Premettiamo che il nuovo complesso di Palazzo Gorani ci piace molto, è moderno e aperto al pubblico.
Siamo passati a vedere a che punto siano i lavori e dobbiamo dire che i progressi si vedono.
Esistono alcune cose che purtroppo non sono state sufficientemente considerate, come l’unione col contesto storico sul lato di via Gorani. Qui dovrebbero ricollocare il portale seicentesco sopravvissuto alle devastazioni belliche della Seconda Guerra Mondiale, che ancora non è ricomparso e onestamente, lasciato come un sipario tra la via e la piazzetta ci pare alquanto triste.
Stessa sensazione provoca l’aver lasciato la parete cieca del civico 2. Noi avremmo preferito ritrovare una sistemazione a cortina come in antico col portale inserito nel nuovo edificio con aggiunta del poggiolo soprastante. Insomma, senza ricostruire com’era (non sappiamo perché, ma in Italia la ricostruzione storica è quasi un tabù) ma riproporre almeno su questo lato una ricostruzione il più simile all’originale, così da integrare meglio quel povero portale in pietra.
Ricordiamo che il nuovo palazzo Gorani si trova in una delle aree più ricche di storia della città, dove in superficie c’è ancora, al centro della nuova piazza, la torre medievale dei Gorani e nel sottosuolo si trovano e sono stati ritrovati un’infinità di reperti di epoca romana come un bellissimo pavimento musivo.
Il sistema piazza, edifici, strato archeologico, percorsi e messa in mostra di nuovi reperti, è stato progettato dallo studio di Cecchi & Lima Architetti Associati (progettisti dell’intero complesso), così come la nuova piazza con giardino che diventerà un nuovo luogo per le attività cittadine.
I reperti archeologici e il loro collocamento espositivo
Palazzo Gorani nelle foto storiche
Il portale storico di via Gorani come appariva fino a pochi anni fa e il “buco” su via Santa Maria alla Porta
Di seguito il nostro reportage fotografico di Gennaio 2016
Zona Brisa – Palazzo Gorani e il giardino
Zona Brisa – Nuove immagini dal giardino e dal palazzo Gorani
Zona Brisa – Palazzo Gorani e la nuova piazza a che punto sono
Sicuramente l’edificio moderno è molto bello. Peccato che a parer mio non si collochi nel contesto urbano. Trovo la facciata troppo lineare e geometrica rispetto ai palazzi che circondano il nuovo edificio.
Avrei puntato ad una ricostruzione, almeno in facciata, simile a come l’edificio si presentava prima della guerra riutilizzando e restaurando il portale seicentesco.
In una zona così storica di Milano, dove si possono vedere ancora torri medioevali e strette vie, avrei agito in modo assolutamente differente.
Concordo con MET, come spesso accade è stato fatto un bel intervento ma in un contesto sbagliato, bisognava osare di più per fare qualcosa di adeguato al luogo.
Comunque davvero non capisco questa ostilità tutta italiana nel ricostruire fedelmente quanto è andato distrutto o almeno ad utilizzare uno stile simile. Quello che è la normalità in tutta Europa qui è considerato un abominio. Si sono ricostruiti decine di centri storici devastati dalle guerre senza alcun problema..
Però noi a Milano siamo ‘fortunati’ perché abbiamo la sovraintendenza che si spende per salvare marciapiedi e binari del tram in zone pedonali. 🙂 E che non ha mosso un dito per tutelare la prospettiva del Parco Sempione.
Impossibile, nell’esprimere un parere su questa realizzazione, non fare riferimento al contesto nella quale si colloca. I nuovi edifici potrebbero anche essere ritenuti di valore in un’altra zona della città ma qui appaiono a mio avviso del tutto fuori luogo. Ad esempio l’incombere delle nuove costruzioni su Via Gorani, così volutamente estranee al contesto tipicamente Vecchia Milano, da origine ad una evidente stonatura. Data la delicatezza della zona di intervento credo sarebbe stato preferibile dedicarsi soprattutto alla ricucitura e armonizzazione del nuovo con il costruito circostante.
Nel contesto è triste. Sembra un edifico istituzionale di un qualsiasi paese della svizzera subalpina.
ARidatece eR “falso storico”…! 🙂
L’unico modo per salvare l’edifico dalla tristezza malinconico/ospedaliera degli architetti è pannellarlo in legno adeguato.. al contesto.
La definizione di wf ‘edifico istituzionale di un qualsiasi paese della svizzera subalpina’ è davvero geniale e perfettamente calzante. 🙂
Io avrei fatto il possibile per ricostruire la trama stradale preesistente ed avrei optato per uno stile più consono al contesto.
Come dice Davide, un bel intervento ma nel posto sbagliato, aggiungerei nella peggiore tradizione milanese.
Comunque, viva il falso storico!
Marco Grazie e son d’accordo con te.
inoltre, e’ un edificio che sta invecchiando male: ha quattro anni, il bianco e’ sporco ed ha tante tracce di umidità in facciata.
La cancellata di colore ottone su Santa Maria alla porta, sporgente rispetto al filo del palazzo adiacente al civico 3 e’ uno dei peggiori scempi del quartiere dagli anni ‘80 ad oggi.