Milano | Porta Venezia – Inaugurata la statua dedicata a Boscovich

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Da oggi l’opera impreziosisce l’area vicino al Planetario. Assessori Maran e Del Corno: “Lieti di questo omaggio, Boscovich scienziato che a Milano ha dato molto”

Un dono che arriva da lontano. La  statua dedicata a Ruggiero Boscovich  da questa mattina si trova ai Giardini Montanelli, come espressamente richiesto dal Ministero della Cultura di Croazia,  la Città di Zagabria e la Comunità Croata di Milano, che con questa offerta hanno voluto rendere omaggio allo scienziato vissuto,  morto e sepolto a Milano. L’inaugurazione si è tenuta alla presenza degli assessori Pierfrancesco Maran (Urbanistica, Verde e Agricoltura) e Filippo Del Corno (Cultura) e del Sindaco di Zagabria Milan Bandic.

Risale al 1992 l’atto con cui il Consiglio Comunale accettava formalmente la donazione dell’opera da parte del comitato di donazione Ivan Mestrovic-Ruger Boscovic. Oggi, dopo una lunga trafila burocratica, la scultura realizzata dal Maestro Ivan Mestrovi? , copia fedele dell’opera che si trova a Zagabria, è arrivata a Milano.

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“Accogliamo questo dono con gratitudine – sottolineano gli assessori Maran e Del Corno -. Boscovich incarna la figura di un intellettuale europeo che ha vissuto buona parte della sua vita a Milano, contribuendo ad arricchire la vita culturale cittadina soprattutto grazie al suo impegno per la nascita dell’osservatorio astronomico di Brera.  Siamo quindi lieti che la statua sia finalmente giunta a impreziosire i giardini Montanelli e che si trovi proprio nei pressi di un ‘teatro’ della scienza e dell’astronomia come il Planetario”.

 

Soddisfatto il Sindaco di Zagabria Milan Bandic: “Lasciamo in eredità ai cittadini di Milano, di tutta l’Italia, dell’Europa e del mondo questo grande personaggio. Credo che la sua forza, la grandezza e la sua personalità espressa dalla magnifica opera d’arte di Mestrovi? saranno riconosciute da tutti i visitatori del parco Indro Montanelli. L’impegno e la volontà di tutti i partecipanti di questo progetto, dopo quasi 30 anni, hanno portato alla posa di questo magnifico monumento. Ringrazio tutti, in particolare la città di Milano, per aver reso omaggio a Boscovich, che vivrà per sempre nei nostri cuori”.

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La scultura è un’opera a tutto tondo in bronzo dell’altezza di 280 cm e rappresenta lo scienziato in posizione seduta, pensante, mentre appoggia il braccio sinistro su di un globo, simbolo della scienza. La statua ha una larghezza di 160 cm e una profondità di 185 cm. Il nuovo basamento, realizzato dall’Amministrazione in calcestruzzo e lastre di granito nero, rappresenta in modo fedele quello dell’opera originale.

 

La donazione da parte della Croazia, di Zagabria e dei Croati di Milano e Lombardia comprende il trasporto e la posa dell’opera, oltre al collaudo e alla manutenzione ordinaria e straordinaria del monumento per 20 anni.

 

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

50 commenti su “Milano | Porta Venezia – Inaugurata la statua dedicata a Boscovich”

    • Più sicuri di così c’è chi conosce tutta la storia e le vicende. Il fatto che ci sia una statua identica a Zagabria, non fa di questa una copia, visto che esistono uguali esemplari, uno a Zagabria, uno ora a Milano. In ogni caso, sempre ad onor del vero, nella parte posteriore della statua (schiena) può trovare impresso il timbro ufficiale che ne attesta l’originalità. Dato certo e inconfutabile, può trovarlo nel comunicato ufficiale reso a Zagabria il 3 febbraio 2017, presenti anche la famiglia dello scultore croato Mestrovic. Credo sia importante per un sito che si occupa di urbanistica, copia e originale sono cose ben diverse. Tutti possiamo sbagliare.

