"Anche le città hanno una voce" | Segnalazioni, bellezze, architettura, storia e altre curiosità urbane.

Milano | Fiera-Bolla – Le più belle vie in città: via Domenichino

Quanto, ma quanto, ci piacerebbe vedere la maggior parte delle vie cittadine allestite urbanisticamente come quelle che adiamo a mostrarvi, come ad esempio Via Alberto da Giussano, ricche di alberi e aiuole. Strade alberate ai lati o in centro, alberate ovunque sia possibile, ricche di aiuole e vie dove si possa passeggiare all’ombra e al fresco nelle estati roventi. Una tipologia di strada cittadina che, purtroppo, è una rarità, specie nella parte di città densamente abitata.

Una delle più belle strade di Milano, forse la più bella dal punto di vista naturalistico, ambientale e architettonico, è senza alcun dubbio via Domenichino nel distretto Fiera-Bolla.

La lunga via unisce Piazza Amendola a Piazzale Brescia (a dire il vero dopo via Carlo Ravizza cambia nome e diventa via Lorenzo di Credi), e si trova nel cuore del quartiere che era ancora cent’anni fa era quasi tutta campagna, escludendo l’antica Cascina Bolla posta all’altezza di Piazzale Crivellone.

La via, abbastanza lunga, ha un parterre centrale alberato ai lati da gradi platani e le aiuole, ricche di cespugli, separano i pedoni che possono passeggiare al centro o fermarsi sulle aiuole, dalle automobili parcheggiate nelle due carreggiate laterali.

Tra le varie architetture qui preseti segnaliamo uno dei lavori di Gio’ Ponti assieme a Emilio Lancia: la Casa di Via Domenichino, realizzata nel 1928 – 1931. La caratteristica dell’edificio è la soluzione scelta per concludere l’edificio nell’angolo, con una sorta di torretta a forma di gazebo o pagoda. Le facciate sono decorate al minimo in uno stile decò molto semplice, sottolineato dall’uso di intonaco Terranova rosso scuro su di un basamento in travertino toscano dei primi due piani del palazzo, che è scandito da fasce marcapiano realizzate nello stesso materiale. 

Invece, di fronte troviamo il Grattacielo di 14 piani di piazza Amendola, costruito da Luigi Mattioni nel 1951-53 con ingresso in Via Domenichino 2. Tuttavia, sono molti altri gli edifici che vale la pena ammirare, come: N°11 Condominio LABA (1959) Enzo Battigalli; la neoromanica Villa Reina (1929) Alberto Taddei; N°19 (1934) Giuseppe Martinenghi; N°27 (1933) Giuseppe Martinenghi; N°44 (1963) Giancarlo Pizzi; N°50 (1959) Arnaldo Ferraresi.

Appendice della meravigliosa via Domenichino è senz’altro il grazioso Piazzale Crivellone, anch’esso ricco di verde e ricco di gioielli architettonici, oltre ad avere la quattrocentesca Cascina Bolla dove (come alcune fonti citano) visse addirittura Leonardo Da Vinci per un certo periodo del suo soggiorno in città, costruita nel 1400. Ma anche la stupenda casa moderna al numero 50 di via Domenichino realizzata da Arnaldo Ferraresi nel 1959.

Qui scorreva il fiume Olona che serpeggiando attraversava la via a metà, naturalmente oramai deviato e sparito per sempre da queste parti.

Purtroppo, una via stupenda non può esser circondata da altre vie altrettanto belle e verdeggianti, come è il caso di Via Mosè Bianchi, che si incrocia con via Domenichino e dove la spianata di catrame e parcheggi non si avvicinarono minimamente al clima che si respira nella via Domenichino. Ci chiediamo come sempre, perché vie come questa, larghe abbastanza non siano alberate… chissà, magari tra cent’anni qualcosa sarà fatto.

Purtroppo, il clima torrido di questi ultimi tempi sta compromettendo il verde della via, soprattutto quello dato dai cespugli che, non pescando l’acqua in profondità, soffrono parecchio la siccità ed ecco il triste risultato.

