Un palazzo del 1951 alquanto anonimo in via Fatebenefratelli 14 sarà completamente riqualificato e messo sul mercato secondo un progetto dello studio di architettura e design Lombardini22 (L22).
La facciata sarà completamente ammodernata e verrà eliminato quel brutto color giallo uovo e sostituito da un più accettabile grigio chiaro. Al posto della pietra brunetta sarà posata la pietra milanese per eccellenza, il ceppo lombardo, usato sin dall’antichità e che caratterizza gran parte dei palazzi milanesi.
La reception sarà ampliata per favorire l’accessibilità ed anche l’ammodernamento dei servizi igienici andrà in questa direzione. Saranno installati due ascensori più spaziosi. Completeranno la ristrutturazione pavimenti sopraelevati e controsoffitti con corpi illuminanti ad incasso. Sia l’architettura sia gli impianti tecnici si baseranno sul principio della sostenibilità. Gli utilizzatori
troverano nell’edificio un ambiente che favorisce il benessere. L’immobile sarà efficiente dal punto di vista dei consumi energetici. I materiali e gli impianti saranno al servizio sia dell’estetica sia della funzionalità. A seconda della natura della ristrutturazione prevediamo di ottenere la certificazione basata sullo standard inter nazionale per la sostenibilità, ossia la certificazione LEED®Oro.
Deka Immobilien GmbH
Il palazzo come si presenterà:
Preferisco di gran lunga il giallo al grigino chiaro. Mi sembra un passo indietro, peccato.
CONDIVIDO
L’importante è che ci siano i disegni e le foto, così tra 40 anni se i nostri nipoti saranno di quell’idea, e se sarà tornato di moda, potranno farla di nuovo giallina.
Se io fossi la Soprintendenza, costringerei chi ristruttura gli edifici per ottenere il bonus di volumetria a tornare alla corretta sfumatura di colore del “giallo Milano”, anziché violentare tutto seguendo la moda di colore del momento (evidentemente oggi il grigio chiaro).
Giallo o non giallo, Fatebenefratelli 14 adesso dialogherà alla grandissima col dirimpettaio Palazzo Parigi. Sicuramente c’è a chi piace e Milano è una città inclusiva, quindi va bene così 🙂
Peccato che il cosiddetto giallo Milano sia un classico caso di “invenzione della tradizione” (come i tartan scozzesi) e sia una trovata sabauda, dato che fino all’unità i colori prevalenti erano il bianco/beige e il mattone a vista (vedi restauri di Palazzo Reale o della Villa Reale a Monza, che hanno eliminato il giallo e sabaudo e riportato il bianco originario).
Suggestivo ma non del tutto vero: basta andare a vedere qualsiasi quadro con vedute di Milano nel 700 per farsi un’idea che vale più di 100 post sul web.
(Di quadri tra GAM, Gallerie d’Italia e Palazzo Morando ce ne sono a carrettate)
Guarda che i “giallo” che vedi (a volte, ma non sempre) nelle vedute, ad esempio di Angelo Inganni, non è perché i muri fossero intonacati di giallo, ma semplicemente perché erano muri (bianchi) vecchi e sporchi.
si vede benissimo (anche senza andare al museo) per esempio in questa galleria di vedute appunto dell’Inganni:
http://www.italianways.com/la-milano-di-angelo-inganni/
Io ho sempre saputo che il “giallo Milano” nasce con Richini (nel 1600). Ti direi di andare a vedere qualcuno dei suoi edifici (disseminati per tutta la Lombardia), ma tanto anche quelli tra sporcizia, ridipingitura e segni del tempo sono ormai di tutti i colori e non farei altro che confermarti nelle tue idee, temo.
Vada per il bianco allora. Questo è grigio, quindi con la tradizione c’entra ancora meno.
Per gente grigia e senza fantasia9.
quello giallo è bello, quello nuovo fa schifo. Come se ci fosse bisogno di grigio a Milano
Niente è più aberrante del “giallo Milano” una delle poche tradizioni che val la pena smarrire… Assolutamente meglio adesso.
Benissimo, decisamente più bello nei rendering!
Gentee grigia e triste scambiata per eleganza spicciola da discount.
Arrivederci ii allegria, benvenuta tristeezzaa…