Milano | Bicocca – Quartiere Niguarda e Fulvio Testi

Come ribadiamo spesso, la confusione che regna a Milano sulla definizione di “Quartiere” e quello che noi di Urbanfile chiamiamo “distretto” è semplificata in questa zona di Milano, il lembo di terra (escludendo Bruzzano) più a nord del territorio comunale di Milano. Siamo al confine con i comuni di Bresso e Sesto San Giovanni, circondato dal meraviglioso Parco Nord.

Il “distretto” di Bicocca, che prende il nome dalla stupenda Bicocca degli Arcimboldi, un grande cascinale di campagna edificato nella seconda metà del 1400 per la famiglia nobiliare originaria di Parma si troverebbe un po’ più a sud-est. Il piccolo borgo sorto attorno alla cascina divenne una frazione del Comune di Niguarda, comune autonomo sino al fatidico 1923 quando divenne parte del Comune di Milano. Parte di Niguarda sino a quando negli anni Ottanta venne creato il Quartiere Biocca su masterplan di Vittorio Gregotti negli anni Novanta.

Il territorio attorno a Niguarda era prevalentemente agricolo sino all’inizio del 1900. Con l’arrivo del nuovo secolo, anche il territorio subì le prime trasformazioni. Infatti, la società Pirelli trasferì i propri impianti all’inizio del 1907 dalla vecchia sede di via Fabio Filzi (nei pressi della Centrale) in uno spazio più ampio, poco distante da Milano e in prossimità di una linea ferroviaria e con una stazione ferroviaria che aprirà nel 1914 nel territorio di Greco Milanese: Bicocca, in quegli anni frazione del comune di Niguarda, era proprio il posto ideale, anche perché in pochi anni, cosa già programmata da tempo, sarebbe diventato parte del Comune di Milano.

Oggi anche questa porzione di territorio milanese viene comunemente chiamata Bicocca, per distinguerla anche dalla parte di Niguarda posta più a sud-ovest dove si trova l’antico nucleo del vecchio paese.

Intanto in quelle che poi sarebbero diventate periferie, si cominciarono ad edificare nuovi quartieri. Uno di questi fu per l’appunto il Quartiere Niguarda a nord del nucleo antico di Niguarda, nella neonata via Ponale.

Il quartiere fu edificato fra il 1911 e il 1912 insieme a quelli di via Lulli, Lombardia (Casoretto) e Cialdini (Bullona), quest’ultimo riservato ai tramvieri. Questi complessi edilizi furono i primi realizzati dal neonato Istituto per le case popolari ed economiche di Milano, creato nel 1909 dal Comune. Situato a nord di Milano, fra viale Suzzani e via Ponale, era vicino agli stabilimenti industriali della Breda e della Pirelli; fu progettato dagli ingegneri Gattinoni e Zanetti. Pensati per essere destinati alle famiglie più povere, gli appartamenti erano composti da uno o due locali, realizzati con dimensioni leggermente superiori alla media. Contrariamente agli altri quartieri edificati in quegli stessi anni, a Niguarda non fu costruito l’edificio destinato ai servizi comuni, i lavatoi vennero collocati nel cortile e gli altri servizi in locali al pianterreno opportunamente adattati. I dieci fabbricati occupavano un’area complessiva di 9.860 mq. con 168 alloggi per un totale di 630 locali. Ancora prima di essere terminati, parte di essi venne destinata ad ospitare nel maggio del 1912 i profughi levantini, cittadini italiani espulsi dalla Turchia in occasione della guerra italo-turca. A causa della lontananza dalla città e della mancanza di un collegamento dal centro, gli alloggi rimasero a lungo sfitti, tanto che l’amministrazione decise di incentivare le famiglie numerose ad abitarvi, praticando sensibili diminuzioni del canone. Dopo la rotta di Caporetto il grande afflusso di profughi, reduci, soldati e famiglie giunte a Milano in cerca di rifugio e lavoro, risolse il problema della carenza di inquilini.

