Grazie al reportage eseguito da Vinceitaly, possiamo farci un idea di tutti i micro cambiamenti che stanno avvenendo al Vigentino e lungo la via Ripamonti. Zona che si è sviluppata molto tardi e perciò ora è ancora un mix di aree industriali, abbandonate, qualche orto e molte aree abbandonate.
Vigentino era in origine uno di quei paesini che circondavano il territorio di comunale di Milano. In prevalenza abitato da contadini nel censimento del 1861 il paese contava 797 residenti. Fu però nel 1923 che il Comune di Vigentino venne quindi aggregato insieme ad altre dieci località alla città di Milano, diventando una delle periferie della grande città.
Il reportage si divide in due parti, la prima mostra alcune novità in fase di realizzazione nell’area, soprattutto tra la via Ripamonti e Via Virgilio Ferrari, mentre la seconda parte si concentra sul degrado dei palazzi di via Amidani.
Come ci riferisce Vincenzo, qui non troveremo architetture mirabolanti o progetti di archistar, ma tanti esempi di quella edilizia “media” che caratterizza l’Italia e il periodo storico del momento.
In via Verro una piacevole sorpresa: abbiamo seguito dall’inizio, senza troppo entusiasmo, questo cantiere della stecca con il tetto “a botte”. Invece il risultato finale non è male, grazie alla qualità e gradevolezza dei materiali e delle finiture.
Nonostante si lavori ancora (si stanno realizzando i marciapiedi e l’area antistante all’ingresso) diversi appartamenti sono già occupati. Peccato sia stato demolito completamente il vecchio cascinale in rovina che fino a pochi anni fa persisteva ancora.
In via Noto una situazione sicuramente figlia della crisi degli ultimi tempi: il cantiere di un edificio per uffici è rimasto praticamente fermo a come l’avevamo lasciato l’anno scorso. Eppure il piano terra e l’interrato sembrano essere occupati da un’attività commerciale in piena attività. praticamente un’azienda sotto un rudere incompleto.
In fondo a via Noto, dove l’anno scorso c’era un cantiere con un po’ di terra rimossa, ora sorge questo giardino sicuramente realizzato grazie agli oneri di urbanizzazione di qualche nuovo complesso nelle vicinanze.
Via Erice – Le terrazze di Ripamonti sono state completate ormai anni fa, eppure molti appartamenti rimangono invenduti, specialmente nella palazzina più lontana dalla strada. Mi sono dato una spiegazione: inizialmente questo edificio era poco appetibile perché troppo isolato, successivamente perchè i nuovi vicini risultavano essere molto più attraenti (mi riferisco ai giardini Verro).
Via Zanetto Bugatto – Come dicevo i Giardini Verro mi sembrano di ben altro livello per materiali utilizzati, rifiniture e servizi accessori, eppure anche qui ho notato un particolare curioso. Infatti mentre i primi piani, tradizionalmente più economici e con tagli più piccoli, sono tutti occupati, rimangono appartamenti liberi negli ultimi piani e negli attici: così diverse palazzine sono abitate a metà.
Poco distante, in via Monti Sabini è in fase di completamento un altro complesso, di certo non entusiasmante. Trovo particolarmente brutta la corte interna senza balconi su alcuni prospetti, meglio il prospetto principale. Sul retro si lavora a una vasta area: sembra prevista una strada e ancora del verde pubblico.
Il palazzo accanto, completato l’anno scorso, si caratterizza per le forme meno comuni, vagamente postmodern.
Veniamo a un’altra sorpresa: in via Muzio Attendolo Detto Sforza, guardate cosa è venuto su in appena un anno. Sono stati velocissimi!
Praticamente mancano solo le griglie metalliche lungo tutti i prospetti e l’esterno di questo edificio sarà completo. Il livello mi smebra più alto della media in zona (spero di non sbagliarmi). Inoltre questa strada, al confine con il “quartiere fantasma” di Ligresti, merita una presenza così riqualificante. Uno sguardo anche al retro che si affaccia su via Gastone Da Foix
In via Ampola hanno ormai ultimato anche la Corte degli artisti, curioso progetto di riqualificazione di vecchie officine, con la realizzazione anche di villini e di edifici residenziali, il tutto in uno stile vagamente anni ’80 (inserti hi-tech, colori acidi, gli immancabili mattoncini). Ogni volta muoio dalla voglia di entrare a curiosare all’interno (dove si trovano i vecchi locali riconvertiti), ma devo limitarmi a fotografare quello che si vede dalla strada.
