Milano | Duomo – Rinnovo stilistico per le aiuole in piazza Duomo

Sponsor sarà Starbucks che si prepara ad aprire il primo negozio a Milano.  Maran: “Ringraziamo anche lo sponsor uscente Minolta. Gli alberi presenti oggi in piazza saranno piantati in altre aree della città”

aiuole+Duomo+1

Le aiuole verdi di piazza Duomo si rifanno il look grazie alla proposta vincitrice del bando di sponsorizzazione lanciato dall’Amministrazione e presentata dalla società Starbucks, prossima ad aprire il primo negozio d’Italia a Milano. In uno dei luoghi simbolo della città arriveranno palme, banani e fioriture alternate durante le stagioni, in modo da garantire sempre vivacità e colore.

“Il progetto, che ha ricevuto il benestare della Soprintendenza – sottolinea l’assessore al Verde Pierfrancesco Maran -, dimostra come queste forme di collaborazione tra pubblico e privato siano proficue nel trovare soluzioni che rendano più belle e curate le aree verdi della città. Le piante sempreverdi daranno un tocco esotico alla piazza, mentre gli alberi attualmente presenti verranno ripiantati in altre aree di Milano. Ringraziamo sia Starbucks che Konica Minolta Business Solutions Italia, lo sponsor che ha garantito cura e decoro all’area negli ultimi tre anni”.

“Siamo molto orgogliosi di regalare alla città di Milano un bellissimo giardino – dichiara il Presidente di Starbucks EMEA Martin Brok.

Nell’area ovest della piazza, filari di palma (nome botanico Trachycarpus fortunei) fissati al terreno con un opportuno sistema di ancoraggio (Tutor Sikur System) si alterneranno a quelli di banano (Musa ensete), creando uno scenografico gioco di vegetazione di grandi foglie sempreverdi. Saranno inoltre piantati arbusti, graminacee e piante perenni con fioriture alternate durante le stagioni in varie tonalità di rosa: in primavera avremo un tappeto di bergenia, durante l’estate i grandi fiori di ortensia in varietà ‘Vanille Fraise’ e di ibisco, in autunno le infiorescenze delle canne giganti cinesi (Miscanthus floridulus). Un tappeto di ghiaia scura infine esalterà per contrasto il sistema del verde, che sarà alimentato da un impianto di irrigazione automatica.

L’installazione, che ornerà la piazza per tre anni, è opera del lavoro dell’architetto milanese Marco Bay, laureato presso il Politecnico di Milano e già autore del giardino per lo spazio museale dell’Hangar Bicocca e delle aree verdi per le sedi della Deutsche Bank in zona Bicocca e della “Serenissima” in via Turati.

Questa settimana inizierà il trapianto, a cura dello sponsor, dei 24 carpini e dei 9 clerodendri attualmente presenti sulle aiuole, che verranno spostati in altre aree della città indicate dall’Amministrazione, in particolare tra via Salomone e parco Galli, e tra via Gonin e via Giordani. All’operazione, che durerà circa un mese, seguirà la posa a dimora di palme, banani e sottobosco rosa.

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

37 commenti su “Milano | Duomo – Rinnovo stilistico per le aiuole in piazza Duomo”

    • Maran ha detto che il progetto ha ricevuto il benestare della Soprintendenza.
      Credo che (tradotto dal paraculesco) voglia dire che la domanda se l’era giustamente posta pure lui!

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  1. Poveri noi si vede che Maran è passato dalla mobilità al decoro urbano, altri casini…Ma cosa c…o c’entrano i banani e le palme con la nostra cultura e la nostra latitudine….poveri noi.
    ah forse è per far sentire maggiormente integrati i prossimi milanesi…
    Io veramene delle volte penso che Maran viva in un mondo tutto suo

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  2. Contentissimo.

    Tutta questa perplessità sulle piante esotiche quando è da secoli che i giardini più belli e ammirati di tutta Europa si abbelliscono con piante esotiche provenienti da tutto il mondo.
    In Francia e anche Inghilterra moltissima tradizione dei giardini degli aranci ad esempio, ma non solo. Tutti i viaggi in oriente e occidente hanno portato specie calde in climi freddi e il gusto per l’esotico.

