In tutte le città che contano c’è un Museo di Arte Contemporanea. A Milano invece manca. Secondo noi questa è una grave mancanza che, per una città che vuole essere contemporanea e che vuole competere in questo Mondo sempre più piccolo e competitivo, deve essere colmata. Un progetto, come in molti si ricordano, c’era, ed era quello creato dall’architetto Daniel Libeskind per CityLife nel lontano 2008; ma, come si è visto, Milano avrebbe avuto problemi di budget per mantenerlo, una volta costruito. Così si è scelto di cancellarlo, seppure la sua costruzione sarebbe stata interamente a carico degli sviluppatori dell’intera area dell’ex-fiera.
Peccato, perché sarebbe stato un nuovo fiore all’occhiello per la città, uno spazio culturale in più per Milano e, visti il successo che stanno riscontrando le mostre al Mudec o a Palazzo Reale, la rinnovata Pinacoteca di Brera e l’impulso che il Comune stesso vuole dare alla manifestazione del MiArt, sempre più importante nel contesto cittadino, avrebbe dato alla città una nuova attrattiva da visitare. Un po’ come avviene all’estero, dove palazzi iconici e dirompenti, che ospitano musei ed attività culturali, attraggono nuovi turisti facendo aumentare gli affari per le città stesse. Abbiamo anche immaginato lo spostamento da CityLife della struttura museale, con la sua collocazione nei nuovi contesti che si andranno a creare in futuro, come nello Scalo di Porta Romana, a due passi dallo spazio culturale di Fondazione Prada e dalla M3, o nel futuro Scalo Farini, a due passi anche da Porta Nuova. Insomma, questo del Museo d’Arte Contemporanea potrebbe essere una carta in più da giocare nel prossimo futuro. E visto che il progetto già ce lo abbiamo (per lo meno in stato preliminare), basterebbe trovare i soldi e il luogo.
bello!
Meno male che ci siete voi coi vostri sani e lungimiranti articoli! E’ scandaloso che una città come Milano, la seconda d’Italia e forse la piu’ importante, non abbia un museo di arte contemporanea degno di nota. La sua mancanza “urla” soprattutto in considerazione del fatto che in altre città Europee esistono luoghi consacrati all’arte. La stessa Monaco di Baviera ha dei musei moderni meravigliosi. Se si vuole far diventare questa città leader turistica tra le varie destinazioni mondiali, non si può non avere un museo di Arte contemporanea. Mi auguro che questo progetto, ormai abbandonato, sia sostituito con uno nuovo e di impatto, visto che Milano ha bisogno anche di soluzioni di “impatto”.
Meno male che ci siete voi coi vostri sani e lungimiranti articoli! E’ scandaloso che una città come Milano, la seconda d’Italia e forse la piu’ importante, non abbia un museo di arte contemporanea degno di nota. La sua mancanza “urla” soprattutto in considerazione del fatto che in altre città Europee esistono luoghi consacrati all’arte. La stessa Monaco di Baviera ha dei musei moderni meravigliosi. Se si vuole far diventare questa città leader turistica tra le varie destinazioni mondiali, non si può non avere un museo di Arte contemporanea. Mi auguro che questo progetto, ormai abbandonato, sia sostituito con uno nuovo e di impatto, visto che Milano ha bisogno anche di soluzioni ambiziose.
Il museo del Novecento è un buon punto di partenza, ma non è certamente sufficiente. Sono ambienti evidentemente ricavati dallo spazio che avanza di Palazzo Reale e dai propilei di Piacentini (solo uno dei due, peraltro).
A me piacerebbe un bello spazio ampio e comodo nel palazzo di giustizia, che a suo modo è già un museo.
Anche lo spazio degli uffici comunali dietro palazzo reale (l’isolato tra via francesco pecorari e via larga) offrirebbe comunque ampissimi spazi per l’esposione di arte contemporanea. Se facessero il famoso grattacomune, molti spazi si libererbbero. E permetterebbe di rendere più comoda la collocazione oggi molto sacrificata delle opere del museo del novecento. Forse si potrebbero collocare nell’attuale museo del Novecento solo le opere delle prime avanguardie, futurismo e del ritorno all’ordine, per poi sviluppare le collezioni postbelliche nel palazzo degli uffici e renderlo così anche un museo di arte contemporanea aperto ai nostri giorni.
