Milano Crescenzago. In via Adriano 1, nel cuore storico di Crescenzago, a due passi dalla Martesana e proprio di fronte al palazzo dell’ex municipio dell’antico comune autonomo sino a cent’anni fa, è stato ultimato il progetto delle Residenze Lumière, un piccolo edificio residenziale che ha suscitato numerose polemiche prima e durante la sua edificazione. Tuttavia, nonostante i lavori siano terminati, l’intervento appare ancora incompiuto dopo anni di travagliata costruzione.
Il progetto, firmato da Form_a, è un esempio di architettura fortemente controversa. L’edificio, con le sue forme audaci e moderne, si distingue come un elemento iconico, ma si inserisce in un contesto eterogeneo: da un lato si trova l’elegante Villa Lecchi-Pallavicini, edificio settecentesco affacciato pittorescamente sulla Martesana, dall’altro lato prevalgono anonime costruzioni risalenti agli anni 20 e 50 del Novecento.
Villa Lecchi-Pallavicini, un tempo impreziosita da vasti cicli di affreschi interni, ha visto questi ultimi andare perduti nel corso di ristrutturazioni e frazionamenti successivi. Resta comunque un simbolo dell’antico splendore di Crescenzago e funge da contrappunto storico all’impatto visivo del nuovo edificio.
Le Residenze Lumière, situate all’inizio di via Adriano, in prossimità di piazza Costantino e dell’incrocio con via Meucci (che forma una sorta di Y attorno al lotto), sorge su un’area che, fino agli anni Sessanta del Novecento, ospitava la storica Villa Sada. Quest’ultima era una delle molte dimore nobiliari che punteggiavano la riva della Martesana, ma fu demolita, lasciando il terreno libero e utilizzato per decenni come deposito di materiali.
L’edificio moderno, articolato su quattro piani, si presenta come una struttura monolitica e massiccia, con un gioco di geometrie che lo rende interessante e tutt’altro che banale. Tuttavia, il suo stile si discosta radicalmente dai canoni edilizi del contesto, rendendolo difficile da apprezzare unanimemente.
Il percorso del cantiere è stato lungo e tortuoso: il progetto, presentato nel 2018, è stato fin da subito oggetto di critiche da parte del quartiere. I lavori sono finalmente partiti nel febbraio 2022 e, sebbene l’edificio sia stato consegnato ai primi inquilini nei mesi scorsi, permangono elementi irrisolti. Tra questi spicca la mancata riqualificazione del marciapiede antistante: attorno al complesso ultimato, il terreno è ancora grezzo, circondato da cesate “temporanee” ormai rovinate dal tempo, un dettaglio che compromette l’aspetto complessivo dell’intervento.
Questa situazione deriva da questioni burocratiche. Per le opere di urbanizzazione è stata presentata la richiesta circa un anno e mezzo fa. Il Comune inizialmente non ha istruito la richiesta di permesso di costruire, per poi chiedere di sostituirla con una SCIA istruita dopo altri 6 mesi. Successivamente sono state fatte due richieste di modifica che hanno necessitato due integrazioni.
Ora il termine dell’istruttoria è fissato al 4 dicembre. Conseguentemente dovrebbero autorizzare l’intervento (si spera) per cui l’operatore ha già da tempo identificato un’impresa appaltatrice.
RESIDENZE LUMIERE MARTESANA – Via Adriano 1 (angolo Via Antonio Meucci) >>> (Uniabita Società Cooperativa)
- (residenziale) (nuova costruzione) * (PT + 4 piani) (piazza pubblica verso Piazza Costantino e via Adriano) (1.300 mq) (4.700 mc)
- progettisti e DL: arch. Andrea Fradegrada @ FORM_A + arch. Sandra Maglio @ FORM_A
- progettista e DL CA: ing. Antonio Capsoni
- progettista impianti: ing Mario Maistrello
- csp: geom. Stefano Ibba
- cse ing. Antonio Merante
- render: Onirism
- impresa esecutrice: Vismara Costruzioni – Melegnano, MI
- Referenze fotografiche: Roberto Arsuffi
- Crescenzago, via Meucci, via Adriano, piazza Costantino, Martesana, Lumière, Cantiere, Progetto
Affaccia su un incrocio che è peggio di una camera a gas, vista la colonna perenne di auto, camion (parecchi) e autobus.
Per poterci vivere necessitano infissi a tenuta stagna come un sottomarino e filtri dell’aria. Aprire le finestre è far entrare il cancro da gas di scarico.
E poi il solito grigio.
Veramente una scheggia buttata lì, incastrata a pochissimi metri da altre abitazioni.