Una giornata a scoprire le fontane di Milano
Avete presente il detto: “il mondo è bello perché è vario”?
Ecco. Con le fontane di Milano vale la stessa cosa. Ognuna è diversa dall’altra. Ognuna descrive un’epoca e uno stile.
Abbiamo fatto un bellissimo tour a spasso per il capoluogo lombardo e ne abbiamo scovata più d’una.
Abbiamo scoperto tante storie e tanti particolari che non conoscevamo:vogliamo raccontarvene qualcuno.
Piazzale Cadorna –Ago, Filo e Nodo
Iniziamo il nostro giro poco dopo essere arrivati in treno a Cadorna. Superati i tornelli, e usciti dalla stazione FNM, ecco la grande fontana sulla sinistra. Fontana che però, con nostro rammarico, vediamo spenta. Inserita in un progetto di restyling iniziato alla fine degli anni 90 e pensato da Gae Aulenti del piazzale pedonale antistante la stazione ferroviaria Cadorna, questa scultura si compone di vari elementi.
Partiamo dagli elementi che danno il nome altutto: Ago, Filo e Nodo. Dal piazzale spunta un gigantesco ago, leggermente inclinato, e un filo di tre colori. Sono il rosso, il giallo e il verde. Chiaro il riferimento ai colori delle linee metropolitane esistenti al momento della costruzione dell’opera.
L’idea venne a due coniugi: lo scultore svedese Claes Oldenburg e, sua moglie, Coosje van Bruggen, olandese e storica dell’arte, che riuscirono a trovare elementi architettonici per rappresentare visivamente l’identità e la storia meneghina.
Ago e Filo da una parte e il Nodo che spunta dalla vasca dall’altra parte della strada. Questo fu il progetto vincitore del concorso a completamento della piazza disegnata dall’Architetto Aulenti. Altri due elementi da non dimenticare sono le cascate artificiali al termine del colonnato rosso che idealmente chiudono lo spazio che un tempo era occupato dal mercato. Due getti d’acqua che terminano in altrettante vasche che, dobbiamo ammetterlo, proprio pulite pulite non sono. Guardare le foto per credere.
Giardino de La Triennale –Fontana dei Bagni Misteriosi
Continuiamo il toural Palazzo della Triennale, dove troviamo l’opera “I Bagni Misteriosi”, che risale agli anni Settanta.
E mai nome poteva essere più azzeccato.
Guardandola bene infatti sembra tutto fuorché una fontana. Sembra un insieme di tante cose: una piscina, un quadro, una scultura. E il desiderio di rendere tangibili dei ricordi. Ed è proprio questo il messaggio del suo progettista, Giorgio De Chirico.
L’idea alla base della realizzazione della fontana “strana” parte appunto da una sua esperienza di vita: l’infanzia trascorsa a Volos, in Grecia. Nell’opera immagina uomini immersi a metà nell’acqua che conversano e si muovono. Nella fontana dalla forma sinuosa ci sono anche le sculture di una palla multicolore, un cigno enorme, una piattaforma circolare e una cabina da spiaggia. Fuori dall’acqua invece la scultura di un pesce. Questa fontana è stata oggetto di incuria e abbandono per tanti anni, ma un recente restauro le ha restituito i colori e la dignità originali.
Piazza Castello –Fontana La torta degli sposi
Poco distante dal palazzo della Triennale, dall’altra parte del castello Sforzesco,ecco che si staglia “Laturtadispüs”, ovvero la torta degli sposi. Ecco come è stata ribattezzata la fontana di Piazza Castello dai milanesi, che la videro nascere nel 1936 sotto il regime fascista in occasione di una visitadi Mussolini a Milano.
Come succede molto spesso in Italia,il temporaneo diventa stabile e quindi la fontana, invece di essere smontata, restò al suo posto fino al 1959, quando il Comune di Milano decise di rimuoverla per la costruzione della fermata Cairoli della M1 e di collocarla in magazzino. Soltanto nel 1999 si decise di riposizionarne una identica a quella degli anni ‘30 in maniera da riempire il vuoto lasciato quarant’anni prima. Volete saperedov’è finita quella originale? Provate a fare uno zoom con Google maps su una famosa villa in Tunisia, proprietà di un noto politico italiano…
Via Romagnosi–Fontana dei Tritoni
Dopo Piazza Castello ci spostiamo verso via Manzoni. Lo sapevate che esiste anche a Milano una fontana dei Tritoni come a Roma?
