Milano | Centro Storico – Addio al pavé in via Meravigli: nostalgia, praticità e una città che cambia

Milano, Centro Storico.

Nei giorni scorsi si è concluso l’intervento in via Meravigli, dove sono state sistemate le rotaie del tram e rimosso lo storico pavé, sostituito con un asfalto rossastro. Che dire? Un po’ dispiace, soprattutto in contesti storici come questo. Ora la strada è liscia, con una tinta tendente al rosso (anche se bisogna prestare attenzione), ma non passerà molto tempo — qualche anno appena — prima che compaiano buche e crepe, ne siamo certi.

Basta guardare cosa è successo al parterre asfaltato di piazza Cinque Giornate, risistemato nell’agosto del 2018: dopo soli sette anni è già visibilmente deteriorato (immagini a seguire).

I masselli in pietra sono un retaggio di fine Ottocento e sopratutto del secolo scorso che fatica a sopravvivere nel XXI secolo. Quelli del pavé milanese, realizzati principalmente in due tonalità — una rossiccia e una beige-grigia — non vengono più prodotti da prima della Seconda Guerra Mondiale. Quindi, le pietre che vediamo oggi hanno oltre ottant’anni almeno. Resistenti? Decisamente sì.

Il Comune, però, da anni punta alla loro progressiva rimozione, adeguandosi alle esigenze della mobilità moderna: traffico intenso, ciclisti e mezzi leggeri che mal si conciliano con i sampietrini.

Eppure, in assenza di tram, una strada lastricata in pietra può durare tranquillamente oltre vent’anni. Ci sono vie come Giuseppe Ponzio o viale Pasubio, dove il tram non passa da decenni, che sembrano appena rifatte: lisce e integre. È infatti il continuo passaggio dei pesanti mezzi su rotaia a danneggiare e disallineare i masselli richiedendo una manutenzione che oggi manca.

Va detto, però, che ci sono strade davvero impraticabili per ciclisti e motociclisti, e anche pericolose per le auto, proprio a causa del pavé dissestato. Via Torino, corso di Porta Ticinese, via Lodovico il Moro — solo per citarne alcune — sono percorsi quotidiani che sembrano prove di sopravvivenza.

Il sindaco Beppe Sala, dopo la rimozione del pavé in via Meravigli, ha rilanciato: Il sogno sarebbe toglierlo anche da via Torino. Una dichiarazione che ha infiammato il dibattito. E dire che, nel 2016, quando Sala fece per la prima volta questa proposta, fu travolto da una pioggia di “no” in difesa dell’identità storica della città — dalla Sovrintendenza al Municipio 1. Ma i tempi cambiano: “Biciclette, motorini e monopattini sono aumentati esponenzialmente, è troppo importante ridurre i pericoli. E bisogna essere realisti: Milano non riesce a mantenere in sicurezza il pavé”, dicono in molti.

Intanto le rimozioni proseguono in varie zone della città: sono già conclusi gli interventi su corso di Porta Vigentina e via Ceriani (siamo nella Baggio storica e qui proprio non ne comprendiamo il motivo visto che si trattava di sampietrini e non di masselli); via Spadari sarà oggetto di lavori dopo la riqualificazione di piazza Cordusio. In programma anche modifiche in piazza Principessa Clotilde, via Medici (anche questa via pavimentata in sampietrini potrebbe rimanere tale) e via Parmigianino. Seguiranno via De Amicis, corso di Porta Romana, via Chiossetto e via Corridoni. Anche zone periferiche, come via Leoncavallo al Casoretto, sono coinvolte. Si tratta di una vera e propria riorganizzazione della pavimentazione, che coinvolge sia il centro storico sia i quartieri meno centrali, cercando un equilibrio tra estetica e funzionalità per tutti i mezzi che vivono la città. I masselli rimossi, comunque, dovrebbero essere riutilizzati altrove.

La sensibilità attorno al tema è oggi altissima: la percezione di insicurezza urbana passa anche dalla condizione delle strade. Ripa di Porta Ticinese, via Broletto, via Venini, corso Italia, via Vasari, via Correnti, corso Magenta: tutte strade storiche dove il pavé è ormai dissestato e la soluzione definitiva ancora non si vede. Il dibattito divide, ma — almeno sui social — i pragmatici sembrano avere la meglio sui nostalgici.

C’è infine anche una questione economica: la manutenzione del pavé costa almeno 20 euro al metro quadrato, contro i 13 dell’asfalto. Il granito è molto resistente, ma il traffico lo logora in fretta: richiede interventi frequenti, è rumoroso e, in alcuni casi, ostacola persino la guida. Ma neanche l’asfalto è una panacea: specie attorno alle rotaie, dove tende a creparsi e sprofondare in poco tempo.

Il NUIR — Nucleo Urbano Intervento Rapido — interviene dove può. Intanto, cresce il numero di cittadini attivi, come quelli della rete Città delle persone, impegnata sui temi della sicurezza stradale e della qualità dell’aria.