    Potete anche criticarla ma è una tradizione non una innovazione semmai…
    Come piante autoctone suggerisco la patata o la verza.

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    • Sì ma questa è piazza Duomo, mica villa Mulberry sul Golfo di Napoli.

      Per dire, dove c’era la basilica paleocristiana di Santa Tecla, e prima ancora il tempio di Minerva, e prima ancora il tempio di Belisama col suo boschetto di sacre querce.

      Belloveso si rivolterà nella tomba (e anche il druido Panoramix, immagino)

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    • Da naturalista mi permetto di dirti che se si conoscesse un minimo di come funzionano gli ecosistemi; sapresti quale orribile misfatto è importare piante-animali-funghi ecc.. alloctoni. Per queste forse no ma se una pianta piu semplice si adatta qui comincerà a diffondersi sostituendo le piante autoctone (patrimonio mondiale)

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  3. DOPO EXPO
    Il progetto del Comune: Milano capitale del food come moda e design
    Convegno Openagri per innovare agricoltura accanto a città. Il sindaco Beppe Sala: «Con Expo abbiamo avuto nel mondo un’apertura significativa su questo tema»

    A Milano «i primi giorni di maggio si terrà anche la prima settimana dedicata al food, la `Milano Food City´», ha annunciato l’assessore al Lavoro e Attività produttive Cristina Tajani

    Il food potrebbe essere la chiave della promozione turistica di milano neglinanni a venire.
    Pero bisogna farlo bene ed essere svegli con la promozione.

    Food+arte+cultura+innovazione modernità

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  4. I giardini non devono essere necessariamente legati al contesto della flora tradizionale… devono essere belli e basta.
    Quindi attendo di vedere il risultato finale.

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  5. Per le varietà esotiche ci sono i giardini botanici…Qui invece siamo nella piazza principale di una città della Pianura Padana. Dovrebbe essere prassi normale quella di utilizzare nelle sistemazioni a verde pubblico (già pubblico, non di Starbucks) pante autoctone e, in effetti, è proprio in tal senso che ci si è orientati negli ultimi decenni nelle nuove sistemazioni di aree a verde, sia più periferiche che centrali. Pensare che proprio nella piazza simbolo della città ci debbano essere dei banani o altre essenze parimenti esotiche è un grosso passo indietro rispetto a quelle che dovrebbero essere ormai consolidate prassi nel campo della realizzazione e gestione del verde pubblico. Ma naturalmente di fronte ai danee di Starbucks tutto passa in secondo piano….

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  6. Quante storie per un’aiuola a zero costi per il comune. Ringraziamo lo sponsor e portiamo a casa. Piuttosto parliamo dello schifo che fanno i taxi parcheggiati 24h su 24 in piazza? Perché non lo spostano?

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  7. Che bello, sembrano i giardini del palazzo reale di Rabat.
    Gente, ma perché devono essere per forza dei sempreverde? Andiamo a rivedere le foto di piazza duomo nei primi 900….

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  8. L’idea di piantare banane e palme in piazza Duomo mi lascia leggermente perplesso. Almeno li pagherà Starbucks.
    Di sicuro daranno un tocco verde alla piazza dopo gli osceni new jersey in cemento fatti ridipingere per renderli meno tristi. Sarò davvero curioso di vederli

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  9. Sono d’accordo con Nicola e GR. Un po’ di verde esotico a costo zero non può far male. Bravo Maran e continua così … Gli sponsor sono un asset fondamentale per lo sviluppo di una città dalle casse vuote ( per voi che criticate i ricordatevi che i dane’ non crescono sui banani ! )

    Unica pecca è aver deciso ancora una volta di piantare il verde oggi presente in piazza Duomo in periferia che notoriamente abbonda di verde molto più di tanti viali / quartieri in centro città. Maran ricordiamoci che anche il centro vuole le sue vie e viali alberati. Vedi via Larga, Vercelli, Carducci, Boccaccio … Per il resto avanti così.!!!

