Milano, Trasporti.
Ottobre 2025. Un rapporto del Politecnico di Milano, firmato dai docenti Paolo Beria e Tommaso Battilocchi, fotografa il lento declino del trasporto pubblico di superficie nel capoluogo lombardo. Tra il 2016 e il 2024, tram, bus e filobus hanno perso in media tra il 15 e il 20% delle corse: circa 3.500 partenze in meno ogni giorno.
Una riduzione che molti milanesi hanno sperimentato sulla propria pelle, tra attese raddoppiate e linee sempre più diradate.
Il calo dell’offerta, spiegano Comune e ATM, è legato alla carenza di conducenti, un problema diffuso in tutta Europa ma aggravato a Milano da bassa disoccupazione, costo della vita elevato e orari di lavoro complessi. A peggiorare la situazione, i cantieri periodici che riducono ulteriormente la disponibilità di mezzi, come il blocco estivo in piazza Cordusio che ha lasciato scoperte le tratte di via Torino e via Mazzini per diversi mesi senza alternative.




Tra le linee più colpite, la 43 (Greco–Firenze) ha perso il 49% delle corse nelle ore di punta, la 81 (Lambrate–Sesto Marelli) il 45%, mentre i tram 33 e 4 hanno registrato rispettivamente un calo del 29% e del 24%. In generale, la rete di superficie mostra un impoverimento «lento ma progressivo», come scrivono gli autori del rapporto Traspol, «una corsa tagliata alla volta, come le rane che non si accorgono di bollire».
Ma oltre alla mancanza di personale, pesa anche la lentezza della rete. Secondo Beria, «i tram milanesi viaggiano tra i 9,5 e gli 11 km/h, contro i 13-15 km/h di altre città europee». Colpa della mancanza di priorità semaforica, corsie preferenziali non protette e fermate troppo ravvicinate. «Se il tram andasse più veloce, un conducente potrebbe fare più corse in un’ora di lavoro», spiega il docente. Esarebbe più attrattivo per l’utenza, perché più veloce e puntuale, aggiungiamo noi.



I sindacati confermano le difficoltà. «Il costo della vita è alto e i salari non sono adeguati alle responsabilità e ai turni richiesti», sottolinea Matteo Franco (Filt-Cgil). Per Franco Fusca (Fit-Cisl), «il problema vero restano gli affitti, che pesano sempre di più sui nuovi conducenti». «Sulle linee periferiche si aspettano anche quindici minuti — aggiunge Stefano Dominici (Orsa Tpl) —: un peggioramento evidente rispetto ai dieci di pochi anni fa».
Negli ultimi anni, il numero di corse del trasporto di superficie a Milano è diminuito notevolmente, non tanto per l’apertura della M4, quanto per la difficoltà di ATM nel reperire personale. Tuttavia, la bassa velocità commerciale dei mezzi offre un margine di miglioramento tecnico: aumentarla permetterebbe di rendere il servizio più efficiente senza nuovi investimenti significativi.
Il Comune dispone già di corsie preferenziali (anche se a nostro avviso avrebbe lanciato un piano per aumentarle e farle protette dove sono segnalate in vernice) e di un sistema centralizzato di controllo dei semafori, ma non lo utilizza pienamente per dare priorità al trasporto pubblico. La preferenzializzazione semaforica, non si capisce bene perché, è in ‘sperimentazione’ da almeno trent’anni. Mancano anche interventi previsti dal PUMS, come la razionalizzazione delle fermate, ossia meno fermate e in punti più strategici, per velocizzare e migliorare il servizio.
Non sembra esserci un vero oppositore a un aumento della velocità dei mezzi: ne trarrebbero vantaggio ATM, il Comune, i passeggeri, i lavoratori e persino i sindacati.
Ci si auspica che la città affronti seriamente questo tema e lo consideri una priorità, per evitare il progressivo declino del trasporto pubblico di superficie — un deterioramento lento, ma costante, “una corsa tagliata alla volta”.
