Milano | Porta Venezia + Loreto – Riqualificazione di Corso Buenos Aires (e negozi chiusi): luglio 2025

Milano Porta Venezia + Loreto.

Aggiornamento di inizio luglio 2025 dal cantiere per la riqualificazione di Corso Buenos Aires, la grande arteria commerciale che collega Porta Venezia a piazzale Loreto.

Questa volta vogliamo porre l’attenzione su un fenomeno che sempre più persone stanno notando, compreso noi: la progressiva scomparsa delle attività commerciali lungo il corso. Le chiusure, ormai diffuse un po’ ovunque in città, qui sembrano aver assunto i contorni di una vera e propria emorragia commerciale, da cui non si riesce a uscire.

Le cause sono molteplici. Da un lato, l’interminabile cantiere che sta interessando la zona; dall’altro, i profondi cambiamenti nelle abitudini di consumo, con sempre più persone che preferiscono lo shopping online anziché visitare i negozi fisici. A questo si aggiunge l’aumento continuo dei canoni d’affitto, che ha progressivamente spinto fuori il commercio di prossimità, favorendo grandi catene internazionali. Queste ultime, dopo aver occupato i principali spazi negli ultimi anni, stanno ora abbandonando l’area senza essere sostituite, lasciando vetrine vuote e serrande abbassate per lunghi periodi — in alcuni casi, persino anni.

Pare inoltre che molti commercianti preferiscono attendere la fine dei lavori prima di riaprire o investire, ma nel frattempo, nonostante i miglioramenti nell’arredo urbano, il problema si fa sempre più evidente.

Naturalmente, i critici delle scelte urbanistiche dell’attuale Giunta puntano il dito contro la creazione delle piste ciclabili (peraltro tra le più utilizzate della città) e il conseguente restringimento della carreggiata. Tuttavia, una chiusura totale al traffico appare impraticabile, considerando il ruolo cruciale che Corso Buenos Aires svolge nella distribuzione dei flussi tra il centro e direttrici come viale Monza e via Palmanova. Le alternative, come via Benedetto Marcello o via Morgagni, non sono realisticamente percorribili, mentre via Vittor Pisani — l’opzione più vicina — risulta comunque decentrata e porta direttamente alla Stazione Centrale rischiando altro congestionamento stradale.

A complicare ulteriormente la situazione, a breve dovrebbe partire il tanto atteso (finché non lo vedo non ci credo) cantiere per la riqualificazione di piazzale Loreto, che si aggiungerà a quello già in corso in piazza Caiazzo per la preferenziale della 90/91. Un mix esplosivo che rischia di aggravare ulteriormente una crisi che, speriamo, sia solo temporanea.

Intanto i lavoro per la riqualificazione proseguono e seguirà un nuovo articolo a seguire.

  • Referenze fotografiche: Roberto Arsuffi
  • Loreto, Corso Buenos Aires, Architettura, Riqualificazione, Via Petrella, Le Corti Segrete di Baires, Via Scarlatti,
Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

18 commenti su “Milano | Porta Venezia + Loreto – Riqualificazione di Corso Buenos Aires (e negozi chiusi): luglio 2025”

  1. Adesso inizieranno a dire che I negozi sono chiusi per la ciclabile. UF anche voi avete r*tto!

    I vostri articoli sembrano quelli di libero ormai, titoloni ignoranti, tutto per un clic.

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  2. SINDACO BEPPE SALA HAI DISTRUTTO UNA CITTA CM MILANO SEI RIUSCITO A FAR FALLIRE MILANO
    TUTTO PER COSA ??? SOLO X FARE INTERESSI DEGLI AMICI
    COMPLIMENTI

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  3. Da abitante della zona ho visto chiudere negozi dedicati al commercio per cinque anni di fila. Gli spazi che hanno riaperto sono diventati bar o fast food, oppure negozi più o meno temporanei con una qualità inferiore rispetto ai loro predecessori. Ci sono spazi che poi sono nuovi e non hanno mai aperto, come quello sotto la torre e una delle grandi superfici di nuova costruzione dove prima c’erano le corti di Baires. Il fenomeno è così ampio, esteso e duraturo che mi sembra difficile ricondurlo alla costruzione della pista ciclabile. È iniziato con le “non riaperture” dopo la pandemia e si è progessimanente ingigantito con inflazione e cambiamento nei comportamenti di acquisto.

    È dagli anni 80 che non si va più a fare acquisti “sul corso” con la macchina. All’epoca c’erano i cinema e le boutique. Che poi sono scomparsi come stanno scomparendo i negozi oggi. Forse è solo la naturale evoluzione delle cose quando cambiano le abitudini delle persone.

    Persone che magari impareranno a pedalare per muoversi in città e creeranno nuovi flussi commerciali diversi dai precedenti.

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  4. Gli speculatori immobiliari ormai preferiscono aumentare gli affitti alle stelle e lasciare i negozi sfitti o attività che chiudono dopo 6 mesi a politiche più lungimiranti.