Bel servizio. Spero solo che gli urbanisti abbiano una piano di sviluppo generale dell’area. Ad esempio come si può notare dalle foto complessive della zona c’è una strada interrotta in pochi punti che se completata potrebbe diventare una via di collegamento tra i nuovi insediamenti. Faccio notare che nel quartiere passa la storica roggia Vettabbia.. un canale che andrebbe valorizzato e che ora passa tra le fabbriche intubato.
Che la vetabbia potrebbe essere valorizzata siamo d’accordo, però non è intubata…da via Bazzi in poi scorre a cielo aperto….in ampi tratti lasciata incolta, protetta da reti e cancellate e 0 valorizzata (passa dietro la chiesa dell’assunta, quindi passa sotto la strada e si immette nel parco sud). Però è più spostata verso Est. .
Vicino ai complessi del servizio in via ferrari scorre il Ticinello che è il canale scolmatore della Darsena, lui sì intubato fino a via ferrari/incrocio Antonini all’altezza dell’ATA HOTEL dove esce allo scoperto…e più o meno all’altezza di Via verro, vira verso ovest e si immette in quell’area dove sta nascendo il Parco del Ticinello. Speriamo che con i lavori finanziati da Cariplo le sponde del canale vengano rese fruibili e valorizzate. E’ un bel canale anche lui se ben tenuto. La portata è assimilabile alla Vetabbia.
Scusate ma le immagini dall’alto aggiornate dove le avete prese?
Giusta Correzione di Alessandro. Infatti volevo parlare del Ticinello. Che da da Via Antonini, da dove sbuca a cielo aperto, è soffocato da cancellate, orti abusivi, cortili abusivi e fabbriche cresciute intorno alle sue sponde.
Qualcosa finalmente sta cambiando.. infatti come dice Alessandro con i fondi Cariplo nel parco del Ticinello è arrivata una ruspa e ha portato via rifiuti e qualche cancellata abusiva.. spero vadano avanti.
Chiedo ad Alessandro che mi sembra informato. la Vettabia passa a Chiaravalle. Sai he fine fa?
Ciao Antonio, dopo chiaravalle ha un percorso non lunghissimo e sfocia nel Lambro a Melegnano dopo aver attraversato i campi a san donato milanese. A sua volta le sue acque confluite nel Lambro si dirigono verso il PO un centinaio di km più a Sud.
Per vedere la Vetabbia riqualificata in zona ripamonti-vigentino mi sa aspetteremo decenni…l’intera area manca secondo me di una programmazione unitaria, con micro interventi anche interessanti, ma non coordinati col contesto. Se siamo fortunati verrà invece riaperto il tratto più a monte della Vetabbia, quello in via Castelbarco di lato all’ex centrale del latte La Bocconi ha inserito la riapertura di questo tratto nel progetto del nuovo Campus e sta svolgendo le indagini per capire la fattibilità (legata ai sottoservizi o a eventuali extracosti). Speriamo…e speriamo che il Comune li supporti…nel caso i lavori nell’area dovrebbero partire a breve.
Grazie Alessandro. Mi hai dato due belle notizie. La prima è che la Vetabbia anche se degradata continua a scorrere nel suo corso storico.. e speriamo che sia appunto riqualificata e liberata, come il Ticinello. . La seconda è che c’è un progetto per la sua riapertura almeno nel tratto di Via Castelbarco. Mi sembra ottima cosa. Speriamo si faccia a breve. Io sarei per scoperchiare … dove è possibile.. i tanti canali che passano sotto la città.. Grazie e Auguri.
Antonio
E mica solo tu sei per scoperchiare :D! Speriamo nei prossimi candidati sindaci …io aspetto bene di sentire chi promette scoperchiamenti per fargli avere il mio voto :). Urbanfile su questo può avere un ruolo 🙂 Auguri anche a te.