Lo scorso mercoledì sono stati resi noti da Scenari Immobiliari, in collaborazione con Urban Up Gruppo Unipol, i dati sui valori immobiliari a Milano, alla presentazione dello studio “Future Cities: rapporto sulle nuove periferie”, incentrato sulle tematiche della rigenerazione urbana nel capoluogo e in Lombardia. Secondo un recente studio di Unipol, un milanese su tre, nei prossimi due anni, cambierà casa, spostandosi dal centro verso la periferia.

Una compravendita immobiliare su cinque, oggi in Italia, avviene in Lombardia. Nella regione si transano oltre il doppio delle case del Lazio, seconda regione con 73mila scambi, di Emilia Romagna (terza regione con 66mila transazioni), Veneto e Piemonte (rispettivamente con stima a fine 2022 di 65,7 e 63,5 migliaia compravendite). Mentre le previsioni per il 2023 indicano una frenata dei volumi transati sul residenziale lombardo di circa il 5%, a fronte di un decremento a livello nazionale pressoché simile. Mentre i prezzi – cresciuti dopo il 2015 – almeno nella prima fase, non caleranno.

A milano l’area con il maggior incremento registrato è quella che ruota attorno a piazza Firenze (+14,1%), seguita da viale Gorizia e viale Tibaldi (forse l’apertura della nuova stazione FS). Anche la zona di via Solari (+27,2), seguita dall’area di piazza Lima (Porta Venezia Corso Buenos Aires) e al Sempione con via Losanna, via Poliziano e via Arona. Il podio più alto spetta ancora all’Isola (47,3), a cui seguono l’area di viale Stelvio e viale Jenner. Non da meno le aree a Porta Romana con via Pierlombardo, all’Acquabella grazie anche alla nuova M4, piazza Novelli, a Città Studi in piazza Murani e le aree di piazza Carbonari (Maggiolina) e via Edolo (Ponte Seveso). Porta Ticinese (+12%) è l’unica zona centrale nella top ten. Fondamentalmente quasi tutte aree situate attorno alla circonvallazione della 90/91.


L’area centrale e semicentrale del capoluogo lombardo vede pochissime opportunità di nuovi sviluppi immobiliari, perciò a trascinare il mercato è la rigenerazione urbana di aree ex industriali che si trovano nelle periferie. Secondo il report di Scenari nel 2022 in Lombardia sono stati recuperati 21 km quadrati di territorio (per dare un termine di paragone si tratta di un valore più che doppio rispetto all’area occupata dalla zona 1 di Milano), e oltre 7 km nel capoluogo regionale e nel suo hinterland.
I dati pare siano molto positivi per Milano, che anche quest’anno registra una crescita significativa del valore delle compravendite, grazie all’aumento sia dei prezzi sia delle transazioni, che Scenari stima in oltre il 10% su base annua. Invece, le criticità pare siano dovute all’aumento del costo dei mutui, che in una città come Milano ha effetto più che altrove, e la scarsa offerta di case nuove.

