Milano | Maggiolina – Le stazioni di servizio storiche dimenticate e che andrebbero valorizzate

Milano, Maggiolina.

A volte ci chiediamo quale sia il ruolo effettivo della Sovrintendenza. Non di rado, infatti, assistiamo al paradosso di costruzioni “protette” che finiscono in rovina e nell’abbandono, senza che l’ente preposto alla tutela della memoria storica intervenga in modo deciso, né sanzioni i proprietari che lasciano deperire edifici di valore.

Se è vero che palazzi e chiese costituiscono le emergenze più evidenti da preservare, non vanno dimenticate le cosiddette microarchitetture: strutture nate per funzioni specifiche, che in molti casi svolgono ancora oggi il loro compito, ma che il tempo e la negligenza hanno progressivamente deturpato. Questi manufatti meritano una strategia attenta di tutela e valorizzazione, anche perché in diversi casi hanno conservato quasi intatta la conformazione originaria, sia tipologica sia materica. Sarebbe auspicabile che gli organi competenti promuovessero il loro restauro, sensibilizzando l’opinione pubblica all’importanza di mantenere vivi questi “documenti” urbani.

Un esempio significativo è la stazione di servizio di viale Marche 36, all’angolo con viale Zara alla Maggiolina: una delle più antiche di Milano – e probabilmente d’Italia – costruita nel 1934 dall’ingegner Carlo Agular per l’AGIP. Passata successivamente a Fina e oggi diventata un punto IP, rappresenta un piccolo gioiello architettonico. Una ventina d’anni fa, l’ultima ristrutturazione fu realizzata sotto la supervisione della Sovrintendenza, che impose il mantenimento dei caratteri originari dell’opera, impedendo che fosse stravolta dalle logiche di branding aziendale.

Tuttavia, negli anni, cartelli mal posizionati e apparecchiature tecniche aggiunte senza criterio hanno progressivamente compromesso l’armonia complessiva, fino alla situazione attuale: un impianto ridotto all’essenziale, con il negozio chiuso da tempo (in passato persino trasformato in pizzeria d’asporto), che appare oggi come uno spazio sciatto e degradato. E pensare che tra meno di dieci anni questo manufatto compirà un secolo di vita.

Accanto a questa, nello stesso isolato compreso tra viale Zara, via Leone Fortis, via Arbe e viale Marche, si trova un’altra stazione storica, costruita negli anni Cinquanta per l’AGIP, probabilmente su progetto di Mario Bacciocchi (non abbiamo trovato conferme), l’architetto che disegnò numerose stazioni di servizio in tutta Italia. Questa struttura è rimasta operativa con Eni fino al 2023 ed è ora in fase di riqualificazione, probabilmente con il marchio Enilive. Resta da capire quale destino le verrà riservato.

Vale la pena ricordare che lo stesso Bacciocchi, nel 1952, progettò la splendida stazione di servizio di piazzale Accursio, restaurata e valorizzata negli anni recenti, che ancora oggi impreziosisce quell’angolo di Milano.

Ecco perché, proprio in quanto “esemplari unici” di una produzione seriale, questi manufatti meritano di essere conservati e rispettati. Servirebbe un impegno più concreto da parte delle istituzioni, ma anche una maggiore sensibilità collettiva verso architetture che, pur nella loro funzione quotidiana, hanno contribuito a definire l’identità del Novecento. Basterebbe un po’ di attenzione e cura, riportando in luce le linee originali e mantenendo il rispetto non solo per le forme architettoniche, ma anche per il lavoro di ingegneri e architetti che seppero coniugare funzionalità e bellezza urbana – un valore che oggi, purtroppo, sembra spesso mancare.

  • Referenze immagini: Roberto Arsuffi, Milano Sparita, Skyscrapercity, Milano Segreta
  • Le foto d’epoca sono immagini diffuse in rete e pertanto non di nostro possesso. Non si conosce autore e proprietario, a meno che non sia riportato sulla foto con watermark.
  • Ringrazio gli amici di Skyscrapercity Milano Sparita
  • Milano, Maggiolina, Stazione di Servizio, Benzinaio, Benzina, viale Zara, via Leone Fortis, via Arbe, viale Marche, AGIP, Mario Bacciocchi, Carlo Agular, architettura

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

8 commenti su “Milano | Maggiolina – Le stazioni di servizio storiche dimenticate e che andrebbero valorizzate”

  1. Volevo scriverci qualche tempo fa, proprio a proposito della stazione di servizio della Maggiolina. Passandoci davanti tutti i giorni, per anni l’ho sempre vista come una brutta struttura maltenuta. Poi in giorno, passando con calma a piedi, mi son reso conto che nascondeva qualcosa di particolare. Purtroppo deturpata dall’attuale insegna moderna, da una serie di cabine tecniche nate ai lati delle colonne, e dalla cattiva manutenzione del gestore.

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  2. Vi ricordo che in p.le Accursio le stazioni di servizio particolari sono due. Oltre a quella ricordata c’è l’altra con la bella piramide che copre il piccolo ufficio del gestore. Ora è un cantiere, speriamo non venga stravolta.

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  3. Buongiorno,
    sulla rivista di architettura AREA n. 10 del 1992 e su DOMUS n. 811 del 1999 ho pubblicato una breve storia anche fotografica sulle Stazioni di Servizio in Italia e non solo, avendo frequentato e intervistato personalità di quel mondo tra Aziende petrolifere e archivi dei progetti. Con una rassegna fotografica dell’amico e fotografo Antonio Forturno.

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  4. La sovrintendenza dovrebbe non soltanto vincolare, ma essere anche obbligata a valorizzare il patrimonio artistico nazionale. Uno come tanti altri edifici e manufatti di Milano vincolati che cadono a pezzi.

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    • Non dire corbellerie, oh tu scellerato! Come puoi esibire idee di tale demenza? Definire quelľobbrobrio in rovina come un’opera ďarte é una ingiuria alla nobil bellezza. Ľunico errore compiuto in quel frangente é stato costruire un’altra stazione di servizio e non modernizzare la prima. Modernizzare non vuol dire per forza cambiare quelle armoniose forme di uno stile apprezzabile seppur superato, bensì massimizzare ľefficienza del luogo in modo da migliorare la qualità di vita pubblica. Al posto di uno dei due benzinai si potrebbe creare una zona verde, che sarebbe di grande giovamento considerando le due scuole (materna ed elementare) locate lì di fianco. Che gli dei permettano alla tua debole mente di comprendere la verità!
      Buona giornata

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  5. Leggendo questo mi viene in mente il chiosco abbandonato davanti all’Ospedale Maggiore (Niguarda), il quale dà un’immagine degradata e triste a un piazzale assolato e invivibile, come appunto l’ingresso del Niguarda.
    Non capisco come mai non sia prevista la presenza di qualche albero, o panchina, per rendere il piazzale un pochino più piacevole, e quel chiosco potrebbe essere un punto di ritrovo e aggregazione giovanile, invece che di polvere e tetano.

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