Ogni tanto vi mostriamo “stramberie” urbane che ci hanno da sempre colpito. Una di queste la possiamo trovare a Porta Monforte (M4 Tricolore), in via Macedonio Melloni 1 angolo viale Premuna, dove possiamo notare un edificio particolarmente stretto sul lato del viale e apparentemente normale sull’altro lato (un muro cieco di confine).
Abbiamo evidenziato nelle mappe a seguire (la prima del 1910, mentre la seconda è del 2012) la posizione dell’immobile dove si vede ancora via Melloni chiusa con i vecchi caseggiati, e (nella seconda) la forma triangolare inserita nella piantina della città.
Evidente la sua forma a fettina di torta, ricavata dopo l’apertura di via Melloni su viale Premuna (all’epoca Bastioni di Porta Vittoria) dopo il 1910/12. Infatti in quel punto sino agli anni 10 del Novecento, non vi erano vie che intersecavano il viale ma una cortina di edifici ottocenteschi che avevano ancora l’andamento leggermente trasversale dei terreni a Est di Milano, in rapporto al viale che invece seguiva le antiche mura del 1500. A testimoniare l’andamento non ortogonale di questo lembo di città rimangono le vie Sottocorno, Archimede e Marcona, oltre alla famosa e fotografatissima via Lincoln. Infatti qui vicino vi fu anche una delle prime stazioni di Milano, quella di Porta Tosa.
Tornando alla nostra piccola e bizzarra casa, sulla quale, purtroppo non abbiamo trovato molte informazioni, con ogni probabilità osservandone l’architettura, venne realizzata sul finire degli anni Venti del Novecento, sorta sulle macerie delle case demolite per l’apertura della via Melloni (sull’altro lato venne costruito nel 1927 un palazzo con cinema, l’Esperia, situato in viale Premuda 46, nel dopoguerra diventato Cielo e demolito nel 2008).
Visto l’esiguo spazio del lotto dove edificare il nuovo edificio, quasi un triangolo molto stretto, chiuso dal palazzo di viale Premuna 42 e dal piccolo edificio-magazzino al civico 3 di via Melloni, l’architetto misterioso ha concepito un palazzo alto tre piani con un bovindo sul lato più stretto di modo da poter realizzare una stanza abbastanza ampia. Bovindo che però troviamo solo sul lato sinistro del palazzo.
Come dicevamo, l’architettura è semplice e lineare, tra l’art dèco e il razionalismo che da lì a qualche anno sarebbe diventato predominante.
Al centro spicca l’alta finestra in facciata che copre i tre piani del corpo scale, finestra dotata di una graziosa e geometrica intelaiatura che regge vetri smerigliati di color azzurro di varie tonalità. Ai lati di suddetta finestra troviamo due lesene che riproducono il disegno di un “cantonale” ovvero delle grandi pietre “merlate” di solito poste agli angoli degli edifici.
La facciata risulta organizzata su tre distinti livelli separati da due fasce marcapiano a rilievo su cui si appoggiano le finestre del primo piano e del terzo: il piano commerciale in cemento grigio a imitazione della pietra, il primo e il secondo piano intonacati in azzurro (ormai slavato dal tempo) e il terzo piano, sempre intonacato ma dove tra una finestra e l’altra si trova una cornice a rilievo.
Referenze immagini: Roberto Arsuffi; Google
Porta manforte, Via Macedonio Melloni, Architettura, Piazza Tricolore, Curiosità