Una piccola spiegazione per far capire l’importanza del luogo:
Santa Maria ad fontem è uno splendido esemplare di santuario mariano rurale, che sorge in una zona centrale della città, ma sembra lontano anni luce dal traffico del quartiere Isola e dal caos della sua movida serale.
La tradizione vuole che l’acqua di Santa Maria alla Fontana sgorgasse da undici fonti poste sotto l’altare, dove si racconta che la Madonna apparve, intorno al 1400, per miracolare un giovane fedele gravemente malato.
Una scala ripida collega il suggestivo nucleo originario dove si trova la fonte alla chiesa soprastante, costruita in epoca rinascimentale e arricchita da bellissimi affreschi alle pareti. La facciata, invece, è datata 1920 ed è da attribuirsi a Paolo Mezzanotte.
Santa Maria alla Fontana con il suo suggestivo chiostro potrebbe essere una meravigliosa oasi di pace. Potrebbe, ma così non è!
Come ci segnala Davide Pizzagalli, quando entriamo nel giardino salta subito all’occhio la cancellata arrugginita, le sbarre del cancello lasciate a terra o legate con fil di ferro! Il disordine regna sovrano in un luogo pure così centrale. Dai varchi aperti entra gente anche quando il parco è chiuso, e può vandalizzarlo e spacciare droga all’interno senza alcun disturbo da parte dei passanti e della polizia. Il verde non è curato: piante morte, secche e malate popolano il giardino. L’area gioco dei bimbi è a dir poco desolante.I milanesi non dovrebbero permettere a un luogo simbolico così pieno di fascino – e non solo per i credenti – di versare in uno stato di totale abbandono.