Corso Lodi, Porta Romana, Piazza Medaglie D’oro, Piazza Indipendenza, Porta Venezia, Via Petrella, Viale Pasubio, Via Cadamosto, Piazza Cavour, Via Monte di Pietà, Via Lesmi, Via Ausonio,
Ripa di Porta Ticinese; sono solo alcune delle strade dove è ancora possibile imbattersi in binari abbandonati, rimasti in esercizio per decenni e poi, col tempo, caduti in disuso. Si interrompono spesso nel bel mezzo di una piazza o di uno svincolo. Sono rotaie che decisamente creano disagi al traffico, soprattutto a chi percorre Milano con biciclette e scooter.


Fino all’avvento delle metropolitane e degli autobus Milano poteva contare su una davvero estesa rete tranviaria. Le rotaie oggi non vengono rimosse se non quando si deve intervenire massicciamente in un’opera stradale, perché i costi di rimozione e smantellamento sono consistenti. I vecchi tracciati sono spesso lì da tempo immemore, come in Ripa di Porta Ticinese, dove il tram non transita più dagli anni Settanta; in Via Ausonio e Lesmi, dove i tram vennero soppressi dopo l’apertura della fermata della M2 di Sant’Agostino nel 1983; nelle vie Gaffurio, Mercadante e Tadino, dove le rotaie sono in disuso dal 1958.
Tutto giusto… o quasi.
Alcuni dei tratti citati (e ce ne sarebbero tantissimi altri), sono effettivamente degli spezzoni inutili, o tratti oggi impossibili da ripristinare (penso a quelli a binari compenetrati o in strade effettivamente troppo strette), che sarebbero effettivamente da rimuovere.
Però non totalmente (passando all’asfalto), ma sostituendo i binari con dei listelli in pietra (come si vede in una delle immagini), per mantenere la memoria dei tracciati abbandonati.
In altri casi invece sarebbe utile ripristinare i binari, riportandoli in esercizio.
Uno dei vantaggi della rete capillare che fu, era quello di poter agevolmente gestire eventuali interruzioni, più o meno temporanee, con facili deviazioni di percorso.
Oggi invece, a furia di tagli, la rete tranviaria è “ingessata” ed ogni interruzione comporta la soppressione di linee anche importanti.
penso ad esempio al 29/30, soppresso, nell’impossibilità di avere un percorso alternativo, che pure fino a qualche decennio fa c’era.
Io uso la bici tutti i giorni e attraverso molte incroci con binari. Quando mi sono trasferito a Milano le prime volte mi sono preso qualche spavento con la ruota che si incastrava nel mezzo dell’incrocio, per non parlare del pavé, che la mia povera bici dopo 100m si smonta. Ma penso che rimuoverli sia la cosa più sbagliata al mondo! Mi sono innamorato della vostra città è del suo fascino nascosto in queste piccole cose: non cancellare questa poesia che ancora fa sognare tanta gente…