Oggi visitiamo la Casa Museo Boschi di Stefano, un gioiello nascosto in una tranquilla via nei dintorni di corso Buenos Aires. Un luogo dove architettura, arte e design si fondono all’interno di un appartamento in cui il tempo sembra essersi fermato. Qui si ha infatti la possibilità di entrare in contatto con un’eccezionale testimonianza del collezionismo del Novecento all’interno di una casa che conserva l’originale stile anni Trenta.
UN PO’ DI STORIA
La straordinaria collezione di circa trecento opere d’arte del Novecento che oggi possiamo ammirare presso la Casa Museo Boschi Di Stefano in via Jan 15 a Milano, è frutto della passione per l’arte di due coniugi: Antonio Boschi (1898-1988) e Marieda Di Stefano (1901-1967).
Marito e moglie sono impegnati in ambiti diversi. Antonio Boschi è un dipendente della Pirelli, azienda a cui ha dato un contributo significativo con importanti brevetti, come il GIUBO (Giunto Boschi), un giunto di gomma utilizzato per assorbire le vibrazioni nei veicoli. Marieda, invece, è una ceramista che oltre ad esporre le proprie opere , gestisce una scuola di ceramica nel piano terra della palazzina in cui abitano.
I due insieme però coltivano la comune passione per l’arte che li porta a collezionare nel tempo circa duemila opere tra dipinti, sculture e pezzi di arte antica. La loro casa in via Jan, costruita dal padre di Marieda sotto la direzione artistica di Portaluppi, diventa un vero e proprio salotto culturale frequentato da numerosi artisti dell’epoca.
Dopo la morte di Marieda nel 1968, Antonio decide di donare la loro collezione al Comune di Milano nel 1974. La prima esposizione della collezione Boschi Di Stefano ha luogo a Palazzo Reale nel 1974, curata da Mercedes Precerutti Garberi, e nel 1984 molte delle opere vengono esposte al CIMAC (Civico Museo d’Arte Contemporanea).
Negli anni successivi, Antonio Boschi fa ulteriori donazioni al Comune, includendo gli acquisti fatti dopo la morte della moglie. Questo porta alla decisione di trasformare l’appartamento in via Jan, in cui i coniugi hanno vissuto gran parte della loro vita, in una casa-museo. La Casa Museo Boschi Di Stefano viene ufficialmente inaugurata nel 2003, con un allestimento che riflette l’organizzazione originaria delle opere che proprio qui erano state posizionate dai proprietari, seppur la disposizione sia stata riadattata alle esigenze di conservazione e sicurezza moderne.
L’ARCHITETTURA DELLA CASA – MUSEO
La Casa Museo Boschi Di Stefano come abbiamo gà anticipato, trova luogo in una palazzina realizzata tra il 1929 e il 1931 su progetto del celebre architetto milanese Piero Portaluppi. L’edificio viene costruito dall’impresa Radici-Di Stefano, fondata dall’ingegnere Gino Radici e dall’imprenditore Francesco Di Stefano, padre di Marieda.
L’architettura del palazzo è caratterizzata da una particolare struttura ad angolo, enfatizzata dall’aggetto di balconi e bow windows e per la sobria decorazione delle facciate suddivise in tre fasce orizzontali.
Gli esterni e gli interni della casa riprende molti dei punti ricorrenti dello stile sviluppato da Portaluppi negli anni Venti, in particolare per la media e alta borghesia milanese: l’impianto squadrato, le leggere asimmetrie, i pavimenti con decorazioni geometriche, le linee delle ringhiere delle scale e dei cancelli dell’ascensore (tra liberty e razionalismo) e i decori di porte e finestre.
Negli interni, la direzione artistica di Portaluppi si manifesta già dall’atrio che presenta pareti decorate a stucco con motivi ornamentali lineari, una pavimentazione policroma a disegno geometrico e lesene che scandiscono gli spazi.