Anche la collezione Boschi-Di Stefano è solo parzialmente esposta nella casa museo di Porta Venezia ed aspetta una sede definitiva per essere finalmente valorizzata…
ê comunque molto urgente l’apertura di uno spazio di questo tipo nella milano di oggi.
Dopo vari e recenti esempi di musei d’arte contemporanea creati ex novo sarebbe eventualmente utile pensare a un riadattamento di un edificio preesistente, altra pratica non nuova nel mondo (ad esempio la Tate Modern di Londra) e a Milano (riutilizzo di uno spazio industriale come Pirelli HangarBicocca e Fondazione Prada). Appartenendo a una città strategica per l’Italia il museo milanese si posizionerebbe a fianco (e non in opposizione) al MAXXI di Roma per importanza e ruolo, dovendo essere un museo statale, o di un ente territoriale, ma pur sempre pubblico. In questo senso architettonicamente costituirebbe un’alternativa al museo romano, che è addossato a un edificio più vecchio ma che a mio pare risulta debole. A Milano, restando nell’area di citylife, si sarebbe potuto riadattare il palazzo delle Scintille, ora in restauro e che probabilmente diverrà un auditorium o un’arena per spettacoli, come apprendo da questo stesso blog; tale riuso tra l’altro a pelle lo ritengo inutile, considerata la vicinanza al MiCo e il non bisogno impellente di strutture del genere in città, sopratutto se paragonato al vuoto creato dall’assenza di un museo dedicato al contemporaneo. Considerata la struttura dell’edificio, bella ma magari non esattamente adatta alle esigenze espositive di ogni tipologia di opere e di mostra, il progetto potrebbe prevedere delle aggiunte e quindi non limitarsi a questo spazio. Sarebbe significativo anche portare avanti il concetto di un museo non totalmente nuovo ma che nasce dalle ceneri di una città che non per forza si rinnova distruggendo, come invece è successo spesso. Questo sarebbe in linea anche con una possibile programmazione che, oltre a proporre artisti internazionali, guardasse all’identità dell’arte milanese, come lo stile liberty del palazzo rappresenta un passato non troppo lontano della città.
P.S. Prima di pubblicare il commento, ho visto che un’ipotesi del genere era già stata fatta da un autore del blog, mi fa piacere sia un pensiero comune che quindi ho ribadito e ulteriormente argomentato.
A Milano di edifici dove si potrebbe creare un Museo di Arte Contemporanea ce ne sono tantissimi, ovvi e meno ovvi. (Il Carcere di San Vittore, ma anche l’edificio del Moreschi proprio di fronte, oppure la sede Banca d’Italia o la ricevitoria elettrica in Viale Giovanni da Cermenate).
Sulla capacità di Milano come città di gestire e valorizzare un museo difficile come quello dell’Arte Contemporanea, ho invece qualche dubbio viste le esperienze di PAC e Hangar Bicocca. Ed anche di come la Fondazione Prada sia ancora lontanissima dalle corde della città (mio personalissimo parere ovviamente)
Trovo bellissima l’idea della ricevitoria di viale Cermenate, che oltretutto potrebbe essere l’occasione di riqualificare una zona adesso piuttosto degradata.
Molto bella anche l’idea, avanzata da un altro lettore, di adattare il palazzo di giustizia, di per sé già un museo del novecento con i mosaici e gli altorilievi di Sironi. La vedo però poco fattibile perché prima bisognerebbe costruire una nuova cittadella della giustizia da un’altra parte, con relativi costi, e oltretutto da poco si sono investiti soldi per ampliare gli uffici in edifici adiacenti.
Non concordo invece con il tuo giudizio negativo su Prada e Hangar Bicocca. C’è da dire che un museo di arte contemporanea, per definizione, non è fatto per piacere allla Sciura Maria e quindi difficilmente “entra nelle corde” del grande pubblico di una città intera.
Nemmeno nella tanto citata Londra non è che il londinese medio va a bersi la classica birra post-ufficio alla caffetteria della Tate invece che al pub all’angolo.
