Milano | Turro – Nuovi rendering per “City Pop” di viale Monza 139

Abbiamo già potuto vedere l’avvio del cantiere per CITY POP MILANO (Artisa) di viale Monza 139 dove prenderà forma un rinnovo totale per l’edificio qui presente e realizzato negli anni Sessanta del Novecento, un tempo di proprietà del Gruppo Unipol. Nel frattempo sono stati divulgati nuovi rendering che vi proponiamo.

L’edificio verrà completamente riqualificato e trasformato in una residenza City Pop grazie all’immobiliare svizzera Artisa.

Come avevamo già accennato nello scorso articolo, City Pop, come ci spiegano, è un concetto di vita innovativo e a prova di futuro, dove, grazie ad approfonditi studi di neuroarchitettura, i metri quadrati vengono ottimizzati per rendere la vita dei propri ospiti sempre più facile, ispirante, divertente e appagante.

City Pop è la risposta ai bisogni di una società in continua evoluzione e con necessità crescenti in termini di comodità, flessibilità e innovazione tecnologica. Offre appartamenti completamente arredati di 21-60 m2 da affittare per periodi che vanno dalle 4 alle 52 settimane e facile da prenotare come una camera d’albergo, ad un prezzo paragonabile a quello di un affitto tradizionale.

City Pop sceglie solo le località migliori per lo stile di vita della sua community: grandi città e posizioni strategiche per portare tutti i servizi di cui la società moderna necessita a portata di mano. In aggiunta, una prenotazione rapida e sicura, un check-in intuitivo, una vasta gamma di servizi, un Wi-fi veloce e una community attiva eliminano lo stress dei viaggi d’affari, degli spostamenti e della vita di tutti i giorni.

City Pop viale Monza 139

progetto: arch. Adolfo Suarez Ferreiro per Lombardini22
progetto CA: ing. Daniele Mietto

Referenze immagini: SEC Newgate Italia

Turro, viale Monza, City Pop, Artisa,

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

8 commenti su “Milano | Turro – Nuovi rendering per “City Pop” di viale Monza 139”

  1. Rispetto al precedente, s’è letteralmente appiattito il disegno, col risultato che ora è nettamente più tristarello.

    Insomma, pare una classica revisione al ribasso.
    Non che prima fosse un capolavoro, ma tentava di avere carattere, ora manco ci prova. Peccato.

    Rispondi
  2. “grazie ad approfonditi studi di neuroarchitettura, i metri quadrati vengono ottimizzati per rendere la vita dei propri ospiti sempre più facile, ispirante, divertente e appagante”

    Ma non si vergognano a scrivere certe boiate?

    Rispondi
  3. non che il nuovo sia un capolavoro, ma spiegatemi cos’ha di bello e dinamico il precedente, un parallelepipedo di Lego che non si discosta di un micron dagli standard palazzinari degli anni 80 ed è tristemente intonacato nel solio colore cacca-del-mio-cane-quando-mangia-l’erba

    Rispondi
  4. Meglio della ciofeca precedente ma ci voleva proprio poco. Siamo su livelli bassi e nonostante il tentativo di movimentare le facciate sfalsando i pieni e i vuoti l’effetto alveare/casermone resta.

    Rispondi
  5. Mi piacciono i volumi (in generale adoro il format stecca parallela alla strada con attività commerciali + palazzi perpendicolari ai livelli superiori) ma non il disegno delle facciate

    Rispondi
  6. Sembra un casermone popolare della peggior fattura, almeno fosse un po’ più basso e su livelli diversi, tanto da non sembrare un alveare… Non so come sia potuto essere approvato un progetto così in una Milano “olimpica”!

    Rispondi

Lascia un commento