La ringhiera lungo le scale interne è realizzata in metallo scuro. Le pareti delle scale, dipinte per trasmettere l’effetto del marmo, con nervature e sfumature di colore, evidenziano ulteriormente l’attenzione ai materiali e alla raffinatezza del segno distintivo di Portaluppi, dove il lusso non è ostentato ma si manifesta nella qualità e nella cura dei dettagli.
LA NOSTRA VISITA
Cominciamo con la nostra visita. Prima di tutto è bene specificare che stiamo parlando di una casa museo, quindi vi troverete ad entrare in un vero e proprio palazzo come se fosse ospiti in un bellissimo appartamento.
Questa è una foto di come appare da fuori l’edificio che come abbiamo raccontato è disegnato da Portaluppi. Già entrando vi invitiamo a prestare attenzione ai bellissimi dettagli del palazzo.
Una volta all’interno, non si trova una biglietteria o una reception, anche perché si tratta di un immobile abitato, ma si è invitati da un cartello a salire direttamente le scale (in alternativa per chi ha problematiche può utilizzare l’ascensore) fino ad arrivare al pianerottolo dell’appartamento in cui si viene accolti da un volontario del Touring Club. Non viene chiesto il biglietto anche se online c’è la possibilità di prenotare, l’accesso è aperto e gratuito per tutti.
Durante la visita libera restano a disposizione i volontari a cui si possono fare domande. Nel nostro caso abbiamo incontrato una signora davvero gentilissima che però non è riuscita a fornire con sicurezza e completezza le informazioni che cercava di raccontarci seppur con entusiasmo. In ogni caso sarebbe difficile conoscere ogni singolo dettaglio delle opere conservate in questa bellissima casa perché sono davvero tantissime. Le pareti sono letteralmente tappezzate da quadri e la visione d’insieme è davvero di forte impatto.
Si inizia la vista da un atrio centrale intorno a cui si susseguono le stanze per un totale di 11 sale.
Essendo una casa-museo non troverete le didascalie delle opere, ma per queste è possibile scaricare il PDF con le schede di sala all’inizio della visita che per ogni ambiente ricostruiscono i prospetti delle pareti con le miniature dei dipinti. In realtà è a disposizione anche la versione cartacea (che sarebbe stata personalmente più comoda), ma a noi non era stato comunicato, lo abbiamo scoperto solo alla fine della vista perché l’abbiamo vista utilizzare da un altro visitatore. Diverso la questione dei cartellini per i pezzi d’arredo (tra l’altro molto belli) che invece si è scelto di posizionare direttamente in loco.
Parlando dell’arredamento che merita attenzione al pari dei quadri, ci sono molti pezzi storici degli anni Trenta. È però da specificare che solo alcuni erano originariamente presenti nell’appartamento, la maggior parte sono mobili coevi a quelli originali frutto di una scelta allestitiva e di una serie di acquisti mirati compiuti dalla Fondazione Boschi Di Stefano nel rispetto dello stile dell’edificio.
Anche le opere d’arte per motivi di sicurezza hanno trovato una nuova disposizione a cura di Maria Teresa Fiorio quando la casa è stata aperta al pubblico, seppur la suggestione degli ambienti resti fedele a quella originale. Adesso i quadri sono raggruppati per periodi e stili seguendo un ordine cronologico, sicuramente un criterio che rende da una parte più comprensibile le opere ai visitatori e dall’altra coerenti e armoniose le stanze.
Ora commentiamo alcuni dettagli di questo appartamento.
Questo è il primo ambiente che si incontra e dove sono posizionati i ritratti dei proprietari della casa e della collezione. In questo spazio sono anche posizionate le ceramiche realizzate dalla proprietaria di casa. Nel corso della visita ce ne sono esposte altre insieme a quelle dei suoi allievi della scuola di ceramica come quelle che si trovano in alcune vetrine più avanti nel percorso di visita. La scuola di ceramica di Marieda Di Stefano si trovava nello stesso palazzo, ora aperta solo in determinate occasioni.
Le opere d’arte come potete vedere si trovano ovunque, anche in bagno, queste sono di Ralph Rumney. Da notare anche la bellezza dei lampadari anni Trenta.
