Milano, Forze Armate.
Dicembre 2025. Con una delibera di Giunta è stato approvato il Protocollo d’Intesa sottoscritto dal Comune di Milano e da Invimit SGR Spa – società interamente controllata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze e incaricata della valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico – che avvia ufficialmente il percorso di collaborazione per il progetto di rigenerazione e valorizzazione della “Grande Funzione Urbana Piazza d’Armi”.
L’intervento riguarda una vasta area militare dismessa dal Ministero della Difesa, considerata strategica dal punto di vista urbanistico per il quartiere Forze Armate di Baggio, nel Municipio 7. Il comparto, delimitato dalle vie Forze Armate, Olivieri, Cardinale Tosi, Domokos e Cardinale Mazzarino, si estende su una superficie di circa 424 mila metri quadrati. La parte predominante dell’area (circa 388 mila mq) è di proprietà del Fondo i3-Sviluppo Italia comparto 8 quater, gestito da Invimit SGR, mentre la restante quota appartiene al Comune di Milano.


Il complesso militare, realizzato tra il 1929 e il 1931, occupava un’ampia zona di confine tra Milano e Baggio, dove alcuni anni prima era stata costruita la nuova Piazza d’Armi. Baggio, infatti, venne annesso al Comune di Milano nel 1923. All’interno della nuova caserma, inaugurata nel 1931, trovò sede il Reggimento di Artiglieria a cavallo “Voloire”, storica istituzione milanese attiva dal 1887.
Il Reggimento ha mantenuto la propria presenza nella caserma di piazzale Perrucchetti fino all’8 settembre 2016, quando è stato trasferito a Vercelli senza particolari contestazioni.
Oggi l’area rappresenta una delle maggiori superfici ancora disponibili per lo sviluppo urbano nel territorio comunale. L’accordo stabilisce che il processo di trasformazione si fondi su principi guida fondamentali, volti a garantire il rispetto dei vincoli imposti dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, oltre alla realizzazione di nuove costruzioni orientate alla sostenibilità ambientale e alla tutela della biodiversità esistente.



In linea con gli obiettivi del Piano di Governo del Territorio, circa l’80% dell’area – una percentuale superiore alle soglie minime previste dal PGT – sarà destinato alla creazione di uno dei parchi urbani più estesi di Milano, dotato di percorsi naturalistici e attrezzati, spazi sportivi e aree gioco. Particolare attenzione sarà riservata alla salvaguardia del cosiddetto “Bosco delle averle”, un’area di circa 1,7 ettari situata nella porzione nord-occidentale del comparto, caratterizzata dalla presenza diffusa dell’averla, piccolo uccello passeriforme. Il progetto del parco sarà definito nel dettaglio tramite un concorso pubblico da svolgersi in accordo con la Soprintendenza.
Le nuove edificazioni saranno concentrate principalmente nell’area degli “ex Magazzini di Baggio”, soggetta a vincolo indiretto. A fronte dei 144 mila metri quadrati di superficie edificabile previsti dal PGT, ne verranno realizzati circa 122 mila. I restanti 22 mila metri quadrati, di proprietà del Comune e del comparto 8 quater, saranno trasferiti in altre zone della città per la costruzione di alloggi a canone calmierato e di strutture a carattere sociale.
Le destinazioni d’uso previste includono nuove residenze, in gran parte riservate ad affitti calmierati per giovani coppie e lavoratori impiegati nei servizi pubblici essenziali, oltre a negozi di prossimità, servizi pubblici e medie strutture di vendita. Il passo successivo sarà la sottoscrizione della Convenzione Urbanistica Quadro, secondo l’iter stabilito dallo strumento urbanistico vigente.

«Gli impegni assunti con questo Protocollo – ha dichiarato la Vicesindaco e assessora alla Rigenerazione urbana Anna Scavuzzo – confermano la volontà dell’Amministrazione e di Invimit SGR di proseguire un percorso che porterà alla restituzione alla cittadinanza di un’area di grande importanza. L’intervento coniuga la riqualificazione dell’edificato con la tutela di un ampio spazio verde di elevato valore ambientale e paesaggistico. Il futuro Parco diventerà, per estensione, uno dei principali parchi pubblici di Milano, un vero polmone verde connesso al sistema del verde dell’area ovest, dal Parco delle Cave a quello di Trenno fino al Bosco in Città.
Per garantire la sostenibilità complessiva dell’operazione e tutelare il quartiere, la volumetria edificabile è stata ridotta, trasferendo le eccedenze in altri ambiti ritenuti più idonei. L’equilibrio tra verde pubblico ed edilizia residenziale a canone calmierato rappresenta la linea guida condivisa anche con il Municipio 7, e siamo soddisfatti che tali indicazioni siano state integralmente recepite nel Protocollo».
«Con la firma di oggi – ha affermato l’Amministratore Delegato di Invimit SGR, Stefano Scalera – poniamo una prima, simbolica pietra di un progetto ambizioso, innovativo e sostenibile, capace di rispondere alle esigenze della città di Milano tutelando al contempo gli interessi dei nostri quotisti, ai quali siamo tenuti a garantire un rendimento equo. Negli ultimi mesi abbiamo lavorato a una profonda revisione del progetto ereditato, per assicurare che Piazza d’Armi diventi un autentico intervento di rigenerazione urbana. Abbiamo scelto fin da subito di rinunciare a una quota significativa della superficie lorda di nostra competenza, in coerenza con la missione pubblica di Invimit, che prevede l’assunzione di una parte del rischio per rendere possibili operazioni di questo tipo, meno appetibili per i privati.
A seguito del completamento dell’iter approvativo, realizzeremo uno dei parchi urbani più grandi della città, che occuperà l’80% dell’area, e circa 1.700 alloggi, di cui 700 destinati a dipendenti pubblici impiegati in servizi essenziali – come infermieri, forze dell’ordine e personale della pubblica amministrazione – con canoni calmierati non superiori al 30% del loro reddito. Ciò si tradurrà in affitti indicativi di circa 450 euro al mese per appartamenti di 40–50 mq e di circa 900 euro per soluzioni più ampie destinate a coppie. Proseguiremo inoltre il confronto già avviato con la Diocesi, le istituzioni, la Difesa, le associazioni del territorio e tutti i soggetti coinvolti. Siamo convinti che questo intervento potrà offrire un contributo concreto alla soluzione delle criticità legate all’accesso alla casa e alla disponibilità di verde pubblico, che interessano Milano come molte altre grandi città italiane».