Ma, per i loro target, sia Hangar che Prada sono entrati nelle corde eccome. All’Hangar Bicocca per esempio si tengono un sacco di eventi aziendali e conferenze. La Fondazione Prada, sebbene aperta da poco e ancora incompleta, ha già ospitato alcune mostre visitatissime e la sua caffetteria è già un locale punto di riferimento in città. Inoltre ha fatto da catalizzatore per un sacco di altre cose carine che stanno nascendo in zona (ad esempio La Madama).
Lungi da me criticare Fondazione Prada o Hangar Bicocca (meno male che ci sono a Milano) ma non posso non notare che Tate Modern, Saatchi Gallery o Centre Pompidou (giusto per citare 3 posti stranoti) siano tutto un altro mondo e attraggano un target ben diverso e vasto, molto più simile a quello che sarebbe bello avere a Milano.
Inoltre spesso son piccoli dettagli che aiutano un Museo ad entrare nelle corde di una città: vogliamo paragonare il Community Garden della Tate Modern con quella oscena cavolata di inutile giardino dell’Hangar Bicocca?
Questo dell’assenza di museo di arte contemporanea è un falso problema secondo me. Chiediamoci a cosa serve un museo di arte contemporanea in una città come Milano che ha già la Triennale, il Pac, le fondazioni Prada e Trussardi…il Miart, piu’ le piu’ importanti gallerie d’Italia. Di carne al fuoco c’è n’è davvero parecchia per chi vuole farsi un’idea sulla arte contemporanea. Se poi ci mettiamo la Moda e il Salone del mobile, gli appuntamenti per prendere contatto con l’universo visuale contemporaneo, proprio non mancano. Piuttosto, mancherebbe ancora a Milano un museo della Moda.
Doveva essere creato con il mega progetto di Porta Nuova, ma anche lui, come il museo di arte contemporanea, fu risucchiato dalle falle di bilancio del comune di Milano. E i soldi destinati al museo investiti altrove.
Ora, il design ha trovato una casa bellissima alla Triennale, sarebbe cosa buona e giusta trovarne una anche per la moda. Milano è una delle 4 capitali mondiali del fashion system, e deve poter produrre mostre e retrospettive come fanno Londra, Parigi e New York: ne abbiamo l’autorevolezza e le premesse ci sarebbero tutte. Sarebbe un dovere assoluto trovare al più presto uno spazio stabile per la moda, che offra tutto l’anno materiale di riflessione e stimolo, ad addetti al settore e non. Aiuterebbe a definire ulteriormente il profilo di capitale europea. Proprio come nelle altre capitali già avviene.
Un museo d’arte contemporanea non serve per “farsi un’idea sull’arte contemporanea” e si differenzia dagli altri enti per funzione, ruolo, significato, obiettivo. Non credo che la presenza di fondazioni, gallerie, luoghi espositivi e fiere renda il museo superfluo, anzi credo che proprio queste presenze – molte delle quali svolgono un lavoro impeccabile – debbano fare da contorno (non nel senso di relegarle a ruolo secondario e meno importante) al museo istituzionale, che non può essere la Triennale, per mission e caratteristiche che di fatto non la rendono un museo d’arte contemporanea. Piccole e grandi città europee hanno il loro museo d’arte contemporanea, sia quelle dove non sono presenti molte strutture che si occupano di cultura e di contemporaneo, sia le capitali culturali che di arte trabordano. Detto questo, non discuto sull’utilità di un museo della moda, altra esigenza della città.
pensiamo prima a riaprire i navigli e il seveso ove possibile poi si potrà pensare anche al museo di arte contemporanea
Sono quasi d’ accordo che per l’ arte contemporanea ci sono abbastanza strutture a Milano: Hangar Bicocca, Fondazione Prada, MUDEC (che non ho visto citato….), PAC (mea culpa mai visitato…). Serve altro ? Per me si, ma lo dico da appassionato….Soprattutto vedo che funziona bene l’ intervento del privato: Pirelli, Prada, Trussardi svolgono un ottimo lavoro e Milano è non è la capitale economica d’ Italia.