Spesso a Milano non badiamo a com’è fatta la città, non badiamo a case che ad uno sguardo superficiale sembrano tutte uguali nella loro banalità, specie se moderne.
Eppure la città è disseminata da veri e propri capolavori di architettura. Milano è stata costruita dal Solari, dal Bramante, da Pellegrino Tibaldi a Francesco M. Ricchini, Giuseppe Brentano, Giuseppe Mengoni e Luca Beltrami, fino alla Milano moderna, fatta di nomi entrati anch’essi nell’olimpo dell’architettura mondiale, quali Giuseppe Sommaruga, Antonio Sant’Elia, Piero Portaluppi, Giovanni Muzio e molti altri.
Tra questi va citato anche Giuseppe Terragni che in città ha lasciato alcuni capolavori ancora godibili e pieni di fascino nonostante siano passati circa ottant’anni.
Casa Lavezzari si trova in piazza Morbegno all’angolo acuto formato dalle vie Oxilia e Varanini. Commissionata da Pietro Lavezzari nel 1934 nel nuovo quartiere a Nord di Loreto (oggi chiamato NoLo) in quello che fu il comune di Greco.
Terragni realizza insieme a Pietro Lingeri questo edificio sfruttando la forma irregolare del lotto. In pratica realizza la casa come se fosse composta da due facciate lunghe che collidono e formano la facciata più corta (9 metri) su piazza Morbegno. La facciata più piccola diventa la facciata principale del palazzo ed è caratterizzata da un solo balcone per piano incastrato in una feritoia e dove si trova al piano terra l’ingresso convesso. Sulle vie laterali il palazzo si compone da una parte alta a torre di 5 piani all’angolo con la piazza e una parte di soli 4 piani che si raccorda con i palazzi confinanti. Al piano terra su entrambe le vie si trovano i negozi.
Il taglio orizzontale delle finestre caratterizza Terragni e l’architettura razionalista. La superficie delle pareti è rivestita con piastre di cemento levigato; i serramenti sono in ferro profilato; le balaustre dei balconi sono in parte piene e in parte di acciaio. In origine vi erano delle pareti in vetro-cemento, ma con gli anni sono state sostituite in alcuni casi da murature e in altri casi come sopra i negozi da vetrate.
Naturalmente anche in questo caso negli anni Cinquanta del Novecento venne aggiunto un piano in più rovinando l’aspetto lineare del palazzo, così come le facciate sono state intonacate con un colore rosa caldo sicuramente non più discreto come il colore neutro originario.
E’ indubbio che la versione originale di quella bella casa ed il nome “Greco” per il quartiere avessero molto più fascino di “NoLo” e della versione con sopralzo e color rosa sporco dell’edificio!
Comunque complimenti a chi ci abita: non mi sembra di vedere nessuna tag o graffito sulla facciata.
80% degli articoli su NoLo (ma poi che nome è) su quanto è bella su come sono bravi chi ci abita mentre il resto rappresenta il bruttume sciatteria ecc … abbiamo capito che abiti lì o hai casa li ma santo cielo giudizi più obiettivi
Mi spiace, ma non abito lì.
Be Che dire allora c’è qualcosa che non va ci sono molti quartieri da commentare in modo più approfondito e dove riservare maggiore energia …. e poi basta con il nome nolo che è triste
Ma un nome meno provinciale di “North of Loreto” non si trova proprio?
Concordo
Concordo: il voglio ma non posso di SoHo.
Tecnicamente è la copia della copia: ossia gli americani han copiato gli Inglesi. Solo che mentre a Londra Soho è una parola storica e basta, in Americano diventa SOuth of HOuston street, e quello noi abbiam copiato col grottesco North (o Nord) of Loreto.
In ogni caso, se guardi le Agenzie Immobiliari non trovi altro nome quindi temo che volenti o nolenti ce lo dobbiam tenere (a meno che in un raro sussulto di orgoglio gli abitanti non si ricordino di essere l’ex distretto del Cinema e quindi usino quel nome, se proprio “Greco” gli fa tanto orrore…)
Effettivamente la casa è bella. L’avessero presa ad esempio i palazzinari degli anni 50. Qui lavezzari ha cercato di dialogare con quello già costruito che aveva accanto.
Ora il piano in più e il rosa sporco l’hanno un po’ offuscata
Volevo dire Terragni..scusate.. il caldo!
Una bella idea e realizzazione inziale, massacrata dal colore di finitura attuale e dalla posizione periferica… tra l’altro alcune soluzioni sono anche moderne per il 1934: anticipano degli stilemi che saranno tipici del dopoguerra.
Edificio progettato da gente con le palle, altro che….
Milano sparita, foto storiche, testimonianze e racconti sulla storia di milano… e poi scrivi nolo. vabbè.
Per i desiderosi di approfondire credo esista su Facebook “Yolo in Nolo”.
Volevo segnalare che il post “Anonimo” è mio.
Scusate, i due precedenti messaggi di “Anonimo” sono miei. Per un motivo a me ignoto, il mio nick non era inserito di default.
Così non va affatto bene Lorenzo.
Nononono.
Oh, Caro Wf, ciao.
Sai che aborro l’anonimato e quindi la precisazione era d’obbligo.
“You only live once in North of Loreto”, a me sembra uno degli slogan dell’Ezio Greggio dei tempi di Drive in che cerca di vendere un appartamento pacco in via Teomondo Scrofalo, ma a parte il nome (NoLo) che a me non piace per nulla, è bello se gli abitanti si prendon cura del loro quartiere.