Ricordiamo ai non nativi milanesi che le linee dei tram sono chiamate col genere maschile mentre gli autobus e filobus sono femminili: ho preso il 2; ho aspettato la 60; ho perso per un pelo il 33; la 91 non passa più di qui; e così via. In questo nostro articolo del 2017 avevamo spiegato la ragione.


- Referenze immagini: Roberto Arsuffi; ATM, TRASPOL – Politecnico di Milano
- Metropolitana, Trasporti, Mobilità, ATM, Tram, Autobus, Linee tranviarie, Linee Automobilistiche, Trasporto Pubblico, Report, Rapporto
Così com’è non va bene. Le attese sono oggettivamente troppo lunghe. Qualcosa va fatto. Io sono arrivato a pensare che sia meglio a questo punto tagliare le linee sovrapposte ai tratti di metropolitana, accorpare qualche bus e ridurre le tratte servite, per guadagnare frequenza in generale e sulle linee di forza in particolare.
Trovo più onesto tagliare tratti di linee più che tagliare tutto indiscriminatamente come si è fatto finora.
Asservimento semaforico e nuove preferenziali, se arriveranno, arriveranno tra diversi anni.
Le linee che ci sono devono essere puntuali e frequenti, altrimenti tanto meglio non averle. Va contro l’idea di servizio pubblico ma fare come si sta facendo è deleterio: si stanno perdendo passeggeri, si sta perdendo fiducia in ATM, stanno aumentando le auto e il traffico.
Sarebbe anche utile rivedere gli orari.
ATM è ferma a 30 anni fa con l’ora di punta fino alle 9 del mattino e alle 17.
Ormai tra smart working e orari flessibili è cambiato tutto. E il dramma è dopo le 19 e il sabato pomeriggio e la domenica – dove se va bene passano 4 mezzi l’ora.
Ci vogliono sempre i soldi…
Voi vivete su Marte se pensate sia tutto gratis
Vero, ci vogliono soldi, ma con tutte le addizionali comunali che paghiamo, con le tasse di soggiorno di milioni di turisti e visitatori l’anno, non riusciamo a mettere un bus ogni 15 minuti la domenica? Poi è inutile lamentarsi che c’è traffico perenne. La domenica è impossibile girare coi mezzi.
E’ inevitabile che nell’arco considerato ci sia una stata certa riduzione delle corse di tram, bus e filobus, e non solo perché è sempre più difficile reperire autisti disposti a sfidare il carovita di Milano. Negli ultimi 12 anni, l’arco di tempo considerato dallo studio, sono state aperte 2 linee della metropolitana, e i km della rete sono passati da 94 a 134, con ben 40 km in più (https://it.wikipedia.org/wiki/Metropolitana_di_Milano), un aumento di oltre il 25% che non si vedeva dagli anni ’60. Buona domenica
Ciao, i km sono 112 (111,8), 134 sono le stazioni, come indicato nell’articolo di Wikipedia che tu stessa hai linkato.
No, non è inevitabile. Il problema sta nella frequenza. È la frequenza delle corse il vero punto critico. Se devo aspettare tanto un mezzo di superficie che è pure molto lento, non attirerò mai nuova utenza. Anzi, la perderò in favore di auto e moto che sono letteralmente una marea in città e andrebbero arginate in ogni modo.
Io credo che sia assurdo ritenere sufficiente il trasporto pubblico di Milano, sia per copetura che per frequenza.
Se poi nel 2025 flexiamo il progresso dagli anni 60 come se fosse qualcosa di straordinario….beh è evidente che abbiamo ancora la mentalità da perdenti e non puntiamo all’eccellenza che questa città meriterebbe
Buongiorno,
sono l’autore dello studio (e l’intervistato nell’articolo).
