Il più antico edificio pubblico di Milano in pratica, oggi, esiste ancora solo in parte, sotterrato da altri edifici e da strade, si tratta del Teatro Romano di Via Meravigli/Piazza Affari.
Il teatro venne costruito dopo il 49 a.C., quando anche Roma vide nascere fastosi edifici per gli spettacoli; il primo teatro ad essere costruito interamente in muratura fu quello di Pompeo, del 55 a.C.; a Roma, in precedenza erano fabbricati in legno.
Anche in alcune città dell’Italia settentrionale, come Aosta, Torino, Brescia e Verona, sorsero teatri. In alcuni casi la cavea veniva realizzata sfruttando il pendio di una collina, ma in altri casi, come a Milano, la struttura fu realizzata totalmente autonoma e autoportante, fondata su una fitta rete di murature radiali e concentriche. Quest’ultimo sistema, una delle innovazioni che differenziano gli edifici romani da quelli greci, consentì agli spettatori di accedere alla cavea, lo spazio a gradinate a loro riservato, mediante aperture –vomitoria– collegate all’esterno da un sistema di gallerie coperte, scalinate e rampe.
La pesante mole del teatro poggiava su una piattaforma in conglomerato di ciottoli, ghiaia e malta, a sua volta sorretto da centinaia di pali di rovere infissi fittamente nel terreno, lunghi 80-120 centimetri. La cavea semicircolare era alta circa 20 metri, aveva un diametro di 95 metri e poteva ospitare tra i 7000 e i 9000 spettatori, in un’epoca in cui Milano contava all’incirca 25.000 abitanti. Le gradinate erano divise orizzontalmente in due o tre ordini da corridoi, mentre la scena della quale restano i tratti delle fondazioni, era forse decorata come una facciata di palazzo, con colonne e aperture. Sul retro della scena, si trovava un edificio porticato, forse usato come area per gli “aperitivi” del tempo in attesa degli spettacoli, i cui resti oggi si trovano nei sotterranei del palazzo della Borsa. All’esterno l’edificio presentava un porticato a due ordini di arcate sorrette da pilastri in pietra, inframmezzate da semicolonne ioniche, doriche e corinzie, concluso superiormente, forse, da un attico.
La zona in cui sorse era nevralgica all’interno dell’antica Mediolanum, a due passi dalla porta Vercellina e circondata da ricche domus romane, poi sostituite dal più grande palazzo imperiale. La cavea poteva essere coperta da tendoni –vellaria– per proteggere il pubblico dal sole, specie nei mesi estivi. A testimonianza di questi “veli” sul lato opposto del teatro, si trovava probabilmente un edificio per contenere tali teli che col tempo divenne un oratorio dedicato a San Pietro ad Linteum (velo di lino), che il volgo trasformò in San Pietro e Lino (l’odierna piazza).
Da sempre meno interessati dei greci alle tragedie e più amanti delle commedie, i romani affollavano i teatri soprattutto per assistere agli spettacoli di mimo e pantomima. Il primo, forse farsa burlesca e popolare, traeva spunto soprattutto nel repertorio comico, accrescendone gli aspetti licenziosi. Gli spettacolo puntavano sull’espressività dei volti di attori attrici che recitavano senza maschera, sulla loro abilità nel cantare, ballare e gesticolare, sulle invenzioni sceniche e sui mimi. Oltre a svagare e divertire gli spettatori, le rappresentazioni teatrali, promosse soprattutto da Augusto a fini propagandistici, favorivano la diffusione della lingua e della cultura latina. Nel teatro di Milano si dovevano inscenare spettacoli e svolgere giochi, forse feste e riunioni pubbliche almeno fino al V secolo dopo Cristo quando la religione cristiana ebbe la meglio sulle rappresentazioni pagane, decretando in molti casi anche la fine degli edifici stessi. Nel 402 Milano perse il titolo di capitale, che aveva assunto nel 287. L’ultimo spettacolo di cui ci è giunta notizia è la proclamazione a console, all’interno del teatro, di Manlio Teodoro nel 399. In tale occasione si svolse anche una naumachia.
Il teatro venne utilizzato come luogo di ritrovo del senato cittadino durante l’età comunale come testimoniato da due atti risalenti al 1119 e al 1140. Come gran parte della città venne distrutto nel 1162 da Federico Barbarossa decretandone la fine dopo più di mille anni di vita. I resti vennero rapidamente ricoperti da altre costruzioni e le pietre riutilizzate per ricavarne materiale da costruzione.
Il teatro venne riscoperto solo verso la fine del XIX secolo, nel 1880, durante la costruzione di palazzo Turati. I mezzi dell’epoca non permisero però il riconoscimento della struttura a cui appartenevano i ruderi. Nel 1929 venne edificato sui suoi resti anche il palazzo della Borsa durante la cui costruzione fu riconosciuto l’antico teatro. Ulteriori studi vennero effettuati verso la fine degli anni quaranta e da alcune indagini archeologiche nel 1988 e nel 2005.
La memoria dell’ubicazione dell’edificio non era mai andata perduta nel tempo E si era conservata nel nome della chiesa di San Vittore al Teatro, citato fin dal medioevo nei documenti dell’archivio e nelle opere degli storici, nonché ricordata, dopo il suo abbattimento dell’omonima via.
Di seguito alcune ricostruzioni del Teatro. Abbiamo postato anche tre immagini del teatro romano di Volterra, ricostruito in modo perfetto, con velario e che può dare un’idea di come potesse essere quest’edificio così importante.
Le indagini archeologiche sul teatro di Milano iniziarono nel 1880 e si protrassero per più riprese fino al 2005.
Oggi le sue rovine sono custodite all’interno della Camera di commercio di Milano che, in accordo con la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia, offre la possibilità al pubblico di visitarle, su prenotazione, all’interno di Palazzo Turati, sede storica dell’ente camerale.
Il recente intervento di scavi a cura dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano ne ha precisato la planimetria e la datazione. Mentre la Camera di Commercio ne ha anche valorizzato con un nuovo allestimento e la possibilità di visitarlo – La visita è gratuita ma è necessaria la prenotazione. Per prenotare la visita o ricevere informazioni basta inviare un’e-mail all’indirizzo teatroromano@mi.camcom.it oppure telefonare al numero 02 8515 5108 – 4386 (lunedì dalle 9.30 alle 12.30).
Di seguito i resti recuperati nei sotterranei nell’area del Teatro.