Referenze fotografiche: Roberto Arsuffi

Fonti: “Le Strade di Milano”, Newton Peridici 1991; Pure Milano Photo Project – Sosthen Hennekam

Fiera Bolla, piazza Amendola, Piazzale Brescia, Arredo Urbano, Verde Pubblico, via Domenichino, Via Mosè Bianchi, Piazzale Crivellone, Via Carlo Ravizza, via Lorenzo di Credi, Gio Ponti




Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

Milanese doc. Appassionato di architettura, urbanistica e arte. Nel 2008, insieme ad altri appassionati di architettura e temi urbani, fonda Urbanfile una sorta di archivio architettonico basato sul contributo del web e che in pochissimo tempo ha saputo ritagliarsi un certo interesse tra i media e le istituzioni. Con l’affermarsi dei Social Network, che richiedono sempre una maggiore velocità di aggiornamento, Urbanfile è stato affiancato da un blog che giornalmente segue la vita di Milano e di altre città italiane raccontandone pregi, difetti e aggiungendo di tanto in tanto alcuni spunti di proposta e riflessione.


21 thoughts on “Milano | Fiera-Bolla – Le più belle vie in città: via Domenichino

  1. Est71

    che delusione l’ultima foto che riporta alla triste realtà. Per un momento ho creduto che ci fosse un sistema di innaffiamento automatico e funzionante..
    Comunque la qualità del contesto non si discute

  2. Anonimo

    E’ incredibile il confronto con Corso Lodi che invece è veramente bruttarello. Eppure sono entrambi ex sedi di tram poi pedonalizzate.

    1. Anonimo

      E’ veramente brutto il tratto da piazzale Lodi fino a dopo lo scavalco della ferrovia, poi più giù non è così male.

      Magari nell’ambito dei lavori per l’ex Scalo Romana potrebbe arrivare qualche miglioramento.

  3. Anonimo

    Concordo che, un po’ come a Barcellona, le strade con parterre centrale dovrebbero essere TUTTE così, che è peraltro come le aveva immaginate Beruto.

  4. Anonimo

    Volendo proprio cercare il pelo nell’uovo… (la via è bellissima):

    il verde sembra un po’ “overgrown” qua e là (foto 2, 3 e 6) e una potatura non gli farebbe male.

    Inoltre, ma questo è un problema di Milano in generale, il livello dell’arredo urbano è veramente basico. Davvero non si riesce a fare di meglio della solita panchina anni 70 e del lampione standard da percheggio del supermercato?

    1. Anima

      Dire che la via è stupenda, meravigliosa è una esagerazione. Nella via ci sono ottimi esempi di architettura che è quello che rimane nel tempo se ben conservata

  5. Albe

    Tutti fenomeni con una strada larghissima in un contesto ben abitato, residenziale e poco trafficato.
    La via è piacevole ma la soluzione non è esportabile ed è anche piuttosto superata.
    Il parterre centrale è una riserva indiana per pedoni.
    Servono gli assi plurimodali in cui le auto stanno al centro ed i marciapiedi sono occupati da pedoni e bici.

  6. Giuseppe

    Via Domenichino,bella via larga e con al centro un camminamento con a terra della chiara e panchine per sedersi il tutto con del verde che corre per tutta la via sulla parte destra che a sinistra. In tutta la via corrono su ambedue i lati dei bellissimi platani.
    Allora: al centro la ghiaia non esiste quasi più e quando pioveva si creavano pozze cosa che se ci fosse la ghiaia non si creerebbero, le panchine sono sporche o rotte,il verde cresce incolto e non ha una logica ,infine i platani non sono manutentati e crescono solo in altezza.Dunque via bella tenuta malissimo.come sempre e per tutto.

  7. Angelo Secchi

    Quasi tutte le vie e la circonvallazioni di Milano erano così: alberi e giardini verdi.. Da anni sono diventati parcheggi. In alcuni casi, per essere sicuri che il verde non ritorni sono state asfaltate o cementificate.

  8. Anonimo

    La via più bella di Milano è Paolo Sarpi. Pedonalizzare e riqualificare con materiali di pregio e verde dovrebbe essere la norma.

    Le auto vanno pian piano tenute fuori dalla città o relegate in alcune piste automobilistiche ben delimitate. Oppure possono usare autostrade e tangenziali, ma in città ne devono girare sempre meno.

    Pensiero talebano? No, il futuro sarà così, sta già avvenendo in tante città ricche e vivibili.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.