Milano | Interviste – Tancredi: nel nuovo Pgt ci sarà un Atlante dei quartieri

Riportiamo paro paro l’intervista del Corriere della Sera fatta all’Assessore all’Urbanistica Giancarlo Tancredi qualche giorno fa e che riguarda il futuro dell’urbanistica di Milano, sopratutto dopo l’avvio delle inchieste su presunte violazioni e interpretazioni del piano regolatore del territorio. Un problema che sta rallentando il settore dell’edilizia privata e non solo, in città.

Fulcro del problema è questa interpretazione arbitraria della voce: ristrutturazione edilizia. Dove presentando questa semplice richiesta al Comune, si demoliscono edifici e ricostruiscono a volte a piacimento, raccogliendo volumetrie e deturpando anche il territorio. Abbattendo, come abbiamo visto troppe volte, edifici che si potevano salvare.

Intervista di Maurizio Giannattasio del Corriere della Sera.

Giancarlo Tancredi, assessore all’Urbanistica, la prima domanda è d’obbligo. Come cambieranno le regole del Pgt dopo le inchieste della magistratura?
«Ci saranno delle regole nuove, anche se non è il Pgt che risolve le problematiche interpretative di leggi nazionali. Restiamo in attesa di un riordino organico della materia che in Italia è molto in ritardo. Dovrebbe essere una delle dieci priorità di qualsiasi governo. Nel frattempo, ci muoviamo con il nuovo Piano per avere la massima chiarezza delle regole».

Come?
«Cercando di eliminare qualsiasi margine di discrezionalità. Oggi è possibile superare le regole del piano vigente con pareri e valutazioni date dalla Commissione del Paesaggio. Questa cosa la voglio eliminare. La regola è una e va rispettata».

Sparisce la Commissione paesaggistica?
«La Commissione del paesaggio rimane con i compiti che sono quelli di valutazione dell’impatto paesaggistico di un progetto. Però quel parere non potrà superare o oltrepassare le regole morfologiche del Pgt, mentre oggi in alcuni casi è possibile. La Commissione può dirti che quell’edificio, che in quel determinato isolato doveva avere un’altezza, ad esempio, di sei piani, può averne 8 perché è stato progettato bene e funziona in quell’area. Poi ci sarà senz’altro un ragionamento sulle altezze e su tutta una serie di elementi che non hanno trovato la stessa lettura da parte della Procura e da parte dell’amministrazione».

Per chiudere il capitolo inchieste, è ancora tutto bloccato?
«Siamo in una fase di attesa. La Commissione parlamentare sulla proposta di legge si terrà a settembre. In realtà i grandi progetti stanno andando avanti, quelli olimpici e così molti altri. Fa più fatica la fascia dei progetti medio, piccoli».

Come sarà il nuovo Pgt?

«Ci saranno delle innovazioni molto importanti, sarà molto articolato e guarderà, grazie ai nuovi strumenti di rilevazione digitale, anche situazioni molto locali. Se dovessi dirlo con uno slogan sarebbe “le persone al centro”. Introduciamo uno strumento del tutto nuovo: l’Atlante dei quartieri».

Cos’è l’Atlante?
«Alla base ci sono due grandi temi. Da una parte la Milano che guarda alla sua crescita. La strategia è quella di una città policentrica dove pesi e carichi vengono ridistribuiti su tutto il territorio. Policentrismo che però si deve coniugare con il tema dell’inclusione, di una visione che parte dal basso. La risposta che diamo è l’Atlante dei quartieri che vede insieme al lavoro assessorati e municipi».

Nello specifico?
«Ci sarà un vero e proprio progetto della città di prossimità. In ogni quartiere andremo a definire il progetto dello spazio pubblico. Le connessioni, le reti ciclabili, le nuove alberature, le piazze. È un passo in avanti rispetto agli Studi d’area che oggi sono solo a livello di indirizzo, mentre l’Atlante dei quartieri, rientrando nel Pgt, avrà valore normativo. Norme che dovranno essere rispettate in tutti gli interventi siano privati siano pubblici».

