Ieri sono state molte le associazioni che hanno partecipato al sopralluogo in vista del bando di assegnazione del casello ferroviario abbandonato di Via San Cristoforo, quasi all’angolo con via Pesto.
Uno spazio che era fonte di problemi da diversi anni e che oggi potrà diventare contenitore di opportunità per il territorio e gli abitanti,
Nelle prossime settimane il Municipio 6 delibererà il bando di assegnazione per progetti di interesse pubblico (sport, cultura, socialità, etc) che potrà avere durata di 10 anni, e sarà elaborato anche in base alle manifestazioni di interesse che riceverà.
Il casello è formato da una casetta dell’ex-casellante, costruita all’inizio del 1900, con un piccolo appezzamento di terreno delimitato dal rilievo ferroviario da un lato e da una staccionata dall’altro lato che lo separa dalla tratta ferroviaria che termina alla stazione di Porta Genova, tratta destinata tra qualche anno a venire chiusa.
Questo casello è stato spesso utilizzato come dormitorio per senza tetto, oppure luogo dove venivano smembrati oggetti recuperati e trafugati dalla vicina ricicleria dell’AMSA, lasciando un degrado indicibile sia all’interno dell’area recintata che lungo i binari dei treni.
L’opportunità di assegnare il casello a qualche associazione porterà finalmente un po’ d’ordine e civiltà in questo luogo per troppo tempo abbandonato.
Qui di seguito alcune immagini di come si trovava spesso il vecchio casello a due passi dalla splendida chiesetta del ‘400 di San Cristoforo sul Naviglio Grande.
Che a NESSUNO venga in mente di abbattere questo pezzo di storia. Sperando sempre in uno sgombero DEFINITIVO dei civilissimi signori che bazzicano da tanti, TROPPI anni nella zona
come si evince dalle foto, dall’altro lato del binario la situazione continua ad essere oggetto di forte degrado.
Per quanto riguarda la storia, vista la futura dismissione della linea verso Porta Genova, e dato che si tratta dell’ultimo passaggio a livello rimasto a Milano, propongo di salvare un breve tratto di binario e di strada intorno alle sbarre e al casello, da trasformare in elementi di arredo urbano ex-industriale (vedi ponte richard-ginori sul naviglio).
Così bisogna fare: strappare territorio al degrado, a volte metro per metro con piccole iniziative altre volte con grandi imprese (vedi P. ta Nuova).
È il casello di cui si parla nei romanzi di Rosa Teruzzi? È la casa della protagonista, Libera.Li ho letti tutti e le ambientazioni milanesi sono meravigliose