In realtà abbiamo mostrato – anche con una mappa – che le riduzioni di frequenza programmata sono ovunque e non solo lungo gli assi delle nuove metropolitane. Ovviamente c’è qualche riduzione in zona Lorenteggio (in realtà c’è nel 2025 e non nel 2024 quando facemmo i conti), ma della stessa entità del resto della città.
Lo studio è reperibile qui:
https://www.traspol.polimi.it/en/traspol-report-1-24-rapporto-indipendente-sul-trasporto-pubblico-a-milano-la-rete-di-superficie-di-milano-2016-2024-problemi-e-soluzioni/
Noto un certo conservatorismo nel mantenere linee che si sovrappongono per lunghi tratti : esempi nelle aree da me percorse (e dal 1957, inizio del Liceo, linea O, oggi 61) sono la 60 e la 62, ed il 27 ed il 12, e penso che sia fenomeno diffuso (e lo erano, tipicamente, proprio la “mia” O del Liceo e la E). Siccome è meglio – a mio parere – cambiare mezzo, piuttosto che aspettarlo sino a 15’, una riprogrammazione di molti percorsi, che sfrutti i possibili “cambi”, non potrebbe essere un’alternativa ?
Avete dimenticato i fondi del governo sempre minori e io mancato supporto del governo centrale.
Edel ministero dei trasporti.
Servono SOLDI per far girare i mezzi.
SOLDI SOLDI SOLDI SOLDI.
A differenza che all’estero qui non ci sono soldi dal governo.
Se questo blog non cancella e non denuncia questo miserabile, perderà molti lettori.
Grazie, non dubitavo.
Gli utlimi che dovrebbero parlare al riguardo sono i sindacati; a loro spetta la responsabilità storica di aver bloccato ogni possibile riforma in senso federalista, l’ unica possibiile via d’ uscita per la Lombardia e i Lombardi.
Fino all’ inizio degli anni settanta esistevano le gabbie salariali, poi abolite, sempre da costoro e anche da questa erronea “controriforma” ha preso il via il lento ma costante declino economico del nostro paese.
L’ aspetto paradossale della questione è che i proprio i cosiddetti “sindacati” hanno impoverito, fino a rendere quasi impossibile la vita, chi vive a Milano e fa il lavoratore dipendente, pur di inseguire le loro ideologie pseudo egualitariste.
Analoga situazione descritta nell’ articolo si verifica al confine con la Svizzera: chi può letteralmente “scappa” da un punto di vista professionale-lavorativo e va a prendere stipendi anche tre-quattro volte quelli italiani e non dite che il “costo della vita” bla, bla è più alto all’ estero…ma figuriamoci.
Milano e la Lombardia, una città e una regione d’ Europa, inserite in una nazionalità e in uno stato degno del medio oriente, al massimo, ma continiamo pure ad automassacrarci.
Ah sì? È colpa dei sindacati se non abbiamo il federalismo? Ma dài… e da quando in qua i sindacati votano in parlamento?
Nelle sue varie denominazioni, dal 1993 a oggi la Lega è stata al governo per ben 14 anni… tra i quali 5 anni di fila dal 2001 al 2006, 3 anni e mezzo tra il 2008 e il 2011, quasi 3 anni fra il 2018 e il 2022 prima con Conte e poi con Draghi (la coerenza…), e 3 anni di fila adesso con la Meloni.
Se avessero voluto davvero, avrebbero avuto il tempo di farlo almeno 4 volte ‘sto benedetto federalismo… ma la verità è che sono 30 anni che vi prendono in giro con ‘sta storia solo per occupare il cadreghino (con le laute prebende che porta con sé).
E invece la cosa che assomiglia di più al federalismo che abbiamo, l’autonomia differenziata, chi l’ha messa in Costituzione? Toh, ma guarda un po’, la sinistra nel 2001 con la riforma del Titolo V…
PS: evidentemente non conosci la Svizzera, altrimenti sapresti che è uno dei Paesi più cari del mondo, e che con i 3.000 franchi circa dello stipendio minimo cantonale del Ticino, se vivi lì ci fai la stessa vita che faresti in Italia guadagnando 1.000 euro. C’è un motivo se tutti quelli che possono cercano di fare i frontalieri…
AHAHAHAH Fact Checker “da quando i sindacati votano in parlamento”?