Si passa dalla moral suasion degli Studi d’Area alla prescrizione. Ci fa un esempio?
«C’è un intervento di rigenerazione in un quartiere. La modalità di intervento verrà definita con chiarezza: Scia, permesso di costruire, permesso convenzionato, piano attuativo. Quello che aggiunge l’Atlante è che se in quell’area che io vado a rigenerare o nell’intorno c’è la necessità di realizzare delle opere pubbliche, ad esempio una connessione pedonale, una piccola piazza, una un’area verde, chi interviene in quell’area dovrà cedere l’area e realizzare quanto richiede l’Atlante».

Un’altra partita fondamentale riguarda la casa. Cosa prevede il Pgt?
«La gestione è in mano all’assessore Bardelli, ma il Pgt può essere una leva importante. Vogliamo intervenire aumentando la quota di housing sociale e vogliamo intervenire mettendo in gioco delle aree comunali. Stiamo facendo delle ricognizioni».

Dove?

«È troppo presto per dirlo. Non posso anticipare».

Tra le grandi funzioni previste dal Pgt c’è anche lo stadio e le aree esterne che sembrano interessare molto ai club nell’ottica di riqualificare il Meazza. Nel Pgt è previsto un aumento dell’indice di edificabilità?
«No, l’orientamento è di confermare resta lo 0,35. Mentre, visto che le altre grandi funzioni sono quasi state instradate tutte, pensiamo a una riduzione degli indici».

Infrastrutture obsolete. In passato ne ha anche parlato il sindaco Beppe Sala. Che fine faranno?
«Tutte le grandi città stanno lavorando sulla rigenerazione delle infrastrutture. Il caso più eclatante è l’High line di New York dove la ferrovia sopraelevata è stata dismessa e si è trasformata in un parco lineare. Da noi il cavalcavia Monte Ceneri potrebbe diventare un sistema lineare di verde, di servizi e di funzioni urbane. È una delle grandi sfide che devono affrontare le città. Primo perché alcune infrastrutture non sono più necessarie, secondo perché nelle grandi città c’è una carenza totale di aree. Allora lavoriamo su questi spazi, sui depositi Atm o sui parcheggi di interscambio dove vogliamo creare le Porte metropolitane».

Cosa sono?
«Dei nuovi luoghi urbani situati in corrispondenza dei grandi parcheggi, penso a Molino Dorino, San Donato, Lampugnano, con la presenza di edilizia residenziale e sociale, con attività commerciali e di servizio. Possono diventare dei nuovi poli di raccordo tra la città storica e la città metropolitana. Chiederemo ai Comuni di confine di interagire con noi».

Quando vedrà la luce il nuovo Piano di governo del territorio?
«Ci vorrà un anno a partire da oggi. Ma già a ottobre dal 15 al 19 si parlerà in profondità del Pgt al Forum della rigenerazione urbana».

  • Referenze immagini:Roberto Arsuffi
  • tempo di lettura 5 minuti
  • Intervista, Corriere della Sera, Urbanistica, Assessore all’Urbanistica Giancarlo Tancredi
Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

2 commenti su “Milano | Interviste – Tancredi: nel nuovo Pgt ci sarà un Atlante dei quartieri”

  1. Hai capito? Ne avevamo un bisogno assoluto… le “porte metropolitane” a Lampugnano poi…mi trattengo per rispetto al blog, però dico che di nuova retorica politicante non ce ne facciamo nulla, piuttosto prenda una scopa di saggina e vada a pulire lo sporco perenne che c’è in quel luogo vergognoso e poi dica ai vigili di passare ogni tanto e dire a quelli che infastidiscono i viaggiatori di farne a meno.

    Rispondi
  2. “Il caso più eclatante è l’High line di New York dove la ferrovia sopraelevata è stata dismessa e si è trasformata in un parco lineare. Da noi il cavalcavia Monte Ceneri potrebbe diventare un sistema lineare di verde, di servizi e di funzioni urbane.”
    Follia pseudo green di chi fa finta di non vedere.
    Per quanto criticabile quel cavalcavia ha una funzione, la sua eliminazione non farebbe che aggravare il problema di traffico della zona.
    Non è mica una linea della metro dismessa come la High Line.

    Rispondi

Lascia un commento