Come sempre, a fine Marzo torna l’acqua nel naviglio e finalmente chi si occupa dei canali idrici ha iniziato la raccolta dei rifiuti accumulati sul fondale.
Spesso le asciutte procurano da subito polemiche, come i rifiuti che si accumulano per caso o perché incivili si divertono a sporcarli, così bottiglie, bicchieri, sacchetti si ritrovano sul fondo melmoso. Non solo questi sono i rifiuti che si trovano sul fondo, ma anche sedie, cartelli o altri manufatti gettati per sfregio a tutto. Il problema è che il Comune o chi si occupa della pulizia dei canali, non interviene se non gli ultimi giorni prima di riaprire il flusso delle acque, così sembra sempre che la questione non interessi nessuno e così in questi due mesi di secca ecco articoli su articoli che denunciano la non curanza da parte delle istituzioni.
La rete idrica artificiale dei navigli milanesi (Naviglio Grande, Martesana, Pavese, Bereguardo) viene consuetudinariamente messa in asciutta completa due volte all’anno, all’inizio dell’autunno e a metà inverno. Di norma, l’asciutta si prolunga per circa due mesi, ma talvolta si protrae dall’autunno alla primavera dell’anno successivo, senza soluzione di continuità.
La asciutte servono per sistemare le sponde e ripararle, dove necessario.
buonasera,
sono un milanese trapiantato a seattle, e torno sempre volentieri in italia.
ma vedendo il degrado che devasta la citta’ soffro e mi chiedo come l’ amministrazione possa tollerare un simile stato di cose.
auto parcheggiate ovunque sui marciapiedi, nelle aiuole, in doppia fila ecc. muri imbrattati all’ inverosimile, un arredo urbano deprimente e senza un filo logico, ecc ecc. leggo che Milano sarebbe la capitale della moda, del design, una citta’ cool ma io mi chiedo gli amministratori hanno il senso delle proporzioni hanno mai visitato citta’ come Parigi Barcellona Berlino Londra Zurigo Amsterdam Stoccolma , probabilmente no, altrimenti non farebbero paragoni cosi’ arditi.
ricordo ancora l’ anno scorso mi trovavo in Italia per il salone de lmobile e ho visitato la zona di via tortona, ho percorso un ponte pedonale di ferro ,dipinto di verde in evidente stato di degrado, che mi ha riportato alla mente certe immagini tristi di berlino est prima della caduta del muro.
Il ponte in ferro in via Tortona, sempre verde e pieno di adesivi, fa parte del fascino di Milano. Sarebbe facile installare un nuovo ponte futuristico con ascensori per disabili e corsia per le biciclette…invece rimane così come era, come le migliaia di operai dell’ansaldo e della siemens lo percorrevano ogni giorno nel 900 per andare dal capolinea del tram (la metro non c’era ancora) verso le fabbriche che oggi ospitano il mudec e centri di fotografia e design.
Speriamo a breve che la stazione di porta Genova venga riqualificata, come il piazzale, e che magari al posto dei binari si crei il famoso parco lineare che collegherebbe la zona di via tortona a quella dei navigli. Ma il ponte che hai citato rimarrebbe sicuramente così…eredità di una città industriale che non c’è più. Come tanti luoghi di berlino est che è una città (bellissima) che deve il suo fascino anche ai tanti interventi di ricucitura e alle ferite che ancora mostra. Magari la prossima volta che passi sul ponte in ferro prova a immedesimarti di più nella milano industriale 🙂
Caro Alessandro, una cosa è una architettura come quella del ponte di ferro. Tutt’altra cosa è il degrado (osceno) in cui versano sia il ponte che gran parte di Milano. Come si fa ad essere così campanilisti e ciechi?
La sporcizia e la maleducazione dei milanesi, dilagante, che va appunto dal parcheggio selvaggio anche quando il parcheggio di Porta Genova è vuoto, alle scritte sui muri, all’immondizia e tutto il resto lanciato nel Naviglio ogni sera da autentici ma… maleducati, è innegabile.
Ma evidentemente molti milanesi preferiscono raccontarsela diversamente.
CHe tristezza. E che totale mancanza di senso critico ed oggettività.
Milano “città europea”… non scherziamo. E’ sporca come alcune città dell’Est. Milano è più simile a Sofia che a Madrid. Questo è fuori di dubbio.