Milano | Cinisello – La riqualificazione all’Auchan e i mille problemi

 

Il progetto del nuovo Auchan

Sono in corso i lavori per l’ampliamento e la riqualificazione del vecchio Centro Commerciale Auchan di Cinisello. Il centro era rimasto chiuso per alcuni anni. Ora il Comune di Cinisello ha dato il via libera definitivo (i lavori dovrebbero iniziare entro la fine dell’anno) al piano integrato d’intervento da 130 mila metri quadrati e 16 milioni di euro che prevede la completa riqualificazione urbanistica di quest’area, incastrata e rimasta inedificata nel marasma urbanistico tra le cittadine di Cinisello, Sesto San Giovanni e Monza.

 

Il progetto prevede parchi pubblici, piste ciclabili e parcheggi, ma anche più spazio commerciale per il rinnovato Auchan. Qui tra due anni circa (si spera) dovrebbe aprire anche la nuova fermata della Metropolitana linea 1 Monza-Bettola ed è prevista anche la stazione della M5 in direzione di Monza. Sempre in questo punto si trovano anche gli svincoli delle  autostrade A4 e A52, oltre alla presenza della trafficatissima Ss 36. In passato si era anche ipotizzato l’interscambio con una nuova linea di tram proveniente da Sesto e che avrebbe proseguito per il centro di Cinisello, ma è un progetto per ora rimasto lettera morta.

Come si vede dalle immagini di Google Earth, in un area molto urbanizzata e solcata da diverse autostrade, c’è ancora un’area libera.

Sono infatti in molti a temere che quest’area ben presto potrà collassare in un gigantesco ingorgo a qualsiasi ora, col traffico proveniente dalle autostrade, dalle aree limitrofe per parcheggiare nei nuovi spazi per prendere le metropolitane o per andare al nuovo centro commerciale ulteriormente ingigantito.

Sono dubbi legittimi, ma ci permettiamo di aggiungere che in un luogo così infrastrutturato attrarre il traffico veicolare per portarlo sul trasporto pubblico eviterebbe di congestionare le vie cittadine, sia di Milano che dei comuni dell’area. Il pericolo, al contrario, è che nonostante l’interscambio con la metropolitana le auto proseguano in direzione del capoluogo fino a una fermata che abbia una tariffa urbana (con l’attuale sistema tariffario, prendere la metropolitana da qui avrebbe comunque un costo aggiuntivo rispetto alla tariffa base) rendendolo parzialmente inutile.

Di seguito alcune immagini del nuovo Centro Commerciale, in stile retrò (un po’ kitsch secondo noi) presto in costruzione.

Ultima considerazione: in zona i centri commerciali sono già parecchi (e se ne aggiungerà un altro in area Falck). La chiusura e l’ampliamento dell’Auchan di Cinisello nascono in parte dal poco successo avuto dalla struttura, grazie anche alla concorrenza. Ampliarlo e ampliare l’offerta dei centri commerciali forse non è la soluzione. Ci chiediamo quanto spazio e quanto mercato ci sia ancora (o se ce ne sia ancora) per questi grandi centri, visto che ultimamente è iniziata una moltiplicazione degli stessi. In passato la regione Lombardia aveva messo un limite, anche per area e bacino d’utenza. Sembra che non ci sia più o che non funzioni: magari bisognerebbe rivedere qualcosa in questa politica.

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

18 commenti su “Milano | Cinisello – La riqualificazione all’Auchan e i mille problemi”

  1. Esterno orripilante.. vogliono riciclare la scenografia di Ben-Hur?!?
    Sembra un casinò di Las Vegas.

    Interno poco meglio ma sembra di essere in un mall cinese o Dubai..