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      • Veneziano, Serbo o Croato che fosse, ci credo che Boscovich è venuto a vivere e lavorare a Milano: se dalle sue parti a Ragusa erano tutti così pedanti… 🙂

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      • Scusi ma sono proprio questioni di lana caprina.

        Può darsi che non sia una “copia” in senso strettamente tecnico, se non è stata fatta a partire da un calco, ma non c’è dubbio che da sempre, nell’arte e nella storia dell’arte, quando un’opera ne riproduce in maniera identica una preesistente, anche se si deve all’azione dell’artista e non a un metodo di riproduzione, la di definisce una copia.

        Ad esempio le riproduzioni romane in marmo di statue greche vengono definite “copie”, anche se venivano realizzate da provetti scultori.

        Che questa statua sia identica a quella preesistente a Zagabria è stato detto in tutte le salse, quindi in questo senso è senz’ombra di dubbio una copia.

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        • ? Lana caprina? Secondo lei originale o copia o imitazione e’ la stessa cosa? Davvero? La statua non e’ una copia di quella di Zagabria, e’ una fusione in bronzo ORIGINALE dello scultore Ivan Mestrovic. E’ stato dichiarato ufficialmente da chi l’ha compro’ a suo tempo, indicato nella press release, e’ impresso nella pietra e nel basamento della statua. Gravissimo che un blog che si occupa di architettura e urbanistica finga di non sapere la differenza tra originale e copia. Cosi’ come e’ grave fare i giornalisti senza verificare le fonti, deve esistere una corrispondenza tra i fatti descritti e la verita’ degli stessi, e certo non ci puo’ fermare a guardare 1 sito magari dichiaratamente di parte e acritico in tutti i suoi commenti.

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  1. Ruggiero Boscovich è morto il 13 febbraio. Quindi oggi ricorre il 230 anniversario. Credo che la statua sia stata inaugurata proprio oggi in segno di rispetto.

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  2. Comunque non credo che Boscovich volesse essere croato visto cos’è l’attuale Croazia. Descrive bene tutto Dubravka Ugresic nel suo articolo “Una Croazia sul modello fascista” pubblicato da Osservatorio Balcani e Caucaso il 28/06/2016

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  3. Ruggero nome italiano Bošković cognome serbo. Infatti è un italo-serbo che non è andato a studiare a Zagabria ma a Roma e non è più tornato a Ragusa dopo il suo quindicesimo anno.
    È poi si sa bene che Ragusa era una città popolata da serbi cattolici
    Siamo alle solite assurdità della Croazia, come con Nikola Tesla

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  4. I Boskovics erano una nobile famiglia serba la cui origine era dell’Erzegovina orientale – Orahov Do vicino a Trebinje. Da questa zona, alla fine del XVIII secolo, Nikola Bošković si trasferì a Dubrovnik per commerciare. Durante il commercio, Nikola Bošković era anche interessato alla storia dei serbi, così è stata scritta la sua opera Relazione dei Monasaterij della Provincia di Rassia.
    Ci sono due personalità importanti nella famiglia Boskovic: Bozo Boskovic e Rudjer Boskovic. Božo Bošković era un rispettabile e ricco commerciante. Ha lasciato 10.000 fiorini al comune di Dubrovnik per l’istruzione dei bambini abbandonati “indipendentemente dalla religione”. Su sua richiesta, hanno fondato una scuola elementare femminile per ragazze ortodosse “Fondazione Bože Bošković”.
    Nella famiglia spicca Ruđer Bošković, matematico, fisico, astronomo, diplomatico e poeta di fama mondiale.
    Quando i Bošković ottennero davvero la nobiltà, non è stato determinato esattamente, molto probabilmente l’hanno ottenuta come Pokrajčić nel 1595, e anche prima, e che su questa base la famiglia Bošković ha ricevuto la nobiltà e lo stemma il 15 aprile 1718. Non è noto a quale Boskovic si riferiscano queste informazioni e se si riferiscano a questa famiglia Boskovic.
    Un ramo della famiglia Boskovic, si diresse a nord, attraverso Valjevo fino a Srem, dove spicca Jovan Boskovic filologo, professore, redattore di Matica Srpska e ministro dell’Istruzione nel governo di Jovan Avakumović.