Tempo fa avevamo realizzato una mappa con le strade che, secondo noi, meriterebbero una completa riqualificazione in pietra: vie a basso traffico, in contesti storici e monumentali, che — se valorizzate con una pavimentazione coerente — potrebbero restituire atmosfera e identità a una città che, pur correndo veloce, non dovrebbe dimenticare il proprio passato.

  • Referenze immagini: Roberto Arsuffi;
  • Centro Storico, Cordusio, Via Orefici, Via Dante, Arredo Urbano, Area Pedonale, Riqualificazione, via Meravigli, Piazza Pietro e Lino
Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

27 commenti su “Milano | Centro Storico – Addio al pavé in via Meravigli: nostalgia, praticità e una città che cambia”

  1. Per cominciare, ci vorrebbe un intervento della Sovrintendenza perché il pavé è un pezzo della storia e dell’identità cittadina più che il terzo o il secondo anello dello stadio. Non sarà un’opera architettonica, ma resta un tratto distintivo del paesaggio, e come tale, almeno in certe zone, andrebbe preservato. E quello rimosso potrebbe essere riutilizzato in piazze o parchi cittadini.

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  2. Qui in Germania dove abito l’asfalto intorno alle rotaie è diverso. Tra la rotaia e l’asfalto si nota un materiale nero di altra consistenza. Inoltre le crepe nell’asfalto lontano dalle rotaie vengono riempite dallo stesso materiale nero descritto sopra. Boh, forse una consulenza da parte degli uffici tecnici tedeschi e del nord Europa potrebbe elevare la qualità dei lavori a Milano e in Italia.

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  3. Si, bravo il sindaco! Invece che mantenere un pezzo di storia della città, lo rimuove stendendo asfalto dappertutto, con la scusa di non avere soldi per la manutenzione. I masselli centenari rimossi andrebbero almeno posizionati nelle strade secondarie del centro storico a memoria di quello che fu Milano,o almeno, utilizzati per i marciapiedi al posto dell’orribile e spesso ammalorato asfalto. Posizionati in maniera corretta dove non passano mezzi pesanti durerebbero una eternità.

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  4. È un vero peccato rimuovere il pavé, per me è quasi una violenza sulla nostra città. Possibile che non si voglia preservarlo e fare manutenzione adeguata? Sembra quasi che si lasci andare in malora queste belle vie per renderle pericolose e convincere tutti che sia meglio una bella asfaltata, ma io non ci sto.

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    • Ciao Paola, il problema è che in alcune vie, dove passano i mezzi pesanti (specialmente i tram, perché di fatto sono loro che creano il problema) non si può più tenere.
      È cambiata molto la mobilità della città dai tempi in cui sono state fatte queste strade, ora non è più sostenibile.
      Semplicemente vanno spostate le pietre in altri contesti in cui sono utilizzabili e più facilmente mantenibili.

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  5. Il pavé starebbe benissimo se non circolassero auto e bus così potenti e pesanti. Capisco il pensiero di cambiare il fondo di via Leoncavallo, ma le strade centro mi pare eccessivo.
    Via Torino resterà comunque pericolosa per le bici a causa del tram e della sezione ridotta.
    Pensiamo magari a chiudere il centro alle auto come in tutte le città già fatto da tempo, anche la pavimentazione ne avrà beneficio.

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  6. Salva caro prezzo il 2°cerchio di San Siro è distruggi le caratteristiche vie in pietra caratteristica delle vie della cerchia dei Navigli di Milano. Che senso ha? Scarsa cultura e del valore del bello. Protezione del ciclista, scusa non sostenibile.

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  7. Al di là dell’ aspetto della sicurezza e difficoltà di manutenzione a me il pavè non è mai piaciuto neanche esteticamente . Non ha il fascino dei sanpietrini, è grezzo.
    Certo che anche l’alternativa dell asfalto non fa sognare

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  8. A Milano viene impropriamente chiamato pavé ciò che in realtà è un basolato (quello di via Meravigli era tale). Il pavé è invece il cubettato, che da noi è più raro

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  9. >Ma neanche l’asfalto è una panacea: specie
    > attorno alle rotaie, dove tende a creparsi e
    > sprofondare in poco tempo.
    Esatto…per il semplice fatto che i lavori non sono fatti come si deve in aggiunta alla qualità dei materiali.
    Riguardo ai binari nell’asfalto basta vedere in qualsiasi città europea come fanno!

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  10. Fare la guerra al pavé è deleterio in tutti i sensi.
    In estate poi con le alte temperature l’asfalto puzza terribilmente e si deforma con il calore.
    In inverno poi pioggia e gelo fanno il resto.
    Dove ci sono i binari del tram l’asfalto presenta dei solchi profondi e molto pericolosi per chiunque.
    Sarebbe necessario tornare a fare la manutenzione che si faceva una volta al pavé.
    Con una corretta manutenzione e un lavoro fatto bene la pavimentazione in pietra può durare anche 100 anni.

