Milano, Fiera Bolla.
La splendida via Domenichino, da noi considerata una delle più belle strade cittadine, presentava tuttavia un difetto: il suo parterre centrale — una meravigliosa “rambla” con una passeggiata ombreggiata da alti platani e rigogliosi cespugli — era interrotto all’altezza di via Ravizza/Piazzale Crivellone e via Mosè Bianchi. In quei punti, delle cancellate ne impedivano la continuità, costringendo i pedoni a deviare sui marciapiedi laterali per poi rientrare nel percorso centrale, affrontando scomode e inutili gimcane.





Un intervento a cura e spese di un privato, finalizzato alla valorizzazione degli spazi pubblici ai sensi dell’art. 80, comma 3, del vigente Regolamento Edilizio, ha interessato prima via Monte Rosa e via Domenichino verso piazzale Amendola. L’opera ha previsto fra l’altro la realizzazione di “castellane” (isole pedonali protette) agli incroci tra via Domenichino e le vie Ravizza/Piazzale Crivellone e Mosè Bianchi, con il ridisegno dei percorsi pedonali e l’apertura delle cancellate centrali. Ciò ha finalmente reso possibile una passeggiata continua e fluida, senza più deviazioni o ostacoli.
L’intervento sull’incrocio con via Mosè Bianchi è già stato completato; resta da ultimare quello con via Ravizza e Piazzale Crivellone.









Qui di seguito la parte ancora da completare dell’incrocio con via Ravizza e Piazzale Crivellone.





- Referenze fotografiche: Roberto Arsuffi
- Fiera Bolla, piazza Amendola, Piazzale Brescia, Arredo Urbano, Verde Pubblico, via Domenichino, Via Mosè Bianchi, Piazzale Crivellone, Via Carlo Ravizza, via Lorenzo di Credi, Gio Ponti
Intervento giusto, arrivato in ritardo di qualche decina di anni.
Quello che pochi sanno è che le ringhiere sugli angoli delle strade coinvolte non sono “normali”, ma riempite di cemento per renderle più resistenti in caso di incidente stradale.
Qualche anno fa, purtroppo, ne avvenne uno mortale proprio in piazzale Crivellone, in cui un residente fu colpito da un camion salito sul marciapiede dopo uno scontro. Le ringhiere al tempo erano semplice acciaio cavo e cedettero.
Speriamo che nella risistemazione se ne sia tenuto conto.
Ma non è la passeggiata il motivo dei lavori o almeno non solo. La carreggiata è stata sollevata a livello marciapiede; lo scalino non c’è più e le auto impegnando l’incrocio devono affrontare un piccolo dislivello creato apposta perché rallentino, cosa ancora da valutare negli effetti: questi incroci sono stati e sono ancora teatro di incidenti gravi e anche mortali. Poca visibilità e scarsa osservazione degli enormi segnali di stop. Non vi dico i semplici tamponamenti! Ne ho visti decine.
Si sa chi sia il privato che ha finanziato l’attraversamento? Non ci sono grosse attività commerciali nelle immediate prossimità