Allora, così, facciamo un ripassino veloce veloce:
Luciano LAMA, segretario generale CGIL (1970-1986), Vicepresidente del Senato della Repubblica, Senatore X e XI Legislatura;
Antonio PIZZINATO, segretario generale CGIL (1986- 1988), Sottosegretario di Stato al Ministero del lavoro e della previdenza sociale, Deputato XI legislatura, Senatore XIII e XIV legislatura;
Bruno TRENTIN, segretario generale CGIL (1988-1994), Deputato VI legislatura e Europarlamentare PSE (1999-2004);
Sergio COFFERATI, segretario generale CGIL (1994-2002), sindaco di Bologna, europarlamentare “solo” per 10 anni, dal 2009 al 2019;
Guglielmo EPIFANI, segretario generale CGIL (2002-2010), segretario del Partito Democratico nel 2013, Presidente della 10ª Commissione Attività Produttive della Camera dei deputati, Deputato XVII e XVIII legislatura;
Susanna CAMUSSO, segretario generale CGIL (2010-2019), senatrice XIX legislatura
Maurizio LANDINI is coming.
Allora, il lettore Karg le ha ampiamente precisato come stanno le cose, ma comunque è ampiamente noto il fatto che i sindacati possano esercitare, anni fa come adesso, pressioni politiche sui governi se non addirittura fare politica direttamente, entrando nelle istituzioni come rappresentanti eletti… ma comunque tutti sanno che furono le agitazioni del cosiddetto “autunno caldo” a far abolire le gabbie salariali.
Lo slogan di allora era: “uguale lavoro, uguale paga”…assurda contraddizione, perchè il giusto principio sarebbe uguale paga per uguale produttività e, ad ogni modo, dove sarebbe l’ “uguale paga” se il costo della vita è maggiore? Allora, diciamo tutti insieme, anche i sindacati, a uguale lavoro UGUALE POTERE D? ACQUISTO, dunque retribuzioni differenziate, neh?
Circa il costo della vita, sarebbe ora di smettere di aimentare questo falso mito, al riguardo, della Svizzera, creato ad arte solo per giustificare i vergognosi stipendi in italia: la invito a consultare il sito della coop Ticino (così sono venditori affidabili, no?) e vedere quanto vengono ora i pomodori peretti: 2 euro al kg…e questo in un paese che non è geograficamente portato a coltivazioni del genere..controlli tutte le categorie merceologiche che vuole, non troverà prezzi tripli per comprare una mela o quello che vuole. Ma poi non so, ma se è dagli anni settanta che quelli di Como ecc. vanno in Svizzera a fare il pieno di benzina perchè costava di meno? Per non parlare delle tradizionali “tasse e accise” che i nostri governi hanno sempre applicato ai prodotti elettronici di importazione. Non so a quale Svizzera lei si riferisce, sarà quella immaginaria dei globalisti, tanto odiata…circa la Lega le do ragione. Saluti.
La riforma costituzionale che assomigliava di più a “…sto benedetto federalismo” fu quella sottoposta a referendum costituzionale nel 2006. Non dovrebbe essere necessario, ma per chi lo ha dimenticato metto il link per ricordare chi fece quella riforma e chi invece chiese di votare NO al referendum.
https://it.wikipedia.org/wiki/Referendum_costituzionale_in_Italia_del_2006
Sono anche sicuro che tra i sindacalisti elencati sopra, si può trovare uno (o più) dei protagonisti della furibonda campagna per il no a quel referendum all’insegna dello slogan “Così si divide l’Italia!”.
