Ci siamo: in piazza Beccaria sono arrivate anche le panchine, modello panca in legno; noi avremmo preferito un modello più classico e consono alla piazzetta che sta diventando finalmente un vero bijoux, dopo decenni da brutto anatroccolo.
A quasi un anno dall’inizio dei lavori (era maggio 2016) e come da programma, ci siamo quasi, ancora pochi ritocchi e la nuova area pedonale di piazza Beccaria e la riqualificazione di Largo Corsia dei Servi sono quasi ultimati.
Nostro rammarico, anche qui, è vedere che i giardinieri del Comune continuino ad usare questi benedetti cespugli di bosso che son belli finché vengono curati, ma che in breve diventano – in una città come la nostra – ricettacolo di immondizia e sporcizie varie (si veda piazza Meda).
Ecco le panchine in legno ancora impacchettate e appena installate che circondano il monumento a Cesare Bonesana-Beccaria (marchese di Gualdrasco e di Villareggio -Milano, 15 marzo 1738 / Milano, 28 novembre 1794- è stato un giurista, filosofo, economista e letterato italiano considerato tra i massimi esponenti dell’Illuminismo italiano, figura di spicco della scuola illuministica milanese).
Dal Comune di Milano:
La statua in bronzo di Cesare Beccaria, che troneggia su un alto basamento in granito bianco di Montorfano, è in realtà una copia realizzata nel 1914 a sostituzione della statua originale in marmo, opera dello scultore Giuseppe Grandi, inaugurata il 19 marzo 1871, che già all’inizio del nuovo secolo mostrava gravi segni di deterioramento.
È un monumento civile a tutti gli effetti, considerato che fu eretto per celebrare l’abolizione della pena di morte, come ribadiscono sia l’estratto dell’opera di Beccaria “Dei delitti e delle pene” riportato sul piedistallo nella targa di sud ovest, sia i bassorilievi bronzei raffiguranti le allegorie del Tempo e della Civiltà (seduta fra i simboli della Giustizia: bilancia, palma e spada).
Tutto ebbe inizio nel 1865, quando in concomitanza con il centenario della pubblicazione del volume “Dei delitti e delle pene”, il Parlamento approvò l’abolizione della pena capitale per i reati di diritto comune, e non tardò molto che si formasse un Comitato con lo scopo di promuovere la realizzazione di un monumento a Cesare Beccaria. Tuttavia si dovette attendere fino al gennaio del 1868 perché fosse presentato il bando, che fu assegnato alcuni mesi dopo al giovane Giuseppe Grandi.
Poiché l’idea era quella di un monumento che celebrasse un valore, un ideale, si pensò a una collocazione adeguata, che non si limitasse a sposarne il senso ma anzi fungesse da suo completamento: ecco allora che si decise di collocarlo in uno spiazzo adiacente all’antico palazzo del Capitano di Giustizia, divenuto successivamente la sede del Tribunale Civile e Correzionale. E chissà che la posizione sopraelevata non sia stata privilegiata proprio in ragione di una precisa scelta strategica: quella di legare per associazione d’immagine, l’elevatezza di un sentimento e del suo monumento, al numero effettivo di centimetri che lo distanziano da terra.
La parte finale di piazza Beccaria verso Largo Corsia dei Servi.
panchine veramente bruttissime. hanno un aspetto che le avvicina a delle bare.
ma non si potevano mettere delle panchine “classiche” tipo quelle dei parchi milanesi?
o forse, cosa molto probabile, avevano paura che diventassero letto per poveracci…
Se è per quello basta mettergli il bracciolo in mezzo
Allelujaaa allelujaaa gloria in excelsis deus.!
Le panchine, queste sconosciute milanesi.
La nuova invenzione del secolo XXI.
Adesso servono le istruzioni…
???
gloria in excelsis DEI (è dativo: “a Dio”)
scusa, deformazione professionale
😉
Grazie, gradite le correzioni.
Lo segno.
