Milano, Porta Ticinese.
Nel 2021, ben quattro anni fa, gli edifici di Corso di Porta Ticinese 96 e 98 — noti anche come borgo Calusca Scaldasole — sono stati messi in sicurezza per evitare il rischio di crolli di parti del tetto e delle facciate. Un intervento che aveva comportato l’installazione di impalcature e tubature, imbrigliando l’intero palazzo e rendendo difficoltoso il passaggio sul marciapiede ai pedoni.

Da pochi giorni, finalmente, sono iniziati i lavori di rifacimento dei tetti delle case popolari: un intervento atteso da anni. Come ha spiegato Lorenzo Pacini a Milano Bella da Dio, “i lavori sono il frutto della collaborazione tra MM e il Comune di Milano, che insieme hanno individuato le risorse per avviare finalmente questo importante progetto di ristrutturazione. Il cantiere non solo garantirà la messa in sicurezza e l’abitabilità degli appartamenti, ma rappresenta anche un passo fondamentale per tutelare e valorizzare chi vive nelle case popolari del centro città.”
Pacini sottolinea come Milano abbia attraversato, e continui ad attraversare, intensi processi di gentrificazione: le persone con redditi medio-bassi vengono spesso spinte ai margini a causa dell’elevato costo della vita. Per questo motivo, mantenere e valorizzare l’edilizia popolare anche nelle zone centrali della città è cruciale per garantire un’urbanità inclusiva, accessibile e sostenibile. “Difendere le case popolari in centro,” prosegue Pacini, “significa soprattutto difendere le persone che le abitano. Vorremmo aumentare il numero di cittadini che, pur con redditi contenuti, possano vivere in quartieri centrali e ben serviti.”
Un altro progetto legato al complesso del Ticinese riguarda la valorizzazione degli spazi adibiti a parcheggio situati sotto le abitazioni. L’obiettivo è renderli disponibili ai residenti e ai cittadini a tariffe accessibili, generando al contempo risorse economiche che il Comune potrà reinvestire nella manutenzione e nel miglioramento degli edifici popolari.

Vale la pena ricordare che questi edifici si trovano esattamente di fronte alla Basilica di Sant’Eustorgio e al Museo Diocesano, in una delle piazze più belle e storiche di Milano: piazza Sant’Eustorgio.
Purtroppo, le impalcature presenti da oltre quattro anni non hanno solo danneggiato l’estetica dell’immobile, ma hanno anche contribuito al degrado del palazzo. Gli edifici, già imbrattati al piano terra, sono diventati un facile bersaglio per i vandali che, sfruttando le impalcature come scalette, hanno raggiunto anche il primo piano per riempirlo di graffiti e scarabocchi. Il risultato è un lungo edificio residenziale ancora più trascurato e segnato dal tempo.
Speriamo l’intervento non riguardi solo i tetti, ma anche le facciate.
Gli stabili di Corso di Porta Ticinese 96 e 98, insieme a quelli di via Scaldasole 1 e 3, fanno parte di un unico complesso residenziale. Nonostante l’aspetto “antico”, si tratta di edifici costruiti nel 1980 — con alcune parti originali e altre moderne — come case popolari di proprietà del Comune, oggi gestite da Metropolitana Milanese S.p.A. (MM).