Stesso slogan ripetuto dalle stesse parti politiche (sventolando il tricolore e cantando l’inno di Mameli in parlamento), quando la Lombardia e il Veneto hanno chiesto di applicare l’autonomia differenziata, cioè, cito da sopra, “la cosa che assomiglia di più al federalismo che abbiamo”.
https://www.repubblica.it/politica/2024/11/19/news/autonomia_bocciata_mozione_opposizioni_tricolore_inno_calderoli_zaia-423655086/amp/
Ma se lei è sempre qui, di professione, da anni, a scrivere insulti h24, sarà molto probabile che proprio lei non ha nulla da fare. Oppure lavora al sindacato?
Preciso che quest’ ultimo commento l’ ho scritto in risposta a uno dei tanti post di un noto lettore, non certo verso il lettore Luca A. che anzi ha postato una disamina molto precisa al riguardo.
E’ che a volte qui sul blog ci sono dei problemi di formattazione della pagina web sembra.
Sono tutte scuse per coprire l’incapacita’ del sindaco peggiore del dopoguerra. A londra, al cui confronto Milano e’ un paesino di campagna del terzo mondo, la metropolitana passa ogni minuto! Questo sindaco non me ha fatta una giusta, prima sparisce e meglio e’.
Non generalizziamo ad catsum: di metro “ogni minuto” a Londra c’é solo la Victoria Line, che, non avendo diramazioni strane, non dovendo condividere il percorso con altre linee ed avendo una flotta ed un sistema di gestione nuovi (anni 2010) riesce a performare molto bene, con intervalli pari a 90 secondi (un minuto e mezzo, non uno) nelle ore di punta, cosa che a Milano succede tutti i giorni sulla M4, con attese di 1-2 minuti fra un treno e l’altro.
Sul resto della rete londinese, la situazione varia: le quattro “subsurface lines” (District, Circle, H&C, Metropolitan) hanno intervalli che variano in base alla tratta considerata, con intervalli che vanno dai 5 minuti ai 30, passando per i 10 minuti fissi della Circle Line e della Hammersmith & City (H&C). Questo é dovuto ai vari bivi a raso (infrastruttura di fine ‘800) e alle millemila diramazioni presenti, oltre che al dover condividere gli stessi binari fra di loro ed anche con la rete ferroviaria nazionale britannica su alcune sezioni.
Attenzione quindi a fare paragoni a caso; é giusto dire che sul TPL la giunta Sala II ha fatto “poco” oltre ad M4, ma va anche ricordata la situazione in cui si trova tutto il TPL italiano, con fondi che scarseggiano ed autisti mancanti. Io sono stato sotto CCNL Autoferrotranvieri per un (breve) periodo della mia vita; signori miei, con la paga base non si campa a Milano, non si campa in Piemonte, in Veneto, a Roma eccetera eccetera. Aggiungete poi i costi extra per patenti e CQC, il fatto che comunque é un lavoro stancante ed ecco che ti manca la forza lavoro necessaria.
Io prendo spesso l’87 da Sesto Marelli alla Bicocca e viceversa, da collegamento comodo è diventato un’agonia: corse saltate, orari indicati alla fermata disattesi, attese superiori ai 25 minuti. In altre zone la situazione è la medesima, occorrerebbe quindi una riduzione del prezzo del biglietto e dell’abbonamento, altro che rincari per “adeguamento all’inflazione”…
Basterebbe far pagare il biglietto a tutti
No, non basterebbe.
Visto che solo una parte minoritaria del costo del trasporto pubblico viene pagata dai biglietti.
Studia meglio.
D’altronde al governo abbiamo le terze medie e loro sanno bene come funziona l’economia
Tralasciando quanto scritto dal noto utente, la controrisposta alla tua affermazione é che non bastano i soli proventi dei biglietti. La cosa poco nota é che, al netto degli imbecilli che non pagano, si ha comunque un buon ricavo dai biglietti venduti, ad oggi. Aver creato il pagamento contactless ha permesso di aumentare i biglietti singoli venduti, che sono quelli che portano più cassa rispetto agli abbonamenti (banalmente, si paga il prezzo pieno e non uno scontato).