Ops… ho sbagliato anch’io … è DEO.. non dei… seconda declinazione
Così per onestà intellettuale;)
Era ora… piazza pronta da settimane e settimane, per piazzare 4 panchine… manco fossero cesellate a mano una per una.
Comunque noto che a Milano proprio non ce la facciamo ad evere un arredo urbano omogeneo e coerente, almeno in centro…
Abaco, anyone?
Quando vent’anni fa de corato parlò di abaco dell’arredo urbano venne accolto a frizzi e lazzi dalle opposizioni per il solo gusto di dare addosso ad albertini e la cosa divenne tabù.
Bisogna avere l’onestà di dire che questo è un lavoro eseguito parecchio male. I masselli di pietra di recupero sono messi da cani. Queste panchine sono scomode e per niente in linea invece con lo stile. Mesate intere di attesa e trovarsi con uno slargo rifatto in questo modo mi sembra una presa in giro. Questa non è una riqualificazione: è una dequalificazione. anche perché tra poco vedremo la piazza liberty rifatta a nuovo dove il livello sarà decisamente più’ alto e il contrasto sarà ancora più’ evidente. Privato VS pubblico 7:0 !!
Peccato.
Mai na gioia…
Non ti deprimere: c’è la soluzione: invocare le palme e i banani anche per piazza beccaria ;-)!
Ahahah sfondi na porta aperta.
Saranno più scomode delle panchine classiche, ma in questo contesto le preferisco perchè meno ingombranti. Oltretutto la qualità è idecisamente migliore.
A parte la lentezza imbarazzante il risultato della pedonalizzazione lo trovo ben riuscito. A breve, ne sono certo, compariranno i dehors e questa bella piazzetta prenderà nuova vita.
Invoco gli aruspici e gli auguri per i dehors
Comunque metterci un anno per una risistemazione che sarà si dignitosa ma anche di una semplicità assoluta è davvero improponibile.
Per quanto riguarda le panchine, non mi dispiacciano ma avrei usato quelle in pietra stile Vittorio Emanuele per una questione di uniformità.
Trovo scandaloso che si sia lasciato quel groviglio di cavi aerei per l’illuminazione che a mio parere andava eliminata, visti i lavori in corsi si potevano posizionare 4 bei lampioni in stile ai 4 angoli della nuova ‘rotonda’.
Mi convince poco la parte di piazza verso Largo Corsia dei Servi, così vuota.. Spero inoltre che la parte carrabile del Largo sia delimitata in modo INVALICABILE dalle parigine (meglio sarebbero stati i paracarri in pietra) altrimenti tra qualche settimana sarà pieno di auto in sosta abusiva.
panchine modello panca in legno
sarà il suo bello ma a me fa ca°°re
pozzetto docet
A Milano potremmo farci un Museo con il campionario di panchine tutte diverse che stiamo disseminando per la città.
A questo punto io ci avrei visto bene anche quelle stile Pop Art che stan mettendo sui treni Meneghino nella MM, per dare un po’ di movimento.
Prima della recente (e lentissima) risistemazione, ancora incompiuta nei margini, attorno alla statua di Cesare Beccaria erano già state collocate provvisoriamente alcune panchine in legno di foggia tradizionale e dalla colorazione naturale, certamente più comode ed eleganti di quelle oggi messe al loro posto, prive di schienale e credo anche più strette. L’illuminazione aerea è semplicemente oltraggiosa, sia per la forma squadrata e anonima dei lampioni (un marchio d’infamia di tutto il centro storico), sia per l’aspetto irregolare e disordinato dei cavi.
PS
A proposito di risistemazioni peggiorative, mi permetto di segnalare il pessimo lavoro svolto recentemente da Comune e A2A in via della Signora e via Laghetto, dove col pretesto dei lavori di posa delle tubazioni del teleriscaldamento due vie centralissime, pittoresche e assai antiche, tradizionalmente pavimentare a porfido, sono state brutalmente asfaltate, con gran soddisfazione degli automobilisti. L’insensibilità e l’indifferenza dell’amministrazione (e, di riflesso, dei suoi elettori) per la cura del centro storico e delle sue vie sembra irrimediabile.