Piazza Missori è finalmente tornata un luogo dignitoso, dopo decenni di trascuratezza e semi abbandono.
Qui un tempo c’era il sagrato della chiesa di San Giovanni in Conca, luogo antichissimo e prezioso che, per ragioni di mobilità e di progetti per una cosiddetta “città moderna”, è stato sacrificato diverse volte: una prima parte nel 1879, quando si aprì Via Carlo Alberto (ora Via Mazzini) e, infine, una seconda sul finire degli anni Quaranta, quando la chiesa sparì completamente.
Sempre al posto della piazza, oltre alla chiesa, si trovava alla sua destra anche la nota “Ca’ di Can”, dove Bernabò Visconti allevava i suoi amatissimi e temutissimi cani da caccia, mentre alla sua sinistra il bel palazzo cinquecentesco dei Bentivoglio, ora del tutto sparito eccetto il suo portone, trasportato nel Museo del Castello.
Della chiesa si è salvato il “mozzicone” dell’abside con relativa cripta, oggi ridotta a spartitraffico in Via Albricci.
Dopo la sistemazione ottocentesca, che ne fece un grande piazzale, demolendo e spostando la facciata di San Giovanni in Conca, il luogo divenne un capolinea dei tram. Il dopoguerra diede un altro colpo alla trasformazione di questa piazza, che per l’ennesima volta non venne completata. Sul lato di ponente, infatti, doveva essere demolito il vecchio edificio seicentesco, col fronte in laterizio, del collegio di S. Alessandro, poi Liceo Beccarla, ma questo non accadde. La piazza avrebbe dovuto essere valorizzata dagli interventi di architetture moderne progettate da grandi nomi dell’epoca, come Muzio, Piacentini e Lancia, che non diedero però il meglio di sé. Anche il capolinea venne spostato, negli anni Cinquanta, e la piazza cadde nel dimenticatoio più totale.
Un anno fa, finalmente, il Comune decise di dare a Piazza Missori un nuovo volto. Si tratta di un progetto decisamente interessante migliorativo. Tuttavia alcune cose ci hanno lasciato un po’ perplessi, nonostante sappiamo che si è trattato di un intervento poco oneroso, realizzato con pietre di di recupero.
Non ci convince, innanzitutto, l’asfaltatura dei marciapiedi lungo Via Unione e il tratto in corrispondenza del civico 2. Perché non utilizzare la pietra per omologare così tutta la piazza? Da progetto, i “segni” che avrebbero tracciato la posizione originaria della facciata della chiesa di San Giovanni erano chiari ed evidenti, mentre nella pratica, con l’utilizzo delle pietre di riciclo, l’effetto è meno incisivo.
Anche i lampioni ci convincono poco. Chissà come mai a Milano l’illuminazione stradale è sempre moderatamente trascurata quanto ad estetica dei supporti, che invece darebbe un aspetto più elegante e ricercato agli interventi di arredo urbano.
Finiamo con un appunto sulla nuova aiuola. Possiamo permetterci di dire che preferiremmo di gran lunga le aiuole tradizionali, invece che quelle – forse anche più trendy, ma decisamente troppo minimaliste – con fiori e verde piantati nella ghiaia?