Il trasporto pubblico non riesce a sostenersi solo sui biglietti venduti o su attività “secondarie” come pubblicità od altro, ha anche bisogno di investimenti continui da parte degli enti pubblici. Certo, c’é sempre la via “furba”, ovvero il modello adottato in alcune realtà, tra cui Hong Kong e Singapore, dove la compagnia che gestisce la metropolitana é anche proprietaria dei terreni attorno alle stazioni, dove sono stati concentrati anche enormi sviluppi immobiliari, permettendo quindi di incamerare ulteriori fondi, poi re-investiti sullo sviluppo della rete
Ma ve lo volete mettere nella zucca che il Governo non dà abbastanza SOLDI?
Soldi soldi soldi.
Ci vogliono i Soldi, i piccioli per fare girare le metropolitane e assumere tranvieri.
Ma cosa vi dice il cervello?
I nostri soldi servono ad essere specati; vada a consultare i dati relativi al residuo fiscale della regione Lombardia e delle altre regioni ecc., poi, potrà capire.
Rispondo al commento del lettore WF: per capire, vada pure al mio commento al suo ennesimo post di inutile provocazione, più sotto, scorra, scorra
Dell’asservimento semaforico per i tram si parla da 20 anni ormai, ATM da la colpa al comune e viceversa ma si continua a non capire dove stia il problema. La lentezza dei tram e disarmante. Domenica ho provato il nuovo tratto del 7 da Precotto al quartiere Adriano, nuovissimo tram bidirezionale, corsia preferenziale sul 90% del percorso ma attese infinite ai semafori. È assurdo, basterebbe pochissimo per migliorare quello che c’è anche a parità di conducenti. @urbanfile, perché non organizzate un confronto sul tema tra comune ed ATM?!
Esatto. Tram nuovi, in preferenziale e appena progettati: identica velocità.
Quindi non è la preferenziale (condizione necessaria, ma per nulla sufficiente), ma la gestione degli incroci.
Ai dirigenti e capi area atm premi altissimi agli altri nulla! Questi vertici e i nuovi dirigenti una vergogna! Il sindaco semplicemente assente…..forse preso da altriproblemi giudiziali
ATM Amo Troppo Milano per Inquinarla, questo è lo slogan sulla homepage dell’ ATM. Peccato che poi il servizio di superficie stia crollando come frequenze di passaggio, e sia un evidente autogol anche per le politiche di forte uso dei mezzi pubblici per non inquinare l’ aria con le automobili. Ovviamente le lamentele degli utenti sono sempre più forti per questo enorme peggioramento del servizio. La verità è semplice la classe politica Palazzo Marino deve smetterla con lo scaricabarile, e gli interventi di facciata su piste ciclabili, piazze tattiche, restringimenti stradali, e altre amenità del genere. Vanno convocati con urgenza dei Consigli Comunali monotematici su come rilanciare ATM e il trasporto di superficie, con linee-guida chiare su: Assunzioni di personale viaggiante; benefit collegati (casa, affitti a basso costo, asili per i figli, stipendio da incrementare, ecc), miglioramento delle frequenze con corsie preferenziali, semafori asserviti, allargamento sedi stradali (basta restringimenti demenziali); ripristino integrale linee modificate senza senso (58 e 73); fusione linea 50 con 85 (da Via Foppa- Washington fino a Largo Cairoli M1); controllo pagamento titoli di viaggio dei passeggeri (in periferia non si vedono da una vita i controllori); forti investimenti sulla rete Tranviaria sia urbana, che interurbana (via il divieto di accodamento vetture, e ripristino scambi tolti e svolte a sinistra vetture), accelerare i lavori Metrotranvie 2; 7; 24 quest’ ultima deve arrivare a Locate Triulzi FS; Milano-Seregno FS; e Milano-Limbiate Ospedale prolungando questa almeno a Ceriano Laghetto o a Saronno. Vanno poi realizzati molti più parcheggi di interscambio nelle periferie per i pendolari. Insomma serve una visione metropolitana (che manca di fatto) per dare alternative concrete a chi usa l’auto senza mezzi pubblici, ma viene continuamente messo sul banco degli imputati come inquinatore! Da capire anche dov’ è la Regione Lombardia su queste tematiche e sui treni. In ogni caso la situazione attuale è colpa integrale dei gruppi dirigenti sia di Palazzo Marino, che della stessa ATM, e pure della Regione. Vogliamo lavorare per risolverli dando una forte scossa alla situazione attuale di ATM, sostituendo l’ assessora ai trasporti del Comune, e la dirigenza dell’ ATM, con persone molto più tecniche e competenti? Nel frattempo lo slogan della homepage fa sicuramente imbufalire gli utenti in attesa dei bus, tram e filovie che passano con frequenze ridicole!