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  10. No, a tutto c’è un limite: i banani e datteri in piazza Duomo? ma state bene? va bene la creatività e l’apertura al mondo extra europeo, vabbè l’esotismo. Ma Milano ha tre-cose-tre considerate sacre, piazza scala, la galleria e piazza Duomo. Vogliamo vincolarle a vita a un immagine dignitosamente milanese? Perchè o Milano d’improvviso si riempie di spazi verdi esotici e lussureggianti, in ogni angolo, cosa impossibile, e allora i banani davanti al Duomo hanno pure senso, x tutta una serie di motivi che avete già descritto voi qui sopra, oppure avere la sciatteria delle aiuole milanesi (dove a stento si pota l’erba e si piantano i fiori solo una vota l’anno x il 25 aprile), che fanno a pugni con i lussureggianti banani iper irrigati e lucidati perchè lo sponsor paga, non fa altro che mettere in ridicolo tutto il sistema verde di milano – ma prima di tutto piazza Duomo il simbolo di Milano. Fermateli!!

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    • Dado è quindi quale sarebbe la soluzione ? Avere delle aiuole sciatte con fiori paintati solo in 25 Aprile anche in piazza Duomo ? Da qualche parte bisogna pur cominciare è tutto sommato il progetto sembra dignitoso. La sponsorizzazione durerà tre anni dopodiché tireremo le somme. Per il momento va bene bene così. Piazza Duomo come il resto del centro ha ben altri problemi che la rendono sciatta e credimi non sono né i banani né le palme… Lascio a te immaginare di cosa si tratta…

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      • Anonimo visto che fai il saputello, bastava dire a starbucks va bene potete sponsorizzare l’aiuola ma con delle altre piante o alberi non credo che starbucks avrebbe detto di no, o banani o niente…svegliaaaaaa..

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  11. Vivo in prossimità di un parco di 200.000 mq in cui non è stato piantato nemmeno un sempreverde con la “scusa” progettuale che doveva ricondursi al tipico paesaggio padano. Poi però vi hanno piantato un filare di alberi di catalpa.
    In piazza Duomo: palme e banane. Passi l’estro (?) di certi progettisti. Ma chi diavolo sceglie i membri delle commissioni giudicatrici?
    Ma soprattutto chi permette al signor Maran di passare dalle strisce gialle che chiama ciclabili ai banani in piazza Duomo?
    Mi chiedo dove abbia studiato Paesaggistica e Urbanistica. Mah

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  12. Povera milano, hai venduto da tempo la sua anima, la linea della palma, come aveva previsto sciascia, ormai è arrivata a Chiasso.
    Che resta della civiltà milanese e della Lombardia? Chi la difende? Anche l’effimera stella di Bossi è tramontata tra le rovine e l’avvilimento.

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    • già. oramai si mangia polenta e kebab… 🙂

      ma di quale anima milanese parliamo?
      nei secoli milano è cambiata completamente, sotto i tutti punti di vista, e non per forza tutto è peggiorato.
      quindi mi chiedo: cosa abbiamo perso?
      e quello che abbiamo guadagnato riesce a ripagarci o addirittura il saldo è positivo?
      rimpiangi la milano dei primi del ‘900? degli anni 60/70? degli anni 80/90?
      quella di epoca romana o medievale?

      l’anima di milano a me sembra sia la capacità di reinventarsi, con periodi di alti e bassi, e rinascere lavorando sodo. e questa non mi sembra affatto persa.
      (attualmente siamo anche in una sorta di crescita tra l’altro)

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  13. Vorrei ricordare che il concetto pianta autoctona è assolutamente relativo..la robinia è una pianta del nord america portata in europa nel 700 e introdotta in Italia anche da Giuseppe verdi..e ora a tutti sembra autoctona.
    Nessuno pensa di estirparla perchè ormai fa parte del paesaggio.
    ma potrei parlare della patata e del pomodoro…
    Tutto si muove…tutto cambia.. anche piazza del Duomo:
    se l’intervento è gratis..
    O NO?

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