Solo fantasia: Stazione di Milano Dateo

Io non credo in operazioni ultracostose per riqualificare gli arredi urbani. Spesso va a finire che i lavori accumulano ritardi, emergono diatribe giudiziarie sui costi e i tempi di lavoro, il progetto è rivisto innumerevoli volte (finendo per cambiare più o meno radicalmente la forma iniziale) e la cittadinanza è in aperta polemica con i lunghi lavori che rendono l’area invivibile o il risultato finale: gli spinotti in piazza Ohm, per esempio, sono un’esagerazione che divide facilmente i pareri pubblici.
Spesso mi trovo a ragionare sulla stazioni del Passante Ferroviario, il mezzo più sottovalutato dai milanesi per i semplici sfruttamenti urbani – mentre è ovviamente di largo uso per chi si muove da fuori Milano. Le stazioni del Passante sono particolari, un po’ anomale, talvolta contraddittorie. Hanno un fascino tutto a sé. Personalmente adoro la stazione di Repubblica, anche se una pulitina alle lampade le darebbe un vigore tutto nuovo. E ha un sapore tutto metafisico e poco comune la stazione di Porta Venezia.
Il mio cruccio è sempre stata la stazione Dateo. Una delle più dibattute, con molti più detrattori che ammiratori, ma con le potenzialità grezze per miglioramenti semplici e rapidi. Nulla di incredibile, basta un po’ di fantasia, a volte non servono costose operazioni di restauro e riqualificazione:

La foto è presa dall’ottimo MSR Milano

La prima cosa che mi viene in mente, e la più pratica, è un semplice rivestimento di questo soffitto a volta, sorta di navata contemporanea dei trasporti metropolitani. Qualcosa che conferisca caratteri  di maggiore dinamicità, se Milano è davvero un fulcro del design è importante dimostrarlo anche in questi semplici elementi.
Proprio ad una delle estremità, la “galleria” è interrotta da un muro bianco, su cui vedrei molto bene la scritta “DATEO” a modello ‘mattonelle’, un po’ come fatto in alcuni ingressi (nel mezzanino, dopo i tornelli) nella stazione metropolitana di Milano Porta Garibaldi.
Sarebbe anche una buona idea rivestire le colonne, se non nel modello metallizzato delle colonne della stazione metropolitana di Duomo, quantomeno in quello bianco puro del nuovo palazzo Alleanza/Toro in via Don Luigi Sturzo.
Due accorgimenti di pura vena creativa ho infine pensato, ma sono sfizi probabilmente irrealizzabili e me ne rendo conto. Per pura curiosità, io li propongo:
1. Musica. Piccoli altoparlanti che riproducano, a un volume discreto, una playlist musicale. Nulla di eccessivo, un pop pacato e allegro. Questo viene già fatto nelle stazioni metropolitane di Torino, specialmente la sera, e l’effetto è molto bello. Dato che le stazioni del Passante sono spesso deprimenti, tanto vaste e deserte e tanto grige, un po’ di musica le “rimpicciolirebbe”, rendendole più accoglienti e migliorando il mood dei pendolari. Ce ne sarebbe proprio bisogno. (senza contare che, in un Paese volenteroso, potrebbe essere occasione per interessanti operazioni di marketing, basta una modestissima webradio ad hoc, Radio Trenord, e piccoli accordi con produttori discografici, così entrerebbe pure qualche soldo in più a Trenord e magari migliorerebbero le condizioni di trasporto dei pendolari)
2. Wi-Fi area. Un’isola digitale rettangolare al centro della “navata” illustrata dalla foto di cui sopra. Forse è azzardata e raccoglierebbe solo dei profittatori? Beh, ma in fondo pagano il biglietto, quanto vogliano trattenersi in una stazione suburbana è volontà loro. Un piccolo spazio accogliente, magari con qualche fungo per fare caldo d’inverno, dove la gente può sedersi e collegarsi a internet, in attesa del proprio treno.

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