Milano, Rho e Roserio.
Come porta d’accesso da Ovest del nuovo distretto MIND (Milano Innovation District), sorto sull’area che ha ospitato Expo 2015, prende forma MoLo – Mobility and Logistic hub, un’infrastruttura iconica che incarna i principi della mobilità sostenibile, dell’integrazione urbana e della progettazione funzionale. L’edificio si inserisce nel comparto West Gate, posto al confine tra il Comune di Rho e la zona milanese di Roserio, configurandosi come elemento di connessione strategica tra la città esistente e il futuro dell’innovazione urbana.




Siamo esattamente dove si trovava l’enorme struttura a coni progettata da Michele de Lucchi per il Media Centre, demolito nel 2021.

Un’infrastruttura multifunzionale a servizio della città
Progettato dallo studio internazionale MAD Architects, con la collaborazione dell’architetto Andrea Nonni, Open Project srl e Progeca srl, MoLo nasce come edificio mixed-use (uso misto): oltre 68.000 mq articolati su sette piani fuori terra e un piano interrato, per una lunghezza di 170 metri e una larghezza di 50. Il cuore della struttura è rappresentato da un parcheggio multipiano con circa 1.800 posti auto, distribuiti su cinque livelli, destinati sia ad uso pubblico che pertinenziale per i lotti adiacenti e l’Ospedale Galeazzi dal quale dista un centinaio di metri.
Ma MoLo è molto più di un parcheggio. Il piano terra, nella porzione sud, ospita una media superficie di vendita – aprirà un noto supermercato – in connessione diretta con la galleria commerciale che collega MIND alla città di Rho. Nella parte nord si colloca invece l’energy center, una centrale impiantistica di importanza strategica per l’intera area West Gate. Ai piani superiori trovano spazio uffici e laboratori, con una programmazione già definita: Schindler Informatica trasferirà qui la propria sede nel 2026, occupando tre dei quattro piani dedicati al terziario; accanto, anche Confidi Systema ha confermato la propria presenza.







Un progetto integrato per una nuova mobilità
Elemento cardine del masterplan di MIND, il MoLo si propone come snodo della mobilità sostenibile, interpretando la funzione di “cerniera” tra le direttrici urbane, l’area fieristica e il nuovo tessuto del distretto. Il suo ruolo è duplice: approdo per i flussi veicolari provenienti dall’esterno e porta di accesso pedonale e ciclabile per chi si muove all’interno di MIND. In tal senso, l’infrastruttura è pensata per accogliere e filtrare i diversi flussi, offrendo anche parcheggi per biciclette e un’organizzazione spaziale calibrata su principi di accessibilità e flessibilità.
L’architettura di MoLo enfatizza la sua funzione urbana: volumi orizzontali e continui, scanditi da un disegno strutturale regolare, diventano sfondo e orientamento nel paesaggio del distretto. L’edificio si configura come quinta scenica e landmark visivo, un riferimento fisico e simbolico per chi attraversa il Decumano, l’asse pedonale ereditato dall’impianto dell’Expo. Le scale d’emergenza saranno rivestite in allumino riflettente che daranno carattere all’edificio e saranno ben visibili anche quando la vegetazione rivestirà la facciata. L’edificio avrà 4 differenti facciate che ne animeranno la struttura.












Sostenibilità, prefabbricazione e sicurezza
L’edificio è realizzato con una struttura prefabbricata in calcestruzzo, progettata secondo il metodo DFMA (Design for Manufacturing and Assembly), volto a semplificare il processo costruttivo, ottimizzare tempi e costi e ridurre i rischi in cantiere. La maglia strutturale regolare, con campate da 8,5×16,5 metri, ospita tamponamenti realizzati con sistemi a secco o prefabbricati, progettati nel rispetto della normativa energetica e acustica, nonché degli standard LEED Platinum.
Sul fronte della sicurezza sul lavoro, l’intervento ha rappresentato un caso studio: sotto la direzione del general contractor CMB, sono stati sviluppati sistemi innovativi come i parapetti amovibili premontati in stabilimento, l’utilizzo di casseri rampanti per i core e il ricorso a forche a sgancio automatico per il sollevamento in quota. L’intera costruzione è stata portata avanti senza l’uso di ponteggi, adottando sistemi di protezione collettiva integrati nella prefabbricazione.











Tecnologia e visione integrata
Il ruolo di DVArea è stato determinante nell’ingegnerizzazione dell’opera, nella gestione del progetto in ambiente BIM e nel coordinamento delle varie discipline, fino all’ottenimento dei titoli abilitativi e al parere positivo della commissione paesaggistica. Il progetto impiantistico è stato curato da DVMEP, mentre la parte strutturale esecutiva è stata affidata a DVS.
In copertura, oltre alle macchine impiantistiche (UTA, torri evaporative), è installato un campo fotovoltaico integrato, mentre nella pensilina sud-est sono state previste aree verdi e drenanti per la mitigazione dell’impatto edilizio. Una parete verde sul prospetto est e fioriere sui fronti principali completano il progetto di paesaggio integrato.



Conclusione
Con MoLo, MIND si dota di un’infrastruttura chiave, capace di coniugare funzionalità logistica, sostenibilità ambientale e qualità architettonica. Non un semplice parcheggio, ma una piattaforma urbana multifunzionale, pensata per ospitare persone, servizi, energia e movimento. Un’opera che rappresenta al contempo porta, soglia e landmark: un dispositivo architettonico e infrastrutturale che guarda al futuro della città metropolitana.

Milano – Rho + Roserio Mind – Decumano > MoLo – Mobility and Logistic hub (nella mappa Urbanfile codice: RHO1) (terziario infrastruttura) (nuova costruzione)
- inizio cantiere: 12-2023
- conclusione cantiere:
- committente: Lendlease S.r.l.
- progetto architettonico: Arch. Andrea Nonni @ MAD Architects Europe Srl
- Progetto Strutture: Studio Ceccoli



- Referenze immagini: Lendlease, Roberto Arsuffi, MAD architects, Duepiedisbagliati
- Milano, Roserio, Lendlease, IRCCS Galeazzi, Ospedale, Mind, WestGate, MAD architects, Milano Innovation District (MIND), West Gate, Horizon, Zenith, Piuarch, Waugh Thistleton Architects, Rho, MoLo
Ma che bel mostro!!!
Sembra che abbiano tolto la parte alta e rivisto al ribasso l’elemento distintivo delle scale riflettenti.
Il lato sud sembra una palazzina per uffici dell’era sovietica e mentre quello nord non si capisce se sia la parete di un garage oppure le grate per il raffreddamento di qualche impianto.
Speriamo che le piante crescano in fretta…
Mia lettura: abnorme parcheggio con basamento commerciale, facciata simil Beaubourg con verdure, Scia art. 23……..
Allora anche a Rho si fanno i grattacieli (orizzontali) con la SCIA!
Fa schifo. Un tributo a Ligresti e i ruggenti anni ’80.
La ricetta è semplice: nomi accattivanti “english souinding” come “mind”, “MoLo”; rendering che mostrano un trionfo della natura tipo giardini pensili di Babilonia, e l’ennesiamo inutile colatona di cemento è servita.