Devi dire al tuo governo di mettere i soldi.
Non tutte queste supercazzole mistificatrici.
Senza soldi non si fanno le nozze con i fichi secchi.
A molti non è chiaro che servono i soldi per assumere tranvieri.
È strana questa comprensione selettiva
Avevo parlato diversi anni fa con un dirigente dell’ATM, per allargare ai cittadini, uno dei circoli ATM presenti sul territorio milanese. Avevamo pensato anche di fare una piccola tessera a pagamento per i residenti di zona, ma il dirigente si è detto contrario ai soldi, in quanto ATM deve abbattere i ricavi. Il bilancio deve rimanere sempre in negativo, in modo da poter godere dei vari privilegi statali. Questi circolini, forniti di campi da tennis che nessuno usa, piscine, campi da calcetto, servono ad abbattere le entrate. Ogni anno vengono rifatti spogliatoi, manutenzioni esagerate, vengono costruite tribune che non usa mai nessuno.
L’anno scorso sono tornato a parlare per altri motivi in ATM. Mi sono voluto togliere un sassolino, proponendo l’idea di far pagare a tutti i residenti dell’area metropolitana, tra i 25 e i 65 anni, una tassa di un centinaio di euro, ma poi avere i mezzi ATM gratis, senza zone colorate, senza cittadini di serie A, B, C e ai turisti, o comunque altri usufruitori biglietti giornalieri obbligatori, o addirittura forniti all’interno della tassa di soggiorno.
Mi hanno risposto che un’entrata fissa, non stimolerebbe i dirigenti, non ci sarebbe un miglioramento continuo del servizio… Dirigenti che continuano a guadagnare valanghe di soldi, concordano scioperi coi sindacati, mettono in cattiva luce i lavoratori “che scioperano sempre di venerdì” e mandano in rovina uno dei fiori all’occhiello di Milano.
Aldilà di tutti i possibili interventi di carattere tecnico o infrastrutturale di cui hanno trattato estesamente gli interventi precedenti per cercare di risolvere in grave problema della anemizzazione progressiva del trasporto pubblico di superfice, penso che il Comune e l’ATM dovrebbero tenere conto del costo della vita a Milano e in particolare degli affitti di case spesso insostenibili specie per nuovi assunti. A questo riguardo ricordo che in tempi lontani, addirittura dalla fine dell’ Ottocento e per tutta la prima metà del Novecento le aziende dei trasporti pubblici, le ferrovie dello Stato come le aziende comunali finaziavano la costruzione di consistenti complessi di edifici da mettere a disposizione del loro personale e delle famiglie a prezzi di affitto quasi simbolici. Più praticamente, oggi il Comune potrebbe programmare l’aquisto di un certo numero di immobili sul mercato da mettere a disposizione del nuovo personale ad affitti fortemente ridotti.
Hai ragione.