    Rispondi
  2. “Il progetto prevede parchi pubblici, piste ciclabili e parcheggi, ”
    Noooooo, parcheggi, e perchè non fanno come a Milano che li eliminano i parcheggi dove ci sono le vie con i negozi? Perchè non fanno i centri commerciali senza i parcheggi? Perchè i cicloTalebaniAntiParcheggi (solo a Milano) non protestano? Si si, forti coi deboli (i negozianti), conigli e vigliacchi coi forti (i centri commerciali).

    Rispondi
  3. Quando vedo questi scempi penso a quanto suolo abbiamo buttando via. Non sono un passatista o un nazi-ambientalista, ma abbiamo davvero bisogno di tutti questi centri commerciali, svincoli, capannoni, parcheggi, benzinai, autogrill, sprawl di villette a schiera che hanno distrutto il paesaggio italiano? Io credo di no ma ormai è troppo tardi, non riusciamo a fermarci, ogni nuovo centro commerciale si porta dietro km di svincoli, raccordi, sbancamenti e altri servizi. La pianura Padana è ormai ridotta a un’immensa piana suburbana assediata da brutture, con mini-oasi del verde che fu. Cosa lasceremo agli italiani del 2050?

    Rispondi
    • Siamo alla disfatta!L’unica infrastruttura che aveva un senso era il collegamento tranviario che non si fara’…tutto su gomma,tutti in auto e qualcuno in metro…con costi al chilometro proibitivi..

      Rispondi
  4. C’è troppa differenza tra un abbonamento urbano e uno interurbano.

    Riguardo ai centri commerciali: mi sembra follia visto che in paesi come gli Stati Uniti stanno chiudendo rapidamente. Però se sono soldi privati e vogliono investire direi che sia lecito lasciarglielo fare. Quando non attireranno più clienti si trasformeranno in qualcos’altro.

    Rispondi
    • I lavori per il prolungamento della Linea M1 sono ripresi a Settembre dopo circa 2 anni di abbandono dei cantieri (causa ennesimo fallimento della ditta appaltatrice).
      Già da quest’estate era comunque iniziata la procedura di ripristino delle strutture finora realizzate (taglio erbe e arbusti infestanti, prosciugamento acquitrini, smaltimento ciarpame); entro 2 anni, mese più o mese meno, dovrebbe entrare in funzione (con soli 4-5 anni di ritardo).

      Il prolungamento della linea M5 è ancora da approvare, in quanto il progetto è ancora provvisorio.

      Rispondi
      • Per il prolungamento della M5 da Bignami al nord di Monza, progetto preliminare pronto. Analisi costi/benefici positiva. A bilancio statale 900 milioni, altri 350 milioni a bilancio da parte di Regione Lombardia e comuni di Milano, Monza, Cinisello, Sesto.
        Nel 2019 avvio del progetto esecutivo.

        Rispondi
  5. Fortuna che stanno ampliando a 4 corsie il tratto urbano della A4.. Ma serve soprattutto completare la Tangenziale Nord, portandola ad allacciarsi fino alla tangenziale Ovest, intercettano la Milano Laghi in uscita Fiera. In modo da avere anche noi un GRA

    Rispondi
  6. “Il pericolo, al contrario, è che nonostante l’interscambio con la metropolitana le auto proseguano in direzione del capoluogo fino a una fermata che abbia una tariffa urbana (con l’attuale sistema tariffario, prendere la metropolitana da qui avrebbe comunque un costo aggiuntivo rispetto alla tariffa base) rendendolo parzialmente inutile.”

    Rendiamoci conto che esiste gente disposta a bruciare benzina e a guidare mezzore intere in più, solo per poter arrivare ad una fermata prima e risparmiare 1,50 €. E invece di insistere con l’educazione civica dobbiamo rivoluzionare le città e pensare a nuove politiche (buttando via tempo e denaro) per risolvere “problemi” come questo…