È sicuramente meno visibile e meno importante, ma è un piccolo gioiello del secolo scorso che si trova tra via Andegari e via Romagnosi.
Non è stata realizzata dal celebre Bernini, madaSalvatoreSaponaro intorno agli anni ‘30 esi compone di tre elementi: due laterali (le statue che rappresentano il Risparmio e la Beneficenza, simboli della Cassa di Risparmio proprio lì di fronte) e al centrodue tritoni che sorreggono un’enorme conchiglia. È davvero un peccato che sia soffocata sempre dai motorini parcheggiati e che molto spesso non sia nemmeno presente l’acqua, perché questa fontana meriterebbe davvero un occhio di riguardo.
Via Croce Rossa –Monumento a Sandro Pertini
Poco più avanti sulla via Manzoni, all’arrivo di via Montenapoleone, sulla sinistra si apre uno slargo dove troviamo un monumento imponente, squadrato, severo. È la fontana che Aldo Rossi ha dedicato al presidente della Repubblica Italiana Sandro Pertini, realizzata nel 1990. La fontana, che ai milanesi è sempre piaciuta poco come la prossima di cui vi parleremo, è stata inaugurata una volta terminati i cantieri della linea 3 della metropolitana milanese.
La struttura è geometrica, chiara, quasi massonica, ed è interamente rivestita dello stesso marmo di Candoglia che riveste il duomo di Milano. Abbiamo fatto una piccola ricerca e abbiamo trovato una descrizione dello stesso Aldo Rossi che ci racconta come aveva pensato a questo luogo:” Concepita come una tranquilla piccola piazza lombarda, un luogo per incontrarsi, mangiare un panino o scattare una foto di gruppo, è formata da un doppio filare di gelsi lombardi ormai scomparsi nel paesaggio, da panchine di pietra, lampioni e pavimentazione di blocchi di porfido o granito rosa. All’estremità della piazza vi è il cubo della scalinata […]”(in Alberto Ferlenga (a cura di), Aldo Rossi. Tutte le opere, Milano, Electa, 1999).
A tutt’oggi non è stata modificata nel progetto originale ed è ancora un elemento di arredo urbano ben tenuto e ben curato.
Piazza San Babila–Monumento alle Alpi
Ci spostiamo quindi a San Babila. Qui troviamo una delle fontane più chiacchierate e indigeste di tutta la città.
Opera dell’architetto milanese Luigi Caccia Dominioni, è stata realizzata nel 1997 consentendo anche la chiusura al traffico di piazza San Babila.
L’idea di Caccia Dominioni è stata quella di ricreare il ciclo dell’acqua in Lombardia con le acque che dalle montagne scorrono attraverso i grandi laghi fino alla pianura padana.
Opera concettuale tradotta in forme di non facile comprensione: arrivando da corso Vittorio Emanuele appare immediatamente un tronco di piramide di pietra rossa con un grande pomello sulla cima, che richiama le montagne lombarde mentre il pomolo sulla cima simboleggia una nuvola. Da qui scaturisce l’acqua che scivola lungo le pareti levigate della montagna stilizzata e riempie la vasca rotonda sottostante. L’acqua ricompare poi, dopo il passaggio nella griglia che riproduce il cammino dell’acqua lungo i fiumi e i fontanili fino a giungere in una grande vasca simile a un lago. La vasca, a sua volta, rappresenta uno dei numerosi laghi della regione, mentre il getto d’acqua riproduce il processo di evaporazione che idealmente si ricongiunge alla sfera posizionata in cima alla fontana. Vicino ci sono delle montagnette artificiali circondate da verde che simboleggiano le colline e le montagne lombarde che fanno da sfondo alla città di Milano.
Una fontana mai piaciuta ai milanesi che ne hanno sempre capito poco il significato e ne hanno sempre subito la scarsa manutenzione.
Piazza Fontana –Fontana del Piermarini
Da piazza San Babila scendiamo per Corso Europa ed arriviamo in Piazza Fontana. Qui troviamo il classico dei classici: la prima fontana costruita a Milano nel lontano 1782, voluta da Maria Teresa d’Austria ed affidata all’architetto Piermarini, lo stesso della facciata del Teatro alla Scala.