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  5. Certo che avere un astronomo rappresentato con in capo reclinato è molto strano e non gli rende onore. Non si può rappresentare un astronomo con la testa reclinata.

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  6. Comunque l’enciclopedia Treccani dice proprio che era figlio di un serbo. E’ inutile che i croati cerchino di nascondere la sua origine, possiamo tutti documentarci

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    • Una cosa è sicura: a un certo punto Serbi e Croati li ha lasciati dove stavano e se ne è venuto a Milano.

      Decisione comprensibile, visto il tenore dei messaggi precedenti! 🙂

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  7. Eh no, certo non sarebbe contento di essere croato. Di oggi l’ennesimo articolo contro la Croazia razzista. Croazia, la violenza impunita sui migranti. “Trattamento inumano, pestaggi selvaggi e un caso di violenza sessuale”, sono queste le gravi violazioni nei confronti dei migranti che avrebbe commesso la polizia croata. A denunciare i fatti il britannico The Guardian sulla scorta della documentazione raccolta dal Danish Refugee Council. Di Giovanni Vale

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    • E ancora peggio il servizio di Andrea Oskari Rossini andato in onda su rai 3 il 6 dicembre 2020 nella trasmissione Est ovest in cui si accusa la Croazia di torture. Reato gravissimo! TORTURA IN EUROPA
      Bruxelles chiede conto alla Croazia dei casi di tortura subiti dagli immigrati illegali, violenze denunciate anche da Amnesty International.

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  8. Certo che deve essere dura per i croati aver speso tanti soldi e non poter mettere la scritta “croato” sotto la statua di Boskovic. Eggià, le bugie non si dicono!

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  9. La cosa che fa ridere è che si sono precipitati a fare una pagina web scrivendo Boskovich con ch perchè ic è il suffisso serbo ma non hanno cambiato il cognome a tutti i fratelli e le sorelle ! Dei veri geni !!
    Anica Bošković
    Ivan Bošković
    Fratello
    Bartolomeo Bošković
    Fratello
    Božo Bošković
    Fratello
    Pero Bošković
    Fratello
    Marija Bošković
    Sorella
    Mare Bošković
    Sorella

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  10. In cognome originale è Boskovic senza acca . L’acca è stato aggiunto nella versione francese perché ha vissuto a lungo in Francia ed essendo un uomo del settecento , il francese era la lingua dominante del tempo . Boskovic è un cognome della zona di Trebinje nell’ Erzegovina estrema al confine con il Montenegro . Questo spiega la differenza della acca tra lui personaggio internazionale e i suoi parenti persone comuni . Mia moglie è una Boskovic .

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  11. Il problema della Croazia di oggi anche che, volendo chiudere col passato jugoslavo, ha bruciato o messo al macero tanti libri per cui viene fuori solo una parte di storia antica. Il cambio di regime in Croazia all’inizio degli anni Novanta ha avuto, accanto alla sua accezione politica ed economica, anche una dimensione bibliotecaria, prima di tutto attraverso la “dismissione” straordinaria dei libri, ovvero una sistematica e pedante eliminazione di tutti i libri che il nuovo regime riteneva inadatti, sia a causa della nazionalità ed altri dettagli bibliografici degli autori, che del luogo di edizione del libro, che del suo contenuto. Igor Lasic’

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  12. La Serbia non era assolutamente sotto impero ottomano.
    ALCUNE parti della Serbia del sud lo erano, ma intera Vojvodina e Serbia centrale non lo erano mai. Belgrado stessa fu occupata dagli ottomani solo nel 1521 e successivamente fu occupata dagli austriaci nel 1688.
    Cioè la Serbia, ad eccezione di alcune zone (sud sotto impero ottomano e nord sotto impero Austroungarico) era per la maggior parte del tempo indipendente.
    Detto questo, Ruggero Boskovic è un italo-serbo di nazionalità (madre italiana padre serbo).
    All’epoca non esisteva lo stato croato quindi non gli si può attribuire nemmeno la cittadinanza.
    La vogliamo smettere con ste storie assurde. Ci saranno molti noti croati. Ma perché i croati oggi si auto attribuiscono meriti dei serbi noti?
    Questa si chiama frustrazione in psicologia.

