Milano | Zona San Babila – La monumentalità: San Babila e l’uscita del metrò

Sul luogo della chiesa attuale sembra che ne sia esistita un’altra edificata sopra i resti di un tempio pagano dedicato al Sole; questa chiesa, di cui non rimane traccia, sarebbe stata chiamata «Concilio dei Santi» in quanto vi sarebbero stati sepolti i primi cristiani milanesi. La ricostruzione avvenne nel IV secolo ed alcuni particolari architetto­nici e decorativi denunciano un’ulteriore ricostruzione prima del IX secolo.
La basilica attuale è più lunga dell’originaria perché alla fine del XVI secolo venne aggiunta alla parte anteriore una nuova campata e venne completata la facciata in forme barocche.
Il complesso fu restaurato nel 1880 dall’architetto Paolo Cesa-Bianchi nell’intento di restituire alla basilica il suo aspetto romanico-lombardo; nel 1905 l’architetto Cesare Nava ridisegnà la facciata neoromanica (cfr la chiesa del Santo Sepolcro di Milano) ed il campanile, costruito nel 1820 in sostituzione di quello crollato nel XVI secolo, nel 1926 fu trasformato in stile neoromanico.
La basilica di S. Babila era considerata un tempo la più importante di Milano dopo il Duomo e la Basilica di Sant’Ambrogio, tanto che i suoi parroci avevano diritto a un posto d’onore nelle cerimonie religiose cittadine.
Da Wikipedia

Sebbene non sia particolarmente preziosa, la sua storia è però molto radicata nella nostra città, tanto che se quando si dice “San Babila” senza altre precisazioni, chiunque capisce esattamente a cosa ci si riferisce.
Povera chiesa di san Babila, però! Negli anni Cinquanta si decise scelleratamente di aprire un’uscita della metropolitana proprio davanti al sagrato. Trovo sia stata una pensata del tutto irrispettosa per questa questa povera chiesa, trattata né più né meno che come un palazzo come tanti.
Che bello sarebbe spostare di pochi metri l’uscita della metropolitana, un po’ più verso Corso Venezia. La chiesa e tutta la piazza ci guadagnerebbero in bellezza e prestigio.

 

 

 

 

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