Grazie alle fotografie di Michele Stella possiamo gustarci le novità alla stazione della Metro 5 di Tre Torri. Sui pannelli delle pareti sono stati applicate illustrazioni realizzate per gli sponsor che hanno adottato la stazione della metro, che sono Generali e Allianz. Noi troviamo quest’intervento molto bello e speriamo sia applicato in altre stazioni per rendere anche le nostre stazioni dei luoghi artistici.

Wow, bellissimo!
Le nostre stazioni della metro avrebbero bisogno di un bel rinnovamento. In particolare M1 e M2 sono molto grigie e danno ormai un’idea di passato.
La percezione di qualità del servizio passa anche della sensazione che provi quando lo stai utilizzado.
Le priorità per ATM sono ovviamente altre, a partire dalla frequenza delle corse, ma prima o poi qualcosa andrà fatto.
La M1 NON VA ASSOLUTAMENTE TOCCATA. Cambierei al massimo solo pavimenti e luci, per il resto solo restauro conservativo, il tutto in accordo con la Fondazione Albini.
Per favore non andiamo a toccare un capolavoro che sta su tutti i libri di architettura del mondo. Basta guardare la roba indegna che hanno fatto a Loreto.
Sulla M2 invece si può fare molto, e secondo me anche con poco: basterebbe lavorare su luci e colori (vedi U2 di Monaco) e intervenire sui materiali più obsoleti (anche qui, fondamentalmente, la gomma Pirelli e i neon anni 70).
Gli spazi in sé, in realtà, spesso sono già belli, solo che non sono valorizzati dalle soluzioni attuali. Ad esempio, interverrei sul tabù della striscia colorata continua che in alcune stazioni (ad es. Gioia) “spezza” la percezione verticale della stazione facendola sembrare più bassa di quello che è: si potrebbe adottare una soluzione tipo Garibaldi M5 (insegna sospesa in mezzo negli spazi a doppia altezza).
Anche mettere delle installazioni artistiche (possibilmente secondo un progetto e non a capocchia come è stato fatto saltuariamente finora) aiuterebbe molto.
Certo se i “restyling” devono essere come Loreto o Garibaldi limitiamoci a dare una mano di vernice che è meglio.
Grazie!!!
Volevo scrivere lo stesso ma non mi venivano le parole.
Della M1 e M2 originale non è rimasto tantissimo (pensiamo allo stupro del mezzanino in Duomo) ma quel che c’è specie nel tratto centrale originale va assolutamente preservato.
Non per fare l’esterofilo a tutti i costi, ma sulla preservazione del nostro patrimonio architettonico contemporaneo siamo indietro anni luce: a Washington han provato a dipingere il cemento a vista brutalista di una stazione della metrò e si è scatenato l’inferno in terra.
Da noi al massimo ci sarebbe stato un dibattito se era meglio il giallo milano, il verde acido oppure dei bei murales… 🙂
Abbiamo tutta la M4 (e M5 e i chilometri di cunicoli del passante) per sperimentare 🙂
E pensare che sono praticamente pubblicità… Bisogna puntare il più possibile sulla collaborazione fra pubblico e privato, visto che (purtroppo) quest’ultimo spesso risulta più affidabile (per quanto riguarda la manutenzione, ad esempio).
Questa è la dimostrazione che basta veramente poco per trasformare le stazioni della metropolitana da anonimi e spesso squallidi luoghi, in spazi piacevoli e moderni che non facciano sfigurare agli occhi dei turisti quella che è la capitale mondiale del design!
A tale proposito colgo l’occasione per lanciare un appello a voi di UF: credo sia venuto il momento di fare una serie di “reportage” sullo stato delle stazioni della metropolitana, sia dal punto di vista estetico che dal punto di vista infrastrutturale (scale mobili, accesso disabili,ecc.). Vista la vostra sempre maggiore visibilità e riconoscibilità, anche da parte delle istituzioni, potremmo creare un movimento d’opinione per cercare di smuovere le acque sui questo tema, un po’ come state facendo per il cavallo di Leonardo o la sistemazione di piazzale Loreto.
Io utilizzo moltissimo la metropolitana e mi metto a disposizione fin da ora per fotografare tutte le schifezze e criticità delle stazioni in cui transito.