- Referenze immagini: Roberto Arsuffi
- Porta Ticinese, Piazza San Lorenzo, Corso di Porta Ticinese, Imbrattamuri, Arredo Urbano, Degrado, Via Scaldasole, Piazza Sant’Eustorgio, Sant’Eustorgio, Darsena, Graffiti
Se il Comune o chi per esso non è in grado di garantire manutenzione e decoro delle proprie proprietà, le venda. L’ha già fatto con tutto il suo patrimonio: centrale del latte, farmacie, eccetera… almeno un privato lo valorizzerebbe. Trattandosi di edilizia residenziale pubblica, anche vendere agli inquilini non sarebbe male.
no, al comune mancano le case pubbliche, tutto piuttosto che venderle mi spiace…
Ti sottopongo un ragionamento, vediamo cosa ne pensi.
Vado per step.
a) il patrimonio immobiliare di edilizia residenziale pubblica è vecchio, fuori norma e richiede costosi ed impegnativi interventi di manutenzione.
b) gli Enti che lo gestiscono non hanno i soldi per farlo (affitti bassi, morosità, costi elevatissimi per mettere a norma le case).
c) molti inquilini (non tutti) sarebbero disposti ad acquistare l’alloggio dove vivono, ad un prezzo giusto, e farsi carico della riqualificazione (quando una cosa è tua, la tratti in un modo diverso e sei disponibile ad investire su di essa).
d) vendi, incassi, ti liberi di un parco case vecchio.
e) il denaro che hai incamerato lo usi per costruire nuove case, più moderne, ecosostenibili, con criteri che non richiedano almeno nell’immediato interventi di manutenzione.
f) rilanci il mercato edilizio, crei posti di lavoro.
g) con i soldi che incassi per aver venduto dieci case, puoi costruirne 15.
h) questo perchè i costi di costruzione sono inferiori al valore dell’opera finita; incrementi il valore immobiliare del tuo parco case (se costruire una casa costa 10, appena hai finito di costruirla vale 15, per dare dei numeri che facciano capire).
Che te ne pare?
Mi sembra talmente lineare da essere disarmante. Per questo nessuno ti prenderà in considerazione.
Mancano altri passaggi ulteriormente positivi:
A) anche i nuovi proprietari che interverrebbero per manutenere le loro nuove case creerebbero indotto e posti di lavoro.
B) si eliminerebbero dalle assegnazioni persone che potendosi comunque permettere, anche con un mutuo, di comprare la casa dove vivono (per un sopraggiunto miglioramento delle proprie condizioni), non “graverebbero” più sull’edilizia popolare.
C) si ridurrebbe il degrado di quartieri ed isolati.
Chi non ce la fa, resta dove è, come è.
Mi sembra una buonissima idea.
Da pochi giorni, finalmente, sono iniziati i lavori di rifacimento dei tetti delle case popolari: un intervento atteso da anni. Come ha spiegato Lorenzo Pacini a Milano Bella da Dio, “i lavori sono il frutto della collaborazione tra MM e il Comune di Milano, che insieme hanno individuato le risorse per avviare finalmente questo importante progetto di ristrutturazione. Il cantiere non solo garantirà la messa in sicurezza e l’abitabilità degli appartamenti, ma rappresenta anche un passo fondamentale per tutelare e valorizzare chi vive nelle case popolari del centro città.”
Pacini sottolinea come Milano abbia attraversato, e continui ad attraversare, intensi processi di gentrificazione: le persone con redditi medio-bassi vengono spesso spinte ai margini a causa dell’elevato costo della vita. Per questo motivo, mantenere e valorizzare l’edilizia popolare anche nelle zone centrali della città è cruciale per garantire un’urbanità inclusiva, accessibile e sostenibile. “Difendere le case popolari in centro,” prosegue Pacini, “significa soprattutto difendere le persone che le abitano. Vorremmo aumentare il numero di cittadini che, pur con redditi contenuti, possano vivere in quartieri centrali e ben serviti.”
Adesso forse è più chiaro?
Aler invece cosa fa per quanto il suo parco di case popolari? Si gratta la patacca mentre i dirigenti incassano stipendi da favola?
Regione Lombardia toc toc.
D’accordissimo. Il settore pubblico non dovrebbe possedere immobili, dato che per natura non è in grado di mantenerli in condizioni decenti. Si dovrebbe vendere tutto quanto a privati.
E come faranno le persone a permettersi una casa?
Semplice, permettendo ai privati di costruire molto di più di ora (senza limitazioni di altezza ecc…), così si aumenterebbe moltissimo l’offerta di immobili e i prezzi andrebbero a picco. Basic Economics.
Ahahahhaha.
BASIC economics = Charles Dickens Economy
Usare l’inglese non ti rende più intelligente.
No Andrea. E cosa dici in merito a tutti gli immobili abbandonati da privati truffatori? I privati se possiedono devono pagarla cara la loro responsabilità, e il loro possedimento! Viva il bene comune, ben gestito, e abbasso la privatizzazione, alla fine sempre mal gestita.
“permettendo ai privati di costruire molto di più di ora (senza limitazioni di altezza ecc…)”
Questa tua frase è pura pazzia, stai annientando qualsiasi logica di garanzia di una vita decente ai futuri fruitori.
Zia Leti, poca letizia nelle tue parole
Un privato valorizza un’area solo se ci fa abbastanza margine da poterla valorizzare. Ma in che modo ti viene in mente di difendere i privati privilegiati che fanno i soldi sulle spalle di chi vive la città?
Inoltre, il patrimonio immobiliare di privati non è sempre in buono stato, anzi
Caro Alessandro, ma hai letto bene? Dove ti risulta che io difenda i privati privilegiati? Ho proposto di vendere agli inquilini, non a speculatori. Sei andato oltre nel ragionamento attribuendomi concetti che non ho mai espresso. Vendere non vuol dire privatizzare. Direi che “Maurino” ha capito molto bene ciò che volevo dire. In quanto poi al sarcasmo sul mio nome, evita se puoi. Ce ne sono già abbastanza di spiritosoni su questo sito.
Con dei bei cartelloni pubblicitari ci si paga parte dei lavori di rifacimento della facciata.
Poco turistico in una zona ad alta densità di turisti.