Milano Brera. Eccoci nuovamente a proporvi la storia di un edificio storico cancellato completamente dalle mappe di Milano e che, fosse rimasto, sarebbe uno dei tanti gioielli architettonici della città. Al suo posto oggi sorgono due edifici moderni frutto delle ricostruzioni post belliche dei primi anni Cinquanta. Uno dei quali venne riqualificato secondo un progetto di Lombardini 22 e l’altro attualmente in ristrutturazione secondo un progetto di Asti Architetti.
Nel 1892, gli studiosi Fumagalli, Sant’Ambrogio e Beltrami, nel loro volume Reminiscenze di storia ed arte, raccontavano di un edificio ormai scomparso, che un tempo sorgeva davanti al grandioso Palazzo di Brera, attuale sede dell’Accademia di Belle Arti, della Pinacoteca, dell’Osservatorio Astronomico e della Biblioteca Braidense. Quest’edificio, noto come Palazzo Castelbarco-Simonetta o Palazzo di Pio IV, si distingueva per una decorazione architettonica elegante e ricercata nella parte inferiore che ricordava parecchio il bel palazzo Marino. La costruzione, iniziata nel XVI secolo, era rimasta incompiuta per secoli e nel 1865 venne completamente demolita.
Il Palazzo Castelbarco-Simonetta, acquisito nel 1864 dal signor Pietro Gonzales, fu demolito l’anno successivo per due motivi principali: la necessità di ampliare via Brera, all’epoca larga appena sette metri in quel tratto, e l’intento del proprietario di sfruttare economicamente l’area. Infatti al suo posto furono costruiti edifici ordinari per residenze popolari, cancellando ogni traccia di un’architettura unica e senza che fossero effettuati rilievi o fotografie per conservarne la memoria (se non superstiti in qualche disegno e due foto).
Storici milanesi del passato attribuirono erroneamente la costruzione del palazzo a Giovanni Giacomo Medici, detto il Medeghino, celebre generale di Carlo V e lontani parenti dei Medici di Firenze. Questa credenza potrebbe derivare da un progetto avviato dal Medeghino nel 1547 per edificare una residenza nella stessa area dove sorgeva l’antica dimora di famiglia. Tuttavia, documenti dell’epoca dimostrano che il Medeghino non realizzò mai il progetto, impegnato com’era in campagne militari e altri lavori, come il riordinamento del Castello di Melegnano.
Fu Giovanni Angelo Medici, fratello del Medeghino e futuro papa Pio IV, a iniziare i lavori del Palazzo Castelbarco-Simonetta, nove anni dopo la morte del fratello. Dopo essere stato eletto papa nel 1559, Pio IV si dedicò a diversi progetti a Milano, tra cui il monumento funebre del Medeghino nel Duomo e la costruzione del Collegio dei Giureconsulti. Solo nel 1565 iniziarono i lavori del palazzo sotto la supervisione dell’architetto Vincenzo Seregni. Tuttavia, con la morte di Pio IV nel dicembre dello stesso anno, la costruzione fu interrotta e mai completata.
Alla demolizione nel 1865, il palazzo mostrava un basamento ultimato lungo tutto lo sviluppo della fronte, come pure è ultimato l’ ordine dorico, nella parte a sinistra della porta, assieme alle finestre del piano terreno le quali sono sormontate da quelle finestrelle di piano ammezzato che furono una disposizione cosi caratteristica dell’architetto Galeazzo Alessi. Nella parte a destra della porta, la decorazione in pietra dell’ ordine terreno rimase interrotta alla metà circa delle colonne e delle finestre: non si scorge nessun altro indizio sul concetto della parte superiore del primo piano, e neppure della decorazione della porta, salvo che la interruzione della cornice dorica in corrispondenza alla colonna che inquadra il motivo della nicchia laterale alla porta, lascia supporre che l’ingresso dovesse essere decorato colla sporgenza di quattro colonne isolate, conforme al motivo dall’Alessi adottato nel palazzo Marino.
A lato del suddetto palazzo vi era anche un’antichissima chiesa, quella di Sant’Eusebio da Vercelli (E Santa Valeria). Chiesa di origini antichissime tanto che la fondazione viene fatta risalire a livello di tradizione all’epoca di Re Desiderio (700 dopo Cristo), mentre le prime prove scritte che attestano la presenza della chiesa risalgono al 1173.
La chiesa, poiché in stato quasi rovinoso, fu rifatta in forme barocche per volere dell’arcivescovo Federico Borromeo nel 1620. La chiesa mostrava l’abside ricurva su via Brera e l’ingresso laterale a lato di palazzo Cusani, ed era larga 10 metri per 28 metri di lunghezza ed ospitava due cappelle: la prima dedicata a San Giovanni Battista e Santa Caterina, costruita nel 1343, mentre l’altra era la cappella gentilizia della famiglia Archinto.
Incastrata tra il Palazzo Castelbarco-Simonetta e Palazzo Cusani, venne sconsacrata nel primo Ottocento e fu demolita nel 1865 assieme al palazzo di Pio IV.
(1852-53) Scorcio del palazzo Cusani e della scomparsa chiesa di
S. Eusebio. Litografia a due colori da: Milano Illustra-to. Album. Milano, ed. G. Ramazzotti e L. Bezzera.
Milano, Civica Raccolta delle Stampe “A. Bertarelli”.
La scomparsa del Palazzo Castelbarco-Simonetta privò Milano di un interessante esempio di architettura rinascimentale. Sebbene poche tracce restino oggi, le ricerche storiche hanno permesso di far luce su chi lo progettò e su come prese forma, rendendo omaggio a un’opera che, pur incompleta, rifletteva l’ambizione e la visione di un’epoca.
- Referenze immagini: Milano Sparita, Milano Scomparsa, Roberto Arsuffi
- Fonte testi: Annali di Architettura; MILANO – PALAZZO CUSANI by Biblioteca Militare; “Porta Nuova” Libreria Milanese 1987; “Descrizione di Milano” in tomi – Serviliano Latuada – 1737
- Brera, Palazzo Castelbarco-Simonetta, Accademia di Brara, Via Brera, Palazzo Cusani, Storia, Palazzo Pio IV, Medeghino