Lo scrittore Giuseppe Genna definiva l’Ex Macello di Calvairate «Un luogo liberty di delizioso orrore»
Il complesso oggi è in gran parte dismesso; sono in atto progetti per una sua adeguata riqualificazione ma lontani all’orizzonte.Ed è incredibile come, se ci si fa caso, tutti i grandi progetti che si trovano a Sud-Est della città, arrancano, non decollano o falliscono. E’ il caso di Porta Vittoria o Santa Giulia, ci rimangono l’Ortomercato e l’Ex-Macello.
L’area pubblica dell’Ex-Macello (132 000mq), insieme all’area su cui doveva sorgere la Biblioteca Europea Informazione e Cultura, ricopre 245 000 mq. Se si considerano anche i terreni oggi occupati dall’Ortomercato, in parte dismesso, si raggiungono circa 795.000 mq di aree pubbliche che, accogliendo nuove funzioni e servizi di rilievo, potrebbero dar luogo a nuovi spazi per la città. Recentemente il Comune assieme a Sogemi, Politecnico di Milano e Temporiuso.org, ne hanno fatto uno spazio temporaneo come residenza per studenti universitari e uno spazio aperto alle associazioni impegnate in attività di recupero e riutilizzo.
Una parte del complesso è occupata dall’associazione culturale e artistica di Macao, Viale Molise 68.
Il vecchio macello si trovava in piazza Sant’Agostino, ma con la crescita della città, gli spazi divennero insufficienti e troppo dentro la città. Così il Comune nel 1912 diede incarico a due tecnici comunali, Giannino Ferrini e Giovanni Filippini, di trasformare 300mila metri quadrati vicino al comodo binario ferroviario di Porta Vittoria nel nuovo macello milanese, da affiancare all’Ortomercato. Nonostante il forte impulso iniziale, le realizzazioni tardarono a essere completate, sia a causa dello scoppio del primo conflitto mondiale, sia per vicende amministrative del Comune di Milano. Solo nel 1924 l’ingegnere Antonio Cecchi portò a termine il progetto, al quale furono apportate successive modifiche e aggiunte fino al 1929.
La complessa struttura del Macello comunale prevedeva infatti che tutte le attività fossero localizzabili in modo distinto: in particolare, sono di grande interesse gli edifici destinati ad uffici situati su viale Molise, di pregevole qualità architettonica e oggi in fase di riconversione. Riguardo invece ai grandi padiglioni produttivi, al centro del sito è ancora oggi visibile la grande galleria centrale per la macellazione della carne, che presenta tipologie costruttive e decorative coerenti a esempi simili d’oltralpe. Oggi la struttura è in gran parte dismessa e in attesa di una complessiva riqualificazione.
Insomma, perché c’è così poco interesse a recuperare queste aree? Perché pur avendo nelle vicinanze grandi mezzi di trasporto come il passante con la stazione di Porta Vittoria, e la M3 Milano pare volersi dirigere sempre più verso il nord, abbandonando il sud? Quest’area poteva essere trasformata durante Expo, ma forse c’erano altri interessi.
La suddivisione degli spazi ai Mercati Generali
Il grande salone della palazzina occupata da Macao
Camilla Gandellini, Edoardo Lucchini-Gabriolo, Silvia Zauli, Studio Jam Architecture
Io penso che Milano debba impegnare le sue (scarse) risorse a finire i progetti aperti in zona (Porta Vittoria e Santa Giulia).
L’ex-macello (e l’ortomercato) sono grandi aree con possibilità di sviluppo, ma – onestamente – ne abbiamo bisogno? Nei prossimi anni saremo impegnati con le aree ex FS che sono in zone ben più appetibili e con l’area EXPO (forse meno interessante, ma li ormai la frittata è fatta).
Forse per ex macello e ortomercato si può studiare una sistemazione che le renda meno degradate in attesa che ai nostri figli e nipoti le aree servano davvero e si decida un piano di sviluppo.
bisogna il più possibile attirare investimenti immobiliari privati e puntare su progetti di qualità. le risorse pubbliche non sono e non potranno mai essere sufficienti a mettere in moto riqualificazioni di tale portate.
Tutto giusto, però la citazione di quel pallone gonfiato di Genna ce la si poteva anche risparmiare…
Macao è un fottuto centro sociale, non esageriamo
“Centro di aggregazione” ti sconvolge di meno?
Non è il nome il problema 😉