Milano | Milano e Bologna: MIBO meglio di MITO?

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Caravaggio – Canestra di frutta

Milano con Expo 2015 ha portato l’alimentazione al centro dell’interesse internazionale. Non solo: la città si è confermata luogo di sperimentazioni e novità.

Per capire meglio quali siano le sfide e le opportunità che Milano può (e deve) ancora cogliere su alcune tematiche specifiche abbiamo fatto qualche domanda a Fabrizio Bellavista, partner di Emotional Marketing Research.

Come potrebbe essere descritta oggi Milano?

La sfida che Milano, da qualche anno a questa parte, ha raccolto (in parte anche senza esserne consapevole fino in fondo) è quella di diventare un vero e proprio laboratorio mondiale a cielo aperto in cui socialità e innovazioni, tradizioni e idiomi, nuovi concept, emoticons, social street e maschere carnevalesche si mischiano con facilità.

Eh sì, se proprio si deve trovare una parola chiave per questa piccola grande metropoli, questa non può essere che “contaminazione continua”. E anche quest’anno con il varo della “Milano Food City” e del neo “Salone del libro”, in primavera si volerà molto in alto guadagnando un ulteriore forte distacco dal resto d’Italia.

Ma su questo aspetto va fatta una importante riflessione e per farla tiro in ballo Eric Weiner che, nel suo “La geografia del genio“, afferma che il progetto rinascimentale italiano è da considerarsi più innovativo di quello targato Silicon Valley.

Milano è in grado da sola di sfruttare l’onda lunga della situazione attuale?

La situazione odierna della città ci costringe a ricordare un particolare importante di questo straordinario successo italico che diede il via all’età moderna della storia: il miracolo italiano del Rinascimento fu a rete con almeno una ventina di attori (leggi città) che interagivano e moltiplicavano il grande “tesoro” che fu questa straordinaria esperienza.

Ecco, appunto: Milano da sola potrebbe trovarsi, forse in un domani non troppo lontano, come un fiume in piena che improvvisamente si trova ad avere poca acqua per alimentare il proprio futuro….

Si potrebbe pensare a un’asse Milano Bologna, MIBO?

Il doppio appuntamento con al centro il cibo – in maggio con “Milano Food City” da una parte e dall’altra con l’overture di “FICO” a Bologna, in autunno – potrebbe essere una ghiotta occasione per pensare che, in fin dei conti, 57 minuti di Freccia Rossa non sono poi tanti perché queste due città possano pensare, in futuro, di diventare un unico grande hub mondiale per l’alimentazione di qualità. MITO, l’esperienza di connessione tra Milano e Torino è finita miseramente: forse MIBO potrebbe avere migliore fortuna?

Io penso di sì come ho approfondito su Famelici (un nuovo progetto di Culture Food blogging) https://www.famelici.it/milano/milano-bologna-una-unica-metropoli/

Milano deve fare necessariamente rete con le altre città portando la propria esperienza positiva al servizio di progetti innovativi che, come quello del cibo, possano valorizzare l’eccellenza italiana.

 

Bologna_Panura_Padana_Milano

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

1 commento su “Milano | Milano e Bologna: MIBO meglio di MITO?”

  1. Se consideriamo che tra Milano e Bologna c’è mezza enciclopedia dell’agroalimentare Italiano (dal Grana al Parmigiano al Lambrusco al prosciutto ecc ecc) e pure l’EFSA (Agenzia Europea Sicurezza Alimentare, l’unica Agenzia Europea che abbiamo in Italia – per ora…), sembra assurdo che non ci abbiamo pensato prima!

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