Referenze immagini: Andrea Cherchi; Roberto Arsuffi
Fonte: Corriere della Sera; Sole 24Ore; Scenari Immobiliari
Tag: Mercato immobiliare, valore immobili, rapporto, Scenari Immobiliari
Scusate so che non centra nulla con l’arrivo sopra,
Volevo semplicemente chiedere;
la nuova brera nel palazzo citterio non se ne parla ormai più…
Cosa si sa in merito ?
È in costruzione?
C’è una data di apertura o è finita nel dimenticatoio?
Anche vedendo la mappa mi si rafforza l’idea che l’articolo sia un grande minestrone.
Porta Genova (e comunque la parte evidenziata in verde di Porta Genova) sarebbe semi-periferia?
La distanza tra Piazza del Duomo e Piazza Novelli è praticamente la stessa che c’è tra la metà di via Archimede e Piazza del Duomo. Via Archimede viene considerata quindi semi-periferia?
Non è affatto il rilancio della “semi-periferia”, che invece dovrebbe giustamente iniziare – o meglio proseguire considerate alcune recenti iniziative – ma la fotografia di alcune zone semicentrali che oramai sono purtroppo sempre meno accessibili ai più per delle logiche commerciali legate a qualche infrastruttura/progetto.
E’ sempre la solita storia, le aree più periferiche sono le ultime a salire quando c’è il boom e le prime a scendere quando c’è il ciclo immobiliare negativo.
Alla fine del boom precedente a questo, che terminò nel 2005 le prime aree a scendere furono proprio le ultime a salire.
Quindi piazza novelli e Porta Genova è semi periferia?
Analisi un poco rozza.
Beh, la la definizione di centro e’ la cerchia dei Navigli, piazza Novelli e porta Genova sono una fascia intermedia prima della periferia…
Se l’avessero definito semi-centro suonava meglio
Certo che se la metti così allora mi sa che hai ragione. Sai non avevo pensato mai a via Mario Pagano come via semi-periferica. Magari qualche alloggio abbordabile allora si trova. Se poi li non si trova si va nelle periferia quella vera e dura tipo via Domenichino. Poi basta perché oltre solo campagna.
Ammammata!
Tre torri allora siamo in un’altra regione?
E per andare in piazza firenze serve il passaporto per l’espatrio?
Chiedo per un amico
Era solo un commento tecnico topografico/geografico senza interpretazioni di sorta. Anche Il Cairo è fuori dai tropici ma fa un caldo porco lo stesso.
Anch’io al termine semi-periferia associo semi-banlieu o semi-cintura esterna di Belgrado o Sofia, ma l’autore dell’articolo aveva evidentemente un’intenzione diversa
L’autore voleva far vedere quanto sono bravi a valorizzare la periferia. Direi invece che sono ben capaci di far schizzare a bomba valori già alti di zone semi centrali andando a traino di qualche progetto a volte anche importante.
Vorrei invece che le periferie, quelle vere, venissero finalmente valorizzate perché Milano e soprattutto gli abitanti, in particolare, appunto della periferia lo meritano.
Anch’io sono curioso dell’ampliamento Brera!
Effettivamente non si hanno notizie
Ho il sospetto che siano classifiche fatte malamente.
Basta un nuovo grosso complesso nuovo (come in Piazza Firenze) e i 200 nuovi appartamenti di fanno schizzare i prezzi in percentuale.
In pieno centro le case nuove sono poche e quindi i prezzi sembrano salire molto meno. Concordo che poi che la definizione che danno di “semi-periferia” è risibile.
Verissimo che si debba valorizzare le periferie.
Ma valorizzare significa aumentare il valore (non solo economico… ma anche economico), quindi poi non lamentiamoci di gentrification, di 400mila euro per un monolocale e via discorrendo.
Quando un’area viene migliorata (trasporti, servizi, opportunità, verde, abitazioni nuove o rinnovate), l’interesse a viverci sale e i prezzi lievitano di conseguenza. Più che una legge del mercato, è una dinamica naturale fra essere umani socializzati
Prendi posti tipo Isola/Garibaldi e guarda cosa è successo. Da una zona degradata e malfamata ad una trendy e attrattiva. I prezzi però sono cresciuti in modo assurdo nel giro di un paio di decenni
Il MIT di Boston cataloga ben oltre 200 accezioni di periferia, ognuno ha la sua.
“Lontano” 2018, per chi ha voglia di leggere:
http://www.periferiemilano.com/wordpress/periferie-proviamo-ad-intenderci/
Magari la suddivisione dell’Agenzia delle Entrate, aldilà ogni campanilismo per il quale si pensa di abitare in zone più o meno centrali e meno degradate del vicino, mette in pace animi, anche se non credo.
Avanti il prossimo.
La suddivisione dell’Agenzia delle Entrate è la stessa del cabarettista da web: fuori dalla circonvallazione è giargiania.
Il cabarettista ha ragione.
Buone Feste 🌲