    Rispondi
  7. Il problema dei Centri Commerciali che uccidono i negozi di prossimità è già sorpassato. Ora il problema è quello delle vendite online che uccidono gli uni e gli altri. La “mission” di Amazon & Co. è quella di diventare il principale canale di vendita in pochissimo tempo, e ci stanno riuscendo. L’evoluzione è questa (con gli inevitabili disagi per incremento di corrieri che portano i pacchi a domicilio). Non è possibile fermarla . Forse in strada a breve rimarranno solo bar e ristoranti. L’obiettivo degli urbanisti ed architetti dovrà quindi essere quello di ripensare completamente le città, dove esistano possibilità di aggregazione e passeggio attrattivo senza più negozi o centri commerciali. In altre parole, rendere piacevole il passeggio anche senza negozi e dare agli abitanti delle periferie piacevoli luoghi di aggregazione anche senza i centri commerciali. Questa temo sia la sfida del futuro prossimo.

    Rispondi
    • Mah..
      Ricordo che i futurologi qualche anno fa prevedevano la fine della radio… poi quella della televisione… poi quella della carta…

      Uffici e sale riunioni dovevano sparire a breve, soppiantati dal telelavoro…

      Invece la gente non ha mai passato così tante ore in ufficio come oggi e la diffusione dei pc e delle stampanti ha moltiplicato esponenzialmente i consumi di carta. Quanto a radio e tv… direi che sono vive e vegete.

      Sicuramente ci sarà una scrematura, ma dubito che i negozi scompariranno del tutto. Per due motivi: 1) checché se ne dica, niente può sostituire il contatto umano e 2) nel mondo dell’elitarismo di massa, dove tutti cercano di distinguersi, dato che comprare online sarà la modalità NORMALE e comune di acquistare, chi vuole distinguersi vorrà farlo in negozio.

      Come in tutti gli altri settori ci sarà una polarizzazione, rimarranno soltanto i negozietti tutto-a-un-euro da una parte e i negozi di lusso dall’altro e per tutto quello in mezzo ci sarà il web.

      Rispondi
    • Spunto davvero interessante. Io però non credo che il negozio morirà. Moriranno i negozianti che non sanno offrire un servizio in più che non sia quello di battere lo scontrino (Tanto vale fare da soli online). Vivranno invece I bravi commercianti che consigliano al cliente i prodotti da comprare e li tengono alla larga dalla merce che non serve a loro

      Rispondi
  8. L’architettura la trovo davvero orrenda, un incrocio tra i Magazzini Gum di Mosca, un casinò di Las Vegas e il parcheggio multipiano di Cascina Gobba, una roba che sarebbe considerata kitsch perfino in Oklahoma.

    Poi a Cinisello Balsamo?? In mezzo ai condominî anni 60??

    Come diceva quel tale… con totale sprezzo del ridicolo…

    Rispondi
  9. Al diavolo il centro commerciale. Che si faccia o no, non importa. Ciò che è di assoluta priorità è tirare nel più breve tempo possibile le due metropolitane a Monza al fine di intercettare il traffico automobilistico e decongestionare la città di Milano da inutile ferraglia e smog. Stiamo parlando di un lavoro. Ne andava fatto 30anni fa e che i luminari amministratori del tempo hanno sempre boicottato dimostrando la loro mediocrità e mancanza di visione. Oggi 3 mio di cittadini italiani ne pagano le conseguenze.

    Rispondi
    • Monza era collegata a Milano da un tram veloce (non I bradipi che circolano oggi).Con l’apertura della metropolitana 1 sarebbe stato logico attestare il tram a Sesto Marelli ma lasciarlo in ambito extraurbano…aveva anche le corsie preferenziali…invece per la strategia del tutto su gomma si sono smantellate infrastrutture preziose e gestite con criterio…Non come I poveri tram attuali,che viaggiano in media a meno di 10 chilometri orari e sono sempre fermi ai semafori o alle migliaia di fermate.Esempio eclatante il 31 per Cinisello…un brucomela semiparalizzato che passa meta’ del tempo di viaggio in sosta alle fermate…ATM Svegliaaaaa!

      Rispondi

Lascia un commento