Milano, Mobilità.
Novembre 2025. Non è la prima volta che dedichiamo un post alle manifestazioni di inciviltà che, sempre più spesso, rendono la convivenza urbana quasi insostenibile. L’altro giorno, mentre mi trovavo in piazza Cordusio per realizzare il consueto reportage fotografico sull’avanzamento dei lavori, mi sono imbattuto in una situazione che definire assurda è poco, e che conferma una tendenza purtroppo in costante peggioramento.
Nel punto in cui via dei Mercanti sbocca in piazza Cordusio erano accatastate una quindicina di biciclette in sharing, parcheggiate in modo totalmente disordinato. Sono state lasciate lì da chi evidentemente non si è preoccupato minimamente delle conseguenze: di fatto impedivano il passaggio dei pedoni, creando una vera e propria barriera che si associava alle barriere del cantiere ancora in corso d’opera.
Un singolo gesto maleducato può capitare, ma quindici biciclette abbandonate tutte nello stesso punto suggeriscono un problema più serio. Forse si è trattato di un gruppo di ragazzi che, per scherzo o per provocazione, ha deciso di scaricare i mezzi in quel punto; forse no. Resta il fatto che la cattiva abitudine di lasciare le bici, e non solo, in luoghi improbabili sta diventando una consuetudine rendendo difficile la vita dei pedoni. Ognuno ormai pensa solo a se stesso, ignorando il rispetto per le altre persone.




Come abbiamo già evidenziato più volte, i marciapiedi dovrebbero essere spazi riservati esclusivamente ai pedoni. Tuttavia, lo stesso Comune autorizza in diversi casi il parcheggio di biciclette e persino di motocicli sui marciapiedi. Questo contribuisce a far percepire come “legittimo” l’abbandono dei mezzi ovunque capiti.

















A Milano, auto, bici, monopattini e moto sembrano poter essere lasciati praticamente ovunque, almeno a giudicare da come vengono parcheggiati. Esistono vie che, di fatto, si sono trasformate in depositi a cielo aperto per le due ruote. Via Broletto (foto a seguire) ne è un esempio evidente: la scarsa presenza di attività commerciali ha portato i marciapiedi a essere occupati in larga misura da motocicli, rendendo il transito pedonale spesso complicato, quasi fosse un percorso in una foresta di lamiere aggrovigliate.
Caro il nostro sindaco e cari assessori, forse bisognerebbe ripensare, come abbiamo più volte detto e scritto, a come vogliamo la città: bella e ordinata, oppure caotica e indisciplinata? Io opterei per la prima. Non so voi.







Altri esempi evidenziati da noi: Via Mazzini dietro all’abside e al sacello di Santa Maria presso San Satiro; la sciatteria di piazza San Babila; viale Monte Grappa; per citarne solo alcuni.