Qui una foto dello studio dedicato al Novecento Italiano, con dipinti di Funi, Carrà, Casorati, Tosi e Guidi. Molto bella anche la scultura in gesso di Arturo Martini.
In questo punto invece siamo nella sala monografica con le opere di Mario Sironi. Tra l’altro interessanti anche i mobili disegnati dallo stesso artista.
Questo invece è un tavolo progettato da Portaluppi, uno dei pochi elementi di arredo che si trovavano già qui insieme al vicino jukebox. Sempre in questa sala dedicata agli artisti di Corrente, Morandi e de Pisis, c’è una vetrina che conserva dei pezzi diversi, tra cui delle ceramiche e opere su tela di Fontana. Qui si trova anche uno degli importanti brevetti del proprietario Giunto Boschi per Pirelli, il GIUBO di cui abbiamo parlato all’inizio dell’articolo.
In questa sala dedicata alla Scuola di Parigi invece si trova una grandissima opera di De Chirico, l’unica ad essere rimasta nella stessa posizione che gli avevano dato i proprietari come si può vedere nella foto storica di Gabriele Basilico. L’opera di Alessandro Mendini sul piano è invece un’esposizione temporanea.
Questa invece è la sala monografica dove sono raccolte le opere di Lucio Fontana tra cui oltre a due dei celebri “tagli” sono ben rappresentati il periodo dei Buchi, delle Pietre e dei Gessi.
Alcuni dettagli della variopinta stanza dedicata ai postcubisti (Moreni, Giunni, Brindisi, Piccoli), spazialisti (Crippa) e nucleari (Dangelo, Baj e Dova).
L’ultima stanza è dedicata all’Informale, con opere di Emilio Vedova, Vago, Carmassi e Chighine, e a Piero Manzoni.
Servizi come bookshop, bar ecc. non trovano posto presso la Casa Museo, ma è del tutto comprensibile trattandosi di un palazzo abitato.
Per concludere, a nostro parere la visita alla Casa Museo Boschi di Stefano è un’esperienza da non perdere e, se si ha la possibilità, da ripetere ogni qualvolta ci si voglia allontanare dalla frenesia della città immergendosi in bellissimi capolavori del Novecento italiano.
INFORMAZIONI PRATICHE
Nome del Museo: Casa museo Boschi Di Stefano
Indirizzo: Via Giorgio Jan 15, 20129, Milano (MI)
Giorni di apertura: dal martedì alla domenica, lunedì chiuso
Orari di Visita: 10.00 – 17.30
Prezzo del Biglietto: gratuito
Accessibilità: Prima di accedere all’atrio del palazzo sono presenti alcuni gradini. Superati i gradini, un ascensore consente di raggiungere le sale del Museo situate al secondo piano dell’edificio. La cabina ascensore è di piccole dimensioni. una sedia a rotelle è a disposizione delle persone che visitano il Museo e può essere richiesta al personale di custodia. Casa Museo Boschi Di Stefano è accessibile alle persone con disabilità intellettiva grazie al progetto “Museo per tutti”.
Accesso per Animali: non possono entrare animali, fatta eccezione per i cani da accompagnamento per persone con disabilità.
Servizi Aggiuntivi: guardaroba (non custodito); visite guidate
Sito Web: https://www.casamuseoboschidistefano.it/
Contatti: +39 02 88464748
c.casaboschi@comune.milano.it
Referenze immagini: Lucia Macchi; Casa Museo Boschi di Stefano; Google Arts and Culture
Fonti: Casa Museo Boschi di Stefano; Google Arts and Culture
Dovremmi tutti essere grati ai mecenati che hanni fatto la cultura di Milano.
casa museo con gli scarabocchi sui muri… assurdo!
Luogo magico , con una sala piena di quadri di Sironi , la sala pranzo con molti Fontana , inoltre De Pisis, Carra’ , Savino e De Chirico… bel luogo , è un grazie agli operatori del Touring Club
Bellissimo, uno dei luoghi iconici di Milano, vale assolutamente una visita