È una fontana che ci ricorda quelle più grandi dei castelli di Versailles, o di Vienna o dei castelli del settecento in genere.
Anche lei ha avuto una storia abbastanza travagliata, se pensiamo che quando fu inaugurata era al centro del mercato ortofrutticolo del Verziere e quindi era sopraelevata su un piedistallo. Danneggiata parzialmente sia dai bombardamenti della seconda guerra mondiale che dall’attentato del 1969 alla Banca dell’Agricoltura proprio di fronte, oggila possiamo ammirare perfettamente funzionante e restaurata.
Piazza Giulio Cesare–Fontana delle Quattro Stagioni
Concludiamo il nostro tour “acquatico” visitando il modernissimo quartiere di CityLife, dove abbiamo visto la Fontana delle Quattro Stagioni, la cui storia parte nel lontano 1927 con il progetto di Renzo Gorla.
È una fontana in stile neoclassico che occupa un’area di 730 mq, è ricoperta in pietra di Sarnico e ha un bacino orizzontale lungo 82 metri e largo 18. Le condizioni attuali sono ottime dopo un restauro attento e rispettoso che l’ha dotata perfino di un’interessante illuminazione a luci fredde in orario serale, ma non è sempre stato così.
Ha avuto una storia alquanto rocambolesca. Dalla difficoltà a trovare le statue che rappresentassero le Quattro Stagioni (poi trovare in extremis a Vicenza e trasferite a Milano), passando per le bombe del secondo conflitto mondiale che distrussero “la statua dell’Estate”, fino alla nuova vita attuale che la rende una delle porte visive di CityLife.
Questo giro per le fontane di Milano ci ha fatto scoprire molte cose della sua storia, ma vi abbiamo raccontato solo una piccola partedi un grande racconto. Le fontane a Milano sono tantissime e forse presto torneremo a raccontarvene delle altre, moderne o storiche, visibili o nascoste, ma sempre con una storia interessante alle loro spalle.
Luca Signori www.designtellers.it
Da salvare solo la fontana dei Tritoni, quella in Piazza Fontana e quella delle 4 stagioni…
Diciamocela tutta: a Milano mancano le fontane e a pensare che la città stesa galleggia su una bolla d’acqua la cosa fa veramente sorridere.
Qualche Fontana in più, magari di quelle a raso con getti, sarebbe benaccetta soprattutto nei mesi estivi.
Più fontane e meglio tenute, che quella del tritone due giorni fa era spenta, piazza Cadorna un aquitrino, la fontana del castello dove i getti sono storti e metà acciaccati,.
Si salva quella di piazza Fontana e quella di city life perfettamente restaurata…
Fra l’altro che la fontana del castello sia a Hammamet è leggenda metropolitana.
Giusto!
Dopo la sua rimozione (ci sono foto che mostrano come, proprio in quel punto, facessero “scivolare” i primi treni della M1) è rimasta parcheggiata per decenni in un deposito comunale. A dimostrazione che spesso, come scritto nell’articolo, il provvisorio diventa definitivo. In questo caso quasi definitivo, fortunatamente!
In quanto citta’ d’acqua ci si aspetterebbe maggior decoro per quanto riguarda le nostre fontane (poche e bruttine in genere) e soprattutto i nostri canali. Purtroppo a nessun partito realmente interessano queste cose dal momento che non generano denaro a differenza delle speculazioni edilizie (vedi citylife, il cui parco sta per venire sommerso da una coltre di cemento per erigere nuove torri).
Comunque a pensarci bene la fontana massonica e’ qualcosa di agghiacciante anche se in linea con la politica milanese (e non solo)!
Diamo il benvenuto a “Luca il rosicone”.
Che, con il suo pensiero illuminato quanto un cerino spento, tramite la sua fantastica tastiera ci comunica di non aver capito una fava.
Diamo il benvenuto in questo blog al simpatico umorista storpiatore di nomi. Esilarante.
La fontana Torta degli Sposi non è mai finita nella residenza in Tunisia di Craxi. Spero che un giorno questa leggenda metropolitana finirà, e sarà quando le persone inizieranno a docuntarsi se ciò che leggono corrisponde alla realtà.