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  5. Percorro il corso a piedi e in bici tutti i giorni da porta Venezia a Loreto. La ciclabile è comoda e spaziosa, come il marciapiede, pensato forse per dei volumi fin troppo generosi rispetto alla reale utilità. Noto con preoccupazione che le macchine, alle quali è concesso di percorrere il Corso proprio per mancanza di un’alternativa, creano grandi problemi ai mezzi di soccorso, ambulanze e vigili del fuoco, che si trovano, per altrettanta mancanza di alternative, a percorrere la stessa via. Questo accade perché la singola corsia chiusa ai lati dalla ciclabile delimitata da blocchi rende impossibile alle vetture spostarsi per lasciar passare. È una situazione che si verifica continuamente, cosi come il “tappo” in Loreto allo scattare del semaforo che da viale Monza immette in rotatoria per poi far defluire verso Brianza, Doria o Buenosaires. Non so quale potrebbe essere la soluzioni a queste due situazioni, ma inviterei chi progetta la città ad osservarle, per evitare di replicarle in futuro. O addirittura porvi rimedio?

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    • Complimenti, condivido.
      Probabilmente per noi ciclisti sarebbe bastata solo una carreggiata a doppio senso, e lasciare più spazio, invece che creare due carreggiate a doppia corsia, che se la sognano anche a Manhattan 😃. Inoltre si creano ingorghi infiniti su Buenos Aires di auto aumentando le emissioni… Sarebbe da ridisegnare tutto il traffico, e pensare di rendere buenos aires un senso unico, e trovare un’altra strada parallela, un alternativa per l’altro senso di marcia

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  6. Articolo molto realistico ed equilibrato nell’analisi delle cause.
    Guardando al Futuro, serve un totale ripensamento di come il Corso possa offrire un modello di retail competitivo rispetto allle alternative (grandi centri commercilai e ecommerce) e attrattivo per le nuove insegne, interessate a restare nel lungo periodo
    Questo significa offire qualcosa di BELLO e UNICO (un’ ESPERIENZA) a clienti, turisti e cittadini, ai livelli delle grandi vie dello shopping internazionali.
    Sicuramente NON un viale con sole allo zenit che ti brucia, arredo urbano devastato e lasciato all’incuria, rumore, smog e pericoli da traffico di autoveicoli che sgasano o ambulanze in emergenza. Sicuramente non il modelli del passato a cui ahimè sono ancorati molti stakeholder del Corso.

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  7. LOC sarà un ulteriore spallata al commercio, visto che ospiterà un centro commerciale… all’inizio di una via già da sempre commerciale. Sulla chiusura dei negozi: si tratta (forse anche) di marchi che hanno troppi punti vendita? E in Buenosaires non si potrebbe immaginare un pensiero per favorire una diversificazione?

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  8. Ormai le vie dello shopping sono solo catene fast fashion e fast food, sono sparite le boutique come l’interesse di andare a cercare qualcosa di diverso. Corso Buenos Aires come via Torino o corso Vittorio Emanuele tutto uguale, stessi negozi.
    Il paradosso della città della moda è non sapere dove andare a comprare abbigliamento, si passa dai brand del lusso al fast fashion senza più un’alternativa.

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  9. Mi sembra stravolta un articolo un po furbino clickbait di Urbanifile per dare il via alle solite polemiche.

    Che mal si concilia con la politica di censure arbitrarie di urbanifile che ha adottato ultimamente.

    Di chi sarà la colpah della chiusura dei negozi.

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  10. Ma il verde dov’è ? In estate il corso sembra un forno a cielo aperto…secondo me per l’attuale amministrazione il verde è solo un fastidioso costo e non un bene per la comunità.

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  11. Vogliamo parlare di affitti da 100.000 euro al mese.
    Se i proprietari degli immobili fossero meno ingordi i negozi ci sarebbero.

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  12. In tutto il centro il commercio soffre. I motivi sono molteplici, ve lo dice un ex negoziante. Concorrenza dell’ online, affitti troppo alti (ma quelli si abbasserebbero da soli, se non si trova a chi locare), bollette stratosferiche, spese condominiali allucinanti, tasse su tende e insegne, e dulcis il fundo, scomodità nel raggiungere i punti vendita. Area B, Area C, parcheggi svaniti nel nulla per fare marciapiedi stile Hollywood o ciclabili che usano due rider, sono una concausa alla desertificazione commerciale. È una scelta politica.

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  13. Sala non vuole traffico, limita tutti ad andare coi mezzi. Le persone piuttosto vanno nei centri commerciali in auto. E i negozianti perdono clienti e chiudono. Piste ciclabili e marciapiedi enormi che hanno ristretto a monocorsie il Corso e striscie pedonali infra tra i semafori molto pericolose. Uno schifo.

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  14. Io insisto che la Disgrazia di Milano è Sala con la sua giunta.Milano è diventata il bancomat di questa amministrazione. Stiamo pensando in tanti di creare una class action e cominciare a portare in tribunale i responsabili di tutto ciò.

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  15. Probabilmente per noi ciclisti sarebbe bastata solo una carreggiata a doppio senso, e lasciare più spazio, invece che creare due carreggiate a doppia corsia, che se la sognano anche a Manhattan 😃. Inoltre si creano ingorghi infiniti su Buenos Aires di auto aumentando le emissioni, era se l’idea della ciclabile era quella rivolta all’eco sostenibilità… Sarebbe da ridisegnare tutto il traffico, e pensare di rendere buenos aires un senso unico, a doppia corsia, e trovare un’altra strada parallela, un alternativa per l’altro senso di marcia, perché resta una zona altamente trafficata e per come stanno le cose attualmente, è perennemente congestionato il percorso in entrambi i sensi, ostacolando anche il passaggio ai mezzi di soccorso.
    Che ne pensate?

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