Oggi il quartiere è abbastanza dignitoso e pure ben mantenuto, almeno esternamente. Di particolare effetto estetico, troviamo gli ingressi su via Ponale marcati da un portico sormontato da un terrazzo a loggia e uno sul tetto decorato con graziose colonnine in cemnto.

Attorno nel corso del tempo sono stati realizzati altri complessi residenziali di vario genere, come il grazioso edificio anni Cinquanta che ospita il Pensionato Angelo e Maria Belloni di Viale Fulvio Testi 285. Realizzato nel 1956 su progetto di Ermenegildo e Eugenio Soncini.

Sul retro del vecchio quartiere Niguarda, si trova il Quartiere Fulvio Testi, un vasto insieme di edifici residenziali e servizi, come la grande Chiesa Parrocchiale di Gesù Divino Lavoratore. Qui troviamo le vecchie case popolari costruite nel dopoguerra, comprese nell’isolato tra via San Miniato, via Arezzo, viale Suzzani e via Empoli. Viale Suzzani in questo punto praticamente termina esaurendosi in una stretta via che ospita anche un parcheggio interrato che anticipa l’ingresso al grande Parco Nord. Qui si trova anche il Centro Sportivo “Rino Fenaroli” con una bella pista di atletica e campo sportivo.

Antistante la chiesa si trova la grande piazza dedicata a San Giuseppe. Originariamente San Giuseppe, lo sposo della Vergine Maria, aveva dedicata una via in centro città, oggi intitolata ad un altro Giuseppe, il Verdi, il noto compositore di fama mondiale. Così il povero San Giuseppe dovrà attendere quasi sessant’anni per riavere un luogo milanese a lui dedicato.

Una piazza con al centro una grande aiuola alberata e tanto parcheggio, troppo. Piazza poco vissuta dai pedoni, anche se non è molto trafficata dalle automobili, se non per il traffico locale. Purtroppo i negozi, come sta avvenendo un po’ ovunque, sono sempre meno e vedere le saracinesche abbassate è un po’ deprimente.

Come dicevamo, a dominare la piazza si trova la grande Chiesa Parrocchiale di Gesù Divino Lavoratore. L’edificio religioso decisamente imponente, venne progettato dall’Architetto Ezio Cerruti tra il 1965 e il 1967. Al suo interno si trovano opere di Domenico Cantatore e vetrate di Domenico Spagarino. Si tratta di un grande edificio dall’aspetto di grande tenda dove, sotto la stessa falda del tetto, sulla destra, si trova la canonica e gli uffici parrocchiali, mentre sulla sinistra troviamo il corpo della chiesa. Ad aula unica, presenta un matroneo dove si trovano tutte le ampie finestre che illuminano l’ambiente (un po’ troppo).

Fonti: “Milano bollettino del Comune”, maggio 1933; G. Broglio (a cura di), “L’Istituto per le Case Popolari di Milano e la sua opera tecnica dal 1909 al 1929”, Milano, 1929.

Bicocca, Quartiere Niguarda, Quartiere Fulvio Testi, Chiesa Parrocchiale di Gesù Divino Lavoratore

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1 commento su “Milano | Bicocca – Quartiere Niguarda e Fulvio Testi”

  1. Ho capito che volete chiamarlo quartiere fulvio testi, ma vi assicuro che prima dell’esistenza della bicocca università e quartiere nuovo arcimborli. La bicocca per noi che abitavamo li era il quartiere da via ponale fino al parco nord. E’ vero che storicamento non è la bicocca.Però dove condiderare che gli edifici di via empoli sono palazzi dove risiedevano le famiglie che lavoravano per la Pirelli quindi per loro quel quartiere era sempre bicocca anche perchè la prima parrocchia dove si andava da piccoli era quella di san giovanni sul viale fulvio testi. Capisco che avete bisogno di distinguere la bicocca dell’università e con questo quartieri che va da via ponale al parco nord. Ma i residenti e chi ci vive dice di essere in bicocca io ho sempre detto così e li sono nato, i miei nonni la chiamavano bicocca e anche i miei genitori. Quartiere fulvio testi nessuno vi saprebbe dare indicazioni perchè è un nome che per la gente non esiste.

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