Milano | Trenno – Quel “muraglione” sul confine tra città e campagna

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Tra la via Via Giorgio de Chirico e Via Fratelli Beolchi a Trenno, da più di un anno stanno sorgendo le residenze Casatrenno, un complesso residenziale abbastanza impattante. Gli edifici, tutto sommato, non sembrano brutti ma ci perplime il modo in cui sono stati inseriti in questo contesto che, volendo vedere, è ancora abbastanza rurale. Una sorta di muraglione che si frappone tra la campagna e la città.

Ci troviamo nel quartiere di Trenno, un ex paese che come altri 10 Comuni, nel 1923, finì annesso alla grande Milano. Dobbiamo dire che Trenno, più di altri, è rimasto ancora dall’aspetto contadino: non lontano da questo nuovo complesso residenziale, ad esempio, c’è un cascinale, la cascina Campi, con tanto di gallo che canta, cavalli e altri animali da fattoria. Oltre la nuova cortina di edifici si trovano ancora i campi coltivati a frumento/riso o granturco della cascina Malgera. Insomma, a nostro parere forse chi ha permesso questa nuova realizzazione non ha tenuto conto del contesto, creando un vero muro tra il “paese” di Trenno (per giunta il nucleo storico con tanto di chiesa) e i campi coltivati (salvaguardati nell’essere inclusi nel famigerato Parco Sud).

Il progetto naturalmente , come oramai di prassi, realizzerà una connessione pedonale con tanto di parchetto e area giochi per i bimbi, tra le due vie de Chirico e Fratelli Beolchi, oggi sconnesse.

Le nuove costruzioni di nove piani sovrastano anche tre “villette” (nulla di eccezionale a dire il vero) le quali saranno inglobate nel nuovo parchetto.

Insomma, ci pare sia stata concessa troppa volumetria e questa, come spesso accade, non ha tenuto conto del contesto – manco fossimo ancora negli anni Sessanta – invadendo con un po’ d’arroganza lo spazio forse più consono a edifici di due o tre piani al massimo.

Questo gruppo di foto è di Andrea Mr-Beat


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La Cascina Campi, a pochi metri dal complesso

 

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Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

23 commenti su “Milano | Trenno – Quel “muraglione” sul confine tra città e campagna”

  1. 9 piani a lato di una zona agricola!
    Casermoni anni ’60!
    Davvero brutto. Io non ci andrei mai a vivere.
    Ma il Comune con che criterio da le concessioni? Massimo profitto per il costruttore e basta?

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  2. Mamma mia, sembra la prigione fortezza dei film con stallone.
    Certo che sui colori Milano è fobica.
    Se non è grigio è color marrone suicidio dal balcone.
    Tristezza portami via.

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    • Si, sembra di vedere la palette colori delle Cucine del Centro Sposi di Brighella inferiore…

      Si vede che sono i (non) colori che van per la maggiore, in fondo non credo che i frequentatori di UF siano un campione rappresentativo della popolazione (e soprattutto della demografica di chi compra casa in posti del genere)

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  3. ecco l’esempio tangibile di come questa città, dopo il piano Beruto, non abbia più fatto riferimento ad preciso disegno urbano e subìto l’espansione del suo territorio in modo del tutto estemporanea, per singoli lotti, senza cura per allineamenti altezze, prospettive e rispetto del contesto.
    Probabilmente fa parte della nostra cultura: è avvenuto nel disastroso periodo della ricostruzione post bellica e del boom e ancora oggi si può osservare in questo e in altri interventi ai margini del tessuto consolidato.

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  4. inguardabile, inaccettabile.
    Sul cartellone nomi e cognomi sono sfacciatamente in bella evidenza, tre firme irrispettose, indegne di fregiarsi del titolo di architetti.
    Un titolo che dovrebbe mettere al centro delle proprie idee le persone e l’ambiente, anzichè le follie e le perversioni dei progettisti.
    Perchè questa non è architettura, bensì è intenzionale volontà di deturpare il territorio, il paesaggio, di recare danno e difficoltà future, di creare volutamente ambienti di disagio e di crisi.
    Che senso ha produrre tutto questo, se dal dopoguerra siamo davanti a decine di esempi e di storie identiche con gli stessi errori, che solo ora in alcuni casi (giambellino), forse, si riuscirà a rimediare con enormi fatiche, coinvolgendo tra l’altro ancora architetti e costruttori??
    L’odore di inganno continua da molto tempo, perpetrato da figure professionali non più credibili.

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  5. Come cittadino milanese mi sento offeso per la faciloneria, la connivenza o chiamatela come altro volete con la quale l’Amministrazione pubblica ha autorizzato un intervento come questo. Un autentico scempio che va a impattare brutalmente sulla realtà, tutto sommato urbanisticamente dignitosa, di Trenno e sul residuo, e ancora miracolosamente ben conservato, paesaggio agricolo. Inutile poi lamentarsi della scarsa credibilità di cui godono le nostre istituzioni quando appare lampante la subordinazione degli interessi della comunità rispetto a quelli del privato.

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      • si ma dovresti sapere che quando vengono date le concessioni da una giunta, quella subentrante deve pagare penali altissime per revocarle, e così spesso chi subentra si deve beccare critiche e parole per progetti già accordati in precedenza e dai quali è molto difficile esimersi….

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  6. Ma si continuiamo a costruire case con volumetrie esagerate visto che la zona è rurale e nel parco agricolo sud aveva più senso fare delle villette ma si sa in Italia vince sempre il CEMENTO.

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  7. chiedo scusa per i miei commenti sopra, ho avuto qualche problema con il browser….
    UF, se necessario, eliminate pure i miei doppioni.
    Grazie

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  8. Buongiorno,
    dal punto di vista strettamente legale è chiaro che tutto questo è stato fatto senza violare le norme di legge con evidente variazione in corso d’opera però! Se si dà un’occhiata sul sito del Comune di Milano, l’opera presentata era differente con volumetrie ridotte e molto meno impattante – http://milano.repubblica.it/cronaca/2017/01/18/news/palazzo_marino_dai_numeri_della_sorveglianza_sanitaria_emerge_un_quadro_in_chiaroscuro_con_l_anomalia_della_legge_104-156255116/ Tutto il progetto rientra in quel genere di intervento iniziato con l’amministrazione Albertini dei Piani Integrati di Intervento, concepiti come progetti isolati rispetto all’intorno e rispetto alla realtà urbana. Detto ciò dal punto di vista urbanistico è una cosa abominevole…ormai non mi stupisco più di nulla di quanto accade nel nostro paese dal punto di vista dell’impatto ambientale e paesaggistico, nonostante esistano norme per la loro tutela. Divertenti sono anche i rendering: mostrano fanciulli felici correre per prati…che prati non sono in quanto risaie…sarà divertente…

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