- Referenze immagini: Googlemap, Roberto Arsuffi Comune di Milano
- Milano, Baggio, Forze Armate, Piazza d’Armi, Via delle Forze Armate, Via Olivieri, Via Cardinale Tosi, Via Domokos, Via Cardinale Mazzarino
Troppi pochi all’ogni. Se davvero si vogliono abbattere i prezzi del mercato immobiliare, questa area e anche negli scali ferroviari bisogna costruire a bomba condomini di case popolari, altro che 80% di verde.
Butta sul mercato 10, 20mila appartamenti a prezzo calmierato e vedi come scoppia la bolla.
Questa (assieme a una patrimoniale che nessuno osa più proporre) sarebbe una vera politica di sinistra per rendere di nuovo vivibile la città, soprattutto per i lavoratori del settore pubblico
Quella di cui parli e che sostieni è la identica strategia urbanistica che è sempre stata imposta a Milano, dalla cosiddetta “unità” sino ad oggi e con quali risultati? Prezzi delle case, prima o poi, comunque inaccessibili alle persone normali e una città semplicemente invivibile, dalla quale, a ogni ponte/festività quelli che possono farlo, scappano e si rifugiano nelle loro seconde casde, gli altri respirano smog e cemento.
Se cementifichiamo anche questo ultimo prato libero a cosa servirà? E’ come costruire nuove strade, servono solo ad avere più automobili.
Troppi pochi alloggi. Se davvero si vogliono abbattere i prezzi del mercato immobiliare, questa area e anche negli scali ferroviari bisogna costruire a bomba condomini di case popolari, altro che 80% di “parco urbano”.
Butta sul mercato 10, 20mila appartamenti a prezzo calmierato e vedi come scoppia la bolla.
Questa (assieme a una patrimoniale che nessuno osa più proporre) sarebbe una vera politica di sinistra per rendere di nuovo vivibile la città, soprattutto per i lavoratori del settore pubblico
Wow, proprio una visione di lungo periodo…
Una bella cementificazione..
In realtà ha molto senso costruire in città, dove ci sono già servizi e infrastrutture (M1 poco distante).
Non ha senso invece costruire fuori città, in aree agricole e raggiungibili solo ed esclusivamente con le automobili.
Inoltre siamo a due passi già da grandi parchi come Cave e Bosco in città, si potrebbe costruire un po’ di più per dare più case a chi fa più fatica.
Capisco però che sia difficile fare questi discorsi a chi è ossessionato da Milano città grigia e senza verde (cosa assolutamente falsa) ed è indottrinato dalle campagne denigratorie della destra contro la città, dipinta ormai come un violento Bronx soffocato dal cemento.
Ciao, se me lo dici dov’ è il verde a MIilano ci vado subito. Tanto per curtiosità, se mai stato in visita in una città come Ginevra, Amburgo o, molto più semplicemente, Torino o Varese?
Sono d’accordo. Pochi alloggi. Ma se 700 saranno a canone moderato gli altri 1000? Sarebbe un bel segnale da riservare a giovani copie per incentivare la vita insieme.
Cosa sta dicendo…..Bisceglie Sei Milano sono 1.000 alloggi….qui più di una volta e mezza! Vada a vederlo, e poi si immagini che cosa potrà diventare questo posto!
Ciò si tradurrà in affitti indicativi di circa 450 euro al mese per appartamenti di 40–50 mq e di circa 900 euro per soluzioni più ampie destinate a coppie
Che bel progetto.
Un parco enorme e affitti abbordabili praticamente a circa la metà del costo di mercato.
Non male.
Brava Anna Scavuzzo.
Ben fatto
Quindi è una società pubblica che lo realizza?
Chaffeur.
Meno male! In passato sembrava che Invimit Sgr, società del Ministero dell’Economia proprietaria dell’area, dovesse vendere tutto a un fondo di investimento privato, per poi edificare il più possibile e generare grandi profitti a scapito della comunità. Sicuramente avranno pesato le inchieste nell’ urbanistica e lo scandalo degli abusi edilizi messi in pratica negli ultimi anni, come quello al vicino parco delle cave. A Milano c’è bisogno di verde. Milano ha il 13,8% come quantità di verde pubblico in percentuale sulla superficie totale della città, ben al di sotto della media europea, che è intorno al 47%.
Concordo, giuste ed utili valutazioni, soprattutto realistiche; purtroppo c’è chi sostiene che questa nostra città assomigli all’ Eden.
Vediamo le volumetrie concesse realmente, poi ne riparliamo…quei disegni mi sembrano specchietti per le….Averle…
Molto bene. Auspicabilmente questo progetto sarà un asset da riutilizzare anche altrove: sono soddisfatto per il parco delle cave e per la caserma
Progetto inguardabile esteticamente. Sembra una galera. Occasione persa per realizzare qualcosa di bello. Sarà un ghetto nel giro di un anno e quel parco, dato chi ci andrà ad abitare, sarà una discarica.