Premettendo che noi non siamo contrari ai sottotetti, anche perché è un sistema per aumentare lo spazio abitativo senza consumare altro territorio altrimenti ancora agricolo. Ma chiediamo solo che ci sia una certa regola e non l’anarchia che da anni oramai sta deturpando i tetti di molte case in città.
In via Paolo Sarpi al 42, edificio all’angolo con Via Aleardo Aleardi è stato da poco ultimato uno dei sottotetti realizzati grazie alla legge regionale per il recupero di spazi. Come abbiamo già detto, meglio un sottotetto che invadere suolo altrimenti agricolo, ma spesso la decenza di questi interventi è sempre discutibile. In questo caso se non fosse per le terrazze troppo aggettanti sarebbe un intervento sopportabile.
Poco distante si trova l’edificio anni 50 di via Rossini all’8, al quale è stato fatto un sopralzo ad un precedente sopralzo. Ora, a dire il vero l’edifico non è nulla di bello già di suo, ma almeno aveva una coerenza, già la prima aggiunta era un qualcosa di troppo, ma la nuova struttura pare estremamente ridondante.
Ultimo esempio di recupero di sottotetto nella zona si trova in via Bramante al 10. Costruito su una palazzina ottocentesca di edilizia popolare, in questo caso l’intervento è forse più coerente, una balconata posta all’interno e coperta da una gronda.