Per farlo servono SOLDI…
Tutti questi disservizi sono l’effetto dei tagli del Governo al trasporto pubblico in tutta Italia…
Bravi comprate bombe e non date gli stipendi ai tranvieri.
La prossima volta che andrete al lavoro andate a cavalcioni di un b52… e ridete.
Sono ,e conseguenze di quello che avete votato. Non lamentatevi.
Ma lei lo sa che è proprio la Lega , partito sotto molti aspetti criticabile, che lei tanto odia e per la quale usa questo blog scrivendo sempre insulti, ad essere contro la guerra?
Lo sa che è la sinistra che vuole la guerra contro la Russia e tutto il potere globalista di Bruxelles,, oppure vive su Marte…sicuro, è il pianeta “rosso”!
Un ministro può avere qualsivoglia orientamento politico, ma non può reinventarsi, per il fatto di essere ministro, l’ ordinamento normativo dello stato e se questo stesso ordinamento dice che lo stato è centralista e non federalista, le regioni non possono allora trattenere sul territorio le proprie risorse economiche. Il Canton Ticino non ha roma, però Bellinzona, Lugano e Mendrisio hanno i tram e gli autobus comodi e in orario.
Comunque lei ha l’ insulto facile e riceve molte, giuste, critiche per questo, ma sotto certi aspetti un po’ di ragione, paradossalmente, ce l’ ha, ovvero, il problema è la coerenza politica; se fai il leghista e vuoi fare il federalismo, non ti metti al governo con un partito che, quando si chiamava ancora msi, aveva votato pure contro l’ istituzione delle regioni, stai all’ opposizione, oppure fai le alleanze con quelli che vogliono lo ius scholae, ma quelli son fatti così…dovrebbero imparare cos’è la coerenza e anche la dignità politica, magari da uno che si chiama Farage, che è riuscito in un impresa che sembrava impossibille, o magari da Trump, che certo non è un personaggio da mezze misure.
Visto che in Italia è in pericolo la democrazia e non c’è libertà di stampa, non si potrebbe impedire a sto pirla di infestare questo blog con decine/centinaia di post tutti uguali?
Buongiorno,
il problema negli ultimi tempi riguarda anche la metropolitana: non passa giorno che non ci sia una tratta interrotta; ieri Pagano Pasteur oggi ancora Famagosta Assago, la M4 già ferma piu’ volte nel primo anno di funzionamento…. in estate più di 12 minuti di attesa. Siamo allo sbando
Qualcuno mi sa spiegare perché sulla tratta stazione centrale-loreto il treno è lento?
Ma il federalismo non c’entra nulla..
Se un governo vuole mettere soldi nel trasporto pubblico li mette e basta.
Come quando decide di metterli sulle armi li mette e basta.
Ma quanto lunga vogliamo raccontarcela?
L’ ingente, a dir poco, spesa militare che viene richiesta a ogni singolo stato europeo, è frutto della politica scellerata globalista e, dunque, antirussa, di Bruxelles e noi ci dobbiamo adeguare, come tutti. Anche in Inghilterra, che pure ha votato la Brexit, il governo di sinistra non fa altro che parlare di riarmo e guerra.
Il secondo motivo per cui si devbno spendere così tanti soldi per riarmarsi è dovuto al fatto che l’ italia non è come la Svizzera, che è da sempre un paese neutrale, indipendente e federalista.
Gli svizzeri hanno votato pure, col loro tradizionale metodo referendario, se fosse giusto comprare o no i famigerati caccia f35, costosi e inuitli: hanno detto sì per uno 0,1 per cento. Ora si sono accorti che gi americani hanno aumentato i costi “nel frattempo” (tutto aumenta…) e stanno preparando un contro referendum per abolire la realtiva spesa militare.
A lei hanno mai chiesto se voleva comprare gli f35?
Lei può avere tutti i soldi da spendere che vuole, ma finchè resta sotto roma e sotto Bruxelles, non li ha e se li ha li deve spendere come vogliono loro.