- Referenze immagini: Roberto Arsuffi
- Degrado, San Babila, Arredo Urbano, Sharing, Inciviltà, Corso Venezia, parcheggi, Moto, Via Broletto, Cordusio
Basterebbe fare multe per occupazione suolo pubblico come succede in tante città o paesi europei, non è difficile!!!
Esatto!
“Vince” perché viene lasciata vincere.
Anni fa, in un’intera settimana, a Praga ho visto solo un’auto in divieto di sosta: le stavano mettendo i ceppi…
Non sono solo gli utenti a sbattere in mezzo al marciapiede le bici a noleggio.
Anche le ditte che le riposizionano in città le lasciano bellamente in mezzo al marciapiede.
Le bici e monopattini verdi della LIME sono i più abbandonati,tanto chi li utilizza non è proprietario e se ne infischia…Bisognerebbe contattare la società che li gestisce. PS: Io utilizzo sempre da 55 anni la mia bici personale, ci tengo e so benissimo come ci si comporta… Per la sicurezza personale scegliere: 1)piste ciclabili 2)sensi unici 3)carreggiate ampie Parcheggio sul cordolo del marciapiede. SEMPLICE
Il comune puo fare degli accordi con i sistemi di bike e scooter sharing, per cui vengono perimetrate delle zone per la sosta. E’ una tecnologia molto semplice da implementare ed usata in molte citta del mondo.
Se vuoi parcheggiare lo scooter o a la bici, puoi farlo solo in determinate aree (che naturalemnet il comune dovrebbe fare lo sforso di definire) altrimenti la app non si sblocca e continui a pagare. Di solito si tratta di zone apposite non sul marciapiede ma sul piano stradale, un posto puo accomodare una mezza dozzina di bici o scooters.
Per quanto riguarda gli scooter privati come si fa a convincere le persone a non lasciarli sui parciapiedi quando in molte zone della citta e’ ancora tollertata la sosta dell auto su marciapiede?
Questa sciatteria e’ sicuramente segno di poco senzo civico ma anche conseguenza di pigrazia nell’amministrazione cittadina. Bisognerebbe agire ora prima delle olimpiadi e grazie all’apertura della nuova metre per fare scelte piu coraggiose.
sharing devono essere sempre riconsegnati in un punto fisso altrimenti esisterà sempre in questo casino
E’ inutile: il popolo italiano, per storia, indole, cultura e chi più ne ha più ne metta, è quanto di più lontano c’è dal concetto di rispetto della cosa pubblica e del prossimo in generale. Al livello di Svizzera, Scandinavia o Estremo Oriente (Giappone, Cina, Corea, ecc.) non arriveremo mai.
“Popolo italiano” ha un sapore un po’ fascista. Forse sarebbe meglio dire “cultura italiana”. Ma sono di lingua e cultura italiana anche a Lugano, Svizzera, e li è tutto diverso da Milano (dalla Milano di oggi, va sottolineato).
Lettore fabio, ma lei perchè non si chiede come mai, come giustamente osservato nell’ altra risposta, la Svizzera italiana è ai livelli degli altri paesi europei? Sono forse Marziani? No, provi a pensarci, cosa hanno in meno – dico in meno non in più – rispetto a noi della Lombardia non libera?
Situazione chiaramente causata dal fatto che la popolazione di questa città è totalmente cambiata e non si sente parte reale del tessuto cittadino.
Detto questo, la soluzione è più che semplice: forzare le compagnie di micromobilitá ad avere solo aree specifiche dedicate alla sosta. Aree piccole e dedicate con numero limitato di posti.
Ringraziamo il comune per aver regolamentato così bene questo tipo di mobilità.
Per la sosta irregolare delle automobili invece che sistema suggerisci al Comune per farla sparire definitivamente?
Basterebbe fare come a Londra. E forse in tante altre città. Prima di abbandonare la bicicletta, il proprietario deve fare una fotografia e dimostrare che la bicicletta è stata depositata in un luogo-posteggio in cui è possibile. In caso contrario, continua a pagare l’abbonamento. Chiaramente, il comune deve rendere disponibili posteggi, luoghi, ecc. per potere lasciare le biciclette, ma una volta identificate le zone, non ci sono più scuse.
Basta copiare bene !
Utilizzo Lime (il bike sharing verde) da anni, è estremamente comodo per gli spostamenti medio-brevi in città, si evita di prendere il metrò ed è francamente molto piacevole. Teoricamente si può lasciare la bici solo nelle aree parcheggio. La app verifica, non proprio precisissimamente (ed è questo il problema) la posizione tramite il cellulare; inoltre si deve fotografare la bicicletta per terminare il servizio.
Ogni bici ha un codice di serie, quindi sarebbe facile risalire a chi la ha usata precedentemente. Le pochissime volte in cui mi è capitato di non parcheggiarla negli stalli non ho avuto alcuna provvedimento da parte di Lime, nonostante la foto.
Nel caso specifico: la app prevede ancora come area parcheggio piazza Cordusio, anche se è inagibile, quindi la gente parcheggia comunque ai margini della piazza per riuscire a terminare la corsa. Quindi direi che la “colpa” è di Lime. Ovviamente se tutti avessero rispetto degli spazi pubblici il problema non si creerebbe, ma al momento dobbiamo accettare che non è così.
Per quanto riguarda chi suggerisce di fare multe: non lo fanno per le moto, figuriamoci le bici…
Per me il problema delle bici o dei monopattini a noleggio va affrontato in modo diverso da adesso. In tutta Milano si dovrebbero usare solo gli stralli (tipo Bike-Mi), installandoli dove servono e non a caso senza criterio. Il modello “la prendo e la mollo dove mi pare” pur essendo molto allettante e attraente (che va bene per incentivarne l’uso) ha mostrato che troppi utenti non sono maturi abbastanza per questo sistema. E non si può immaginare di mettere i vigili a fare i controlli per le bici sui marciapiedi se non fanno neanche le multe alle auto…
Butto lì un’idea: anziché un sistema di foto, gps e quant’altro, si potrebbe fare un po’ come i carrelli della spesa che da quando hanno la moneta vengono rimessi a posto nel 99,9% dei casi. Ovvero suggerirei una piccola cauzione (non fisica ma inglobata nel sistema di pagamento) che verrebbe restituita parcheggiando la bici negli stralli. Solitamente i soldi (anche pochi) fanno fare la differenza.
Certamente c’è il rischio di perdere un po’ di utenza, ma magari neanche così tanta. E comunque una soluzione va trovata perché quello che si vede in giro (ovunque, centro, periferia, semi-centro, giardini…) non può continuare così.
Invece per sistemare le automobili in divieto di sosta che sistema suggerisci?
I servizi di sharing (non gestiti da ATM) hanno carenze e concordo con le osservazioni di Silvio ma fossi il decisore attuarsi una pianificazione per gradi.
Prima multe a tappeto alle moto, devono sparire dai posti non regolamentati, risultato: incentivo bici e sharing. Poi affronto le bici, secondo me non esiste attuare limitazioni che distolgono dell’obbiettivo finale: in centro si va con i mezzi o con le bici. Se poi a tendere (come credo) sarà incompatibile per le bici si attuano sistemi di gestione che ne limitino l’utilizzo nelle aree più congestionato ma dove già i motorini devono essere spariti da anni
Ancora prima il Comune dovrebbe multare le auto. Fate un giro in via Fratelli Castiglioni (anche Google Street, se non potete). Ci sono auto in sosta vietata a ogni ora, anche sotto i cartelli di rimozione forzata, e posti liberi nei posteggi a pagamento sotto piazza Gae Aulenti – io uso quello dell’Esselunga, sempre mezzo vuoto, ma ce ne sono altri. Ed è così da anni.
È un indirizzo politico dell’attuale Amministrazione Comunale. C’è poco da dire.