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  13. Interessante vedere quanto spazio ha dedicato a Ruder Boskovic’ la pagina face book di Meet the Serbs. Un serbo molto apprezzzato ovunque. Ci credo che i croati se ne vogliano appropriare

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  14. Iniziamo dalla “Croazia stato”- il primo stato di Croazia è la NDH -1941-45. Bošković non nasce in quel periodo … Dubrovnik ha una sua anagrafe e lì c’è scritto Serbo da padre Serbo, molto conosciuto mercante ragusano e madre di famiglia bergamasca , da tempo stabilita a Dubrovnik , città stato libero .. In Bosnia e Herzegovina hanno sempre vissuto i Serbi , come anche in Montenegro … è molto recente la formazione delle nuove etnie.

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  15. Cari Amici,
    dopo aver “nazionalizzato” Marco Polo, Giorgio Orsini, Giovanni Francesco Gondola, Ruggero Boscovich, Marcantonio de Dominis, e decine di altri illustri e nobili personaggi ancora, ora la Croazia rivendica come croato nientepopodimeno che la recentemente scomparsa leggenda del calcio, Diego Armando Maradona!!! “Maradona je naš”, titola infatti un articolo di ieri pubblicato dal quotidiano nazionalista Slobodna Dalmacija, tentando grossolanamente di ricostruire (esaurendo l’argomento in due righe soltanto) la storia della famiglia materna. Secondo il giornale, il bisnonno Matej Kariolić sarebbe nato sull’isola di Curzola – la stessa dove é nato Marco Polo (pardon, Marko Polo!), sottolinea la testata – perdendosi poi in un elenco smisurato di personalità politiche sudamericane, anche queste di sangue croato. Cari Amici croati, finiamola con questo ossessivo “naš”!

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  16. La questione è semplice. Boskovic non è croato quindi i croati non possono impossessarsi della storia di questo grande uomo tanto meno questi croati che hanno contribuito a distruggere il sogno jugoslavo in cui serbi e croati vivevano in pace. Do’ più ragione al direttore dell’Avvenire che nell’articolo L’italianità di Boscovich (La verità cura le ferite) spiega molto bene la situazione nella verità dei fatti che tutti vogliono distorcere. Inoltre apprezzo anche le parole del grande Gianfranco Schiavone: La Croazia è una “democrazia fragile” (ha problemi interni con la propria polizia, esce da una guerra sanguinosa con numerosi criminali di guerra, impuniti), ha al suo interno un diffuso razzismo, ma ha anche probabilmente ricevuto indicazioni sul “lavoro sporco” da fare e, attraverso delle bande consistenti, lo sta facendo (intervista sulla rotta balcanica 19.12.2020) . E’ chiaro che questa nazione non ha nulla a che vedere con un uomo di pace quale era Ruder Boskovic’

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  17. Persone poco intelligenti hanno definito Boskovic’ eterno simbolo della Croazia, ovvero uno stato che nascerà 200 anni dopo la sua morte. Davvero dei geni!!!!

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  18. Anche Italo Calvino è italiano ma è nato a Santiago de Las Vegas de La Habana per non parlare di tutti gli italiani nati in Libia. E’ chiara la politica di impossessarsi di cio’ che non si ha. Anche l’Argentina dice che le Isole Falkland sono sue, però non è vero!

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  19. In pratica poteva essere o dalmata o serbo o italiano. Di croato non ha una cippa lippa . E comunque Ruggero si scrive senza la i. Mamma che ignoranza sta gente!