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  11. Tra esigenze estetiche e di sicurezza devono prevalere le seconde. Bisogna fare di tutto per facilitare l’uso della bici a Milano perché, come l’esperienza di Parigi insegna, questo è l’unico modo per avere un’aria non tossica, una città non congestionata dalle auto e fatta per le persone. Il pavè è pericoloso e il valore estetico che dà non vale i problemi che crea. Milano nei secoli ha cambiato molte cose di sè: è il caso di cambiare anche questa. Se volete ripristinare qualcosa di davvero tipico e che ha caratterizzato per secoli la bellezza della citta lottate per riportare a Milano i navigli (non quattro lastroni di pietra sconnessi).

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  12. Le mie domande sono:
    1) Dove finisce il pavé che viene tolto?
    2) Perché non viene riutilizzato sui marciapiedi, nelle zone pedonali, nei parchi?
    Ad esempio.
    Pochi anni fa, hanno sistemato la zona dei navigli proprio l’alzaia in corrispondenza con il vicolo delle lavandaie con un granito grigio di scarsa qualità, perché non hanno utilizzato il vecchio caro pavé più adatto alla zona storica?

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  13. Ancora una volta riscrivo il suggerimento di molti: avere dei marciapiedi in pavè sarebbe credo perfetto per tutti. Se posati bene non intralcerebbero particolarmente sedie a rotelle o passeggini, sarebbero veramente molto belli a vedersi, e durerebbero sostanzialmente in eterno. Giusto oggi passeggiavo per dei portici di Torino in lastricato che erano una meraviglia. Spero che un giorno questa inversione di ruoli si possa finalmente vedere anche a Milano.

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  14. ma con tutta la gente che si è ammazzata con quei cosi menomale, ogni volta sia che ci cammini con la pioggia , che con la moto, che con la bici , che con il monopattino che con la macchina è un casino, ho capito che fa scena ma la città non è solo quello.

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  15. Viale Pasubio è un inferno, per via del pavé e dei binari abbandonati tutti i ciclisti preferiscono andare sul marciapiede (e li posso capire). Vogliamo mantenere la pietra? Va bene, però allora prendiamone una più moderna, più liscia e con meno spazio tra una pietra e l’altra (è questo, secondo me, a rendere scomodo e pericoloso il pavé).

    Poi finiamola con il discorso della manutenzione, il peso delle auto non ha fatto altro che aumentare negli ultimi decenni, ovvio che una pavimentazione obsoleta non regga e abbia bisogno di manutenzioni più frequenti.

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  16. a tutti quelli del “usiamolo per i marciapiedi”… è evidente che non avete problemi di deambulazione, non usate carrozzine, bastoni o semplicemente non avete problemi a camminare o mai ve ne uscireste con boiate inaccessibili del genere.

    Le cose possono piacere o meno esteticamente, le valutazioni sul valore storico (o meno) sono più che lecite ma le decisioni vanno fatte pensando a tutti gli utilizzatori, non solo al vostro caso singolo.

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  17. Ma quale pave???
    Quello che distrugge le auto le biciclette, quello che fa scivolare le persone, motociclisti ciclisti, eccetera si vuole una città fatta di ciclisti e va benissimo io stesso vado in giro in bici o abbandonato la moto e poi se vuole il Pavé, ma dove ce l’avete la testa agli dicevo, poche idee confuse

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  18. In questo articolo si può notare una incongruenza: la bellissima foto d’ epoca (grazie Urbanfile!) smentisce l’ idea, in parte supportata anche dall’ articolo stesso, che il pavè sia un qualcosa di inadatto alla circdolazione ciclistica; generazioni di milanesi hanno costantemente percorso le vie della città a bordo delle loro biciclette, anche quando l’ asfalto era davvero poco presente e lo facevano a bordo delle bici di una volta, essenziali, a dir poco…pure coi freni a bacchetta…oggigiorno invece tra sospensioni, freni a disco, fari a led, selle anatomiche, pneumatici maggiorati, ma a cosa serve porre ancora la questione?

    Certo, via Torino da una sensazione di insicurezza a chi la percorre in bici, ma perchè? cosa manca nella foto d’ epoca, dove ci sono pure i binari del tram? La presenza dell’ enorme quantità di traffico motorizzato, stop, nient’ altro. O vogliamo dire che strade tipo la circonvallazione 90-91sono sicure o la stessa via Totino, quando sarà rtovinata anch’ essa, senza il pavè, diventerà “sicura”? Ma va la…

    Riguardo alla sostituzione del pave per motivi di sicurezza o “modernità” vien solo da ridere, basti pensare alle condizioni dell’ asfalto di gran parte delle strade di Milano e non solo; il pavè lo si elimina perchè richiede una manutenzione minima e oltretutto semplice, si tratta di picchiare sui lastroni. L’ asfalto invece fa parte della serie dei magna-magna infiniti dei giri di appalti utili agli assessorati e agli assessori.

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  19. La manutenzione con i suv che vi siete comprati non regge più.

    Andate in giro con carri bestiame per autoarticolati e poi date la colpa alla “manutenzione “…

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