tutti siamo abituati.
Forniamo delle regole di composizione e il cliente può creare la propria abitazione quasi “su misura” potendo fruire, a parità di costo, di varie soluzioni.
La pandemia ha di fatto accelerato un trend che era già presente, ovvero la richiesta di maggiori spazi esterni vivibili: i nostri progetti prevedono sempre grandi aperture verso l’esterno (logge, terrazzi) che hanno un costo inferiore rispetto alle metrature interne dell’appartamento e che consentono una grande vivibilità della casa.
Un’altra tendenza, che in realtà nei nostri progetti avevamo già intercettato, è quella di richiedere spazi comuni fruibili: dalla sala condominiale alla portineria, che diventa una sala di attesa per gli ospiti, una sorta di salotto esterno all’appartamento.
Tutto questo sempre nel rispetto dei limiti di sostenibilità economica della casa: prestiamo grande attenzione alle spese condominiali e di manutenzione dell’immobile che devono essere in linea con le aspettative delle famiglie che abitano i nostri appartamenti.
2.Il mercato immobiliare milanese è stato particolarmente vivace negli ultimi anni: cosa dobbiamo aspettarci per il futuro? C’è ancora spazio per nuovi sviluppi immobiliari?
In realtà a Milano esiste un gap enorme tra domanda e offerta: viviamo in una città che sta crescendo molto anche a livello demografico, una città che nell’arco di 18 mesi ha attratto 50.000 nuovi residenti sotto i 40 anni.
A Milano servirebbero 40.000 nuove abitazioni, ma se ne costruiscono circa 3.000 all’anno dunque, dati alla mano, esiste un forte squilibrio tra domanda e offerta che sta creando una pressione al rialzo sui prezzi.
Di case vuote di qualità non ne esistono molte, basta sfogliare le proposte dei più importanti portali di vendita e affitto per accorgersene.
Spesso alla presentazione di un nuovo progetto viene mossa l’obiezione che a Milano non ci sia in effetti necessità di costruire nuovi appartamenti, ma i dati ci dicono qualcosa di diverso.
E’ vero che permane un retaggio culturale del passato, quando gli sviluppatori hanno lavorato spesso con un atteggiamento speculativo, costruendo senza curarsi a fondo del tema della rigenerazione. Sono nate vere e proprie “cattedrali nel deserto” che hanno generato un pensiero negativo verso i nuovi progetti.
Ma rigenerare un immobile sana in maniera evidente le ferite del territorio, aiuta di fatto a migliorare la città non solo dal punto di vista ambientale (basti pensare al tema dell’amianto) ma anche dal punto di vista sociale, oltre a generare nuove opportunità di lavoro.
Pensiamo che si debba assecondare la domanda generando offerta di qualità a prezzi sostenibili.
3. Quali sono le zone che a vostro parere saranno più interessanti da qui a cinque anni?
Milano è cambiata molto: una volta per stabilire i prezzi degli appartamenti e la vivibilità della zona si valutava la distanza dal centro, oggi anche grazie agli sviluppi di Porta Nuova e City Life, la città è di fatto costituita di tanti “centri” importanti.
Pensiamo che la zona di Piazzale Accursio con il nuovo consolato americano, la zona dello scalo di Porta Romana e tutto l’ambito legato alle olimpiadi siano veramente interessanti.
Ma non solo: in maniera prospettica guardiamo con attenzione alla zona dello Scalo Farini, a NoLo e alla zona Lorenteggio che con l’arrivo della metropolitana sicuramente sta vivendo un momento di rinascita.
Pensiamo che tutti gli operatori (non solo chi costruisce case, ma anche chi si occupa di uffici, retail o logistica) stiano oggi guardando di fatto a tutto il territorio e non più solo alle zone centrali.
Dal nostro punto di vista una delle aree potenzialmente di maggiore interesse è quella a est, dove sono presenti progetti molto validi, come quello della Magnifica Fabbrica a Lambrate, e che attirerà, oltre a noi, molti altri operatori.
5. Una panoramica sui vostri cantieri aperti: stato di avanzamento
AbitareIn a oggi ha commercializzato 12 progetti immobiliari: il primissimo è stato Abitare in Poste (Ortica), ma voglio citare anche Abitare in Maggiolina che ritengo uno degli sviluppi più belli degli ultimi anni.
Attualmente abbiamo in consegna gli appartamenti di tre progetti: Milano City Village (Calvairate), Trilogy Towers (Cagnola) e Palazzo Naviglio (San Cristoforo) dove abbiamo tolto i ponteggi da pochi giorni.
In totale abbiamo in consegna 420 appartamenti.
Da qui a marzo entreranno nel vivo almeno altri tre sviluppi, Porta Naviglio Grande (San Cristoforo), Lambrate Twin Palace e Savona 105.
In realtà i cantieri sono già avviati con i lavori di preparazione, ma la fase di costruzione si avvierà nei prossimi mesi rispettando di fatto le tempistiche che ci siamo dati.
Attualmente abbiamo in previsione una ventina di sviluppi su Milano, dunque da qui ai prossimi anni vedrete aprire o concludere parecchi nostri cantieri.