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  20. La Dalmazia non era un dominio Veneziano.
    La Dalmazia era Venezia.
    L’unica regione veneziana a non aver mai avuto serie rivolte (perfino Chioggia ne ha avute!).
    Che parlassero dalmatico, italiano o croato ikavo, gli abitanti della Dalmazia hanno sempre guardato Venezia (e poi Vienna) come centro, mai Zagabria (o Budapest) e questo fino a 100 anni fa.
    Gli Schiavoni di Dalmazia si sono fatti massacrare tutti pur di non arrendersi agli Austriaci nel 1797 e il viale più bello di Venezia, da San Marco all’Arsenale, porta il loro nome.
    Una vera assurdità affermare “croata” ogni cosa prodotta in Dalmazia prima del 1919.

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  21. E poi, di quale lingua Croata stiamo parlando? Quella letteraria usata fino al 1992, basata sul dialetto štokavo jekavo dell’Erzegovina e ben compresa da tutti (anche da Bosniaci e Serbi), o l’ostico dialetto kajkavo di Zagabria che hanno introdotto come neolingua letteraria nel 1992?
    Si tratta di una involuzione. Il Kajkavo di Zagabria è stato solo brevemente lingua ufficiale nella Croazia storica, già alla fine del 400 gli scrittori incominciarono ad usare il dialetto di Erzegovina, mentre per gli atti ufficiali a Zagabria si usava il Latino o l’Ungherese. Ridotto allo stato di dialetto non scritto, fu Tuđman a riesumarlo come lingua ufficiale, per differenziarlo il più possibile dal serbo e dal bosniaco.

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  22. Come se non bastasse, Tuđman volle mettere le mani anche su Ruggero Giuseppe Boscovich, raguseo, figlio di padre erzegovese e di madre oriunda bergamasca – Bettera – lo scienziato gesuita vissuto in Italia fin dai tredici anni di età. Scrisse le sue opere soltanto in italiano e in francese, personalmente polemizzò con chi voleva cambiargli nome e cognome, ma ciononostante Tuđman voleva che il monumento dello scienziato a Milano lo indicasse con nome e cognome scritti con la grafia croata: Rudjer Bošković. Il governo italiano quella volta disse di no e la visita ufficiale del “Vrhovnik” in Italia sfumò.
    Giacomo Scotti. Croati pigliatutto

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  23. Tanto impegno, tanto denaro, ma a scrivere “croato” non ci sono riusciti nemmeno con tutto l’oro del mondo. Però viene detto a tutti i giornali che Boscovich è croato et voilà, il gioco è fatto. C’erano già riusciti a Troia con un certo cavallo

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  24. Qunado si conquista un territorio si acquisiscono i beni materiali. Se esiste uno straniero in uno stato democratico, rimane straniero. Naturalmente parliamo di stati democratici e non dello stato fantoccio di Croazia che che ha sterminato serbi, ebrei e rom. Tantomeno si puo’ dire che Boscovich è croato essendo nato da padre serbo e madre italiana nella Repubblica di Ragusa che non aveva niente a che vedere con l’attuale Croazia, nata 200 anni dopo la morte di Boscovich. Quindi dire che Boscovich è croato è un falso. Giacomo Scotti continua a dirlo e ha avuto pesanti minacce per questo, tanto per dire quanto assomiglia alla Croazia fantoccio l’attuale stato. Comunque grazie per far pubblicità agli scrittori serbi. A Belgrado c’è Cvijeta Zuzorić Art Pavilion e la più antica società astronomica nei Balcani, con sede a Belgrado porta il nome di Ruđer Bošković.

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  25. Comunque il serbo che parlava Ruggero Boscovich è lo stesso serbo che parlava un insegnante (sig. Novakovic’) in una scuola croata che è stato licenziato perchè intercalava qualche parola di serbo tra il suo croato. Ha vinto la cuasa a Strasburgo, troppo tardi perchè era già morto di dolore. Questa è la Croazia di oggi! Vergogna!

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  26. Ennesimo articolo contro il furto dei croati
    La Croazia scippa personaggi storici italiani
    La Croazia festeggia 30 anni d’indipendenza… scippando una dozzina di personaggi storici italiani
    di Emanuele Mastrangelo – 23/02/2021

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