Ragazzi facciamo sentire la nostra voce su questo tema!
Beh diciamo che ci vuole veramente poco a migliorare le stazioni della M5, che sembrano i bagni di un centro commerciale…
…specialmente la prima sezione lungo viale Zara, con quelle piastrelle rosa modello casa della Sciura Maria… infatti, sommersi dalle critiche, nella seconda tratta hanno sostituito il rosa col panna e aggiunto gli inserti a mosaico (perlomeno qualcosa che si rifà alla tradizione costruttiva italiana e milanese).
Purtroppo da quello che si è visto finora nemmeno le stazioni della M4 pare saranno dei capolavori di design, ma almeno (alcune) saranno a doppia altezza (finalmente!) e non claustrofobiche come quelle della M5…
…dove si è raggiunto l’assurdo che quando la stazione era profonda, invece di farla a doppia altezza… hanno fatto due mezzanini col soffitto basso!!!
…e che dire appunto di Tre Torri, dove la stazione veniva costruita contestualmente alla piazza, quindi non c’erano vincoli tecnici particolari e ci si poteva sbizzarrire… e invece è una stazione standard uguale a tutte le altre… in netto contrasto con la piazza sovrastante che è un trionfo di architettura contemporanea….
Più arte e più cultura. Anche nelle stazioni della metro!!! Mi ricordo ancora le stazioni metro di Lisbona. Dipinti, soffitti alti, manutenzione perfetta. Milano deve e poò (se vogliamo davvero) cambiare musica.
Non solo dico: non toccate la M1, con gli interventi di Albini e la grafica – dove sopravvissuta – di Noorda.
Ma mi chiedo. Visto che la boa dei 50 anni la M1 li ha girati, anche dall’inaugurazione, cosa si aspetta in sovrintendenza a vincolarla? Qualcuno ha mai pensato di togliere le piastrelle liberty dalla metrò di parigi.
E, a proposito, guai a chi tocca il bottonato Pirelli dei pavimenti, studiato e ammirato in tutto il mondo.
Nota: il milanese imbruttito pare non rendersi neppure conto della qualità di certi elementi dell’arredo cittadino.
La fermata m1 amendola e quella di caiazzo m2 sono già sottoposte dalla soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici a vincolo monumentale, quale esempio di architettura e design contemporaneo.
Il BULLONATO Pirelli sarà inviadiato e studiato ma non mi sembra di averlo visto usato così tanto in giro per le metro europee.
Gli elementi di Albini e Norda concordo che siano da preservare, ci mancherebbe!
Ma i soffitti? l’illuminazione? i gabbiotti degli operatori ATM? i muri, spesso coperti la lastre di metallo rovinate, rotte, piegate…
Le piastrelle Liberty di Parigi sono bianche, luminose, ciò che serve quando sei sotto terra.
Le stazioni M1 e M2 sono cupe: pavimentazione nera, muri scuri, poca luce, soffitti orribili… senza perdere la storia, prima o poi bisogna metterci mano!
Non pretendo di farti cambiare idea, ma prova a leggere questo e magari vedi le cose in una luce diversa!
http://www.metromilano50.com/scopri-la-rossa/architettura/
(PS va venire i brividi leggere che se non cambiava la giunta comunale di Milano nel 1960, averemmo avuto i rivestimenti in …Eternit!)
Articolo bellissimo!
Continuo a credere che ci sia cosa tenere e cosa cambiare. Molte scelte furono basate sulla disponibilità di materiali e tecnologie del tempo… mantenendo molte scelte estetiche, senza snaturare lo stile, si può migliorare le nostre stazioni.
Onestamente, visti i disastri messi in atto a Cadorna, Loreto e Duomo, eviterei di metterci le mani. Come notava anonimo, è impressionante la coerenza di Albini/Helg/Noorda.
La M1 è un piccolo capolavoro e non c’è motivo di modificarla, se non marginalmente (tipo adeguare l’illuminazione alle niove tecnologie…).
È un po’ come il Pirellone: l’unico merito di Formigoni è il suo restauro conservativo.
Ha ragione Ale. Le stazioni M1 sono buie e tristi. Dove si può intervenire è giusto intervenire magari con un designer moderno che integri quello che si deve mantenere di storico.