Come vuole la tradizione cattolica, il luogo delle sepolture è anche un luogo monumentale e ricco d’arte. Le tombe e le cappelle sono da sempre piccoli templi alla memoria, specie se appartenenti alla ricca borghesia. Abbiamo fatto un giro per vedere le condizioni del più grande cimitero cittadino, quello Maggiore o di Musocco.




Verso la metà dell’Ottocento la città era ancora disseminata di cimiteri, piccoli o grandi, ma tutti a due passi dal centro storico. Il cimitero di San Gregorio, il cimitero della Mojazza, di porta Vercellina, di Porta Vittoria, di San Rocco e del Gentilino, più altri cimiteri minori nei pressi dei comuni limitrofi. La crescente popolazione aveva iniziato lentamente ad inghiottire questi cimiteri e per esigenze di decoro e igienico-sanitarie si valutò di rimuoverli.
Questa situazione portò le autorità cittadine a pensare di realizzare un unico grande cimitero in una zona lontana dal fulcro cittadino.
Milano aveva già in parte provveduto a realizzare un grande cimitero, il Monumentale, nel 1864-65, ma già nel 1880 risultava insufficiente. Dopo vari sondaggi del terreno nell’area periferica di Milano, la scelta ricadde in una zona dalle parti della Certosa di Garegnano nel comune di Musocco, all’epoca ancora un comune indipendente, e il territorio di Garegnano Marcido, un terreno al di sopra delle falde acquifere, asciutto, nient’affatto paludoso e idoneo all’assimilazione delle decomposizioni organiche.


Così, nel 1886, si iniziò a costruire il Maggiore su progetto degli ingegneri Luigi Mazzocchi ed Enrico Brotti. Venne costruito dove sorgeva l’antico Bosco della Merlata, celebre per la presenza di briganti e dissodato a seguito dell’entrata in vigore della Legge Forestale 3917 dell’anno 1877, che aveva eliminato il vincolo di tutela praticamente da tutti i boschi di pianura e collina.
Il cimitero iniziò la sua attività solo il 23 ottobre del 1895, inaugurato e benedetto dal Cardinale Andrea Carlo Ferrari il 26 dicembre dello stesso anno. Originariamente l’inaugurazione era prevista per il 1° gennaio 1895, data che venne rimandata di quasi un anno perché la linea dei tram non fu approntata in tempo. L’ingresso, l’anno dell’inaugurazione, non era ancora stato completato perciò, come si vede dalle prime foto, vi erano solo le due palazzine laterali senza la parte centrale col colonnato.
La costruzione del nuovo cimitero non piacque da subito: troppo lontano dal centro città, quindi troppo difficile da raggiungere, specie per i meno abbienti che naturalmente non possedevano una propria carrozza. Le sollevazioni furono anche a riguardo della falda acquifera che avrebbe corso il rischio di venire inquinata dai liquami prodotti dai morti. Tanto che i progettisti intervennero per smentire questa possibilità.
Dallo stesso giorno di apertura del Cimitero Maggiore, per agevolare il trasporto dei morti dalla parte opposta di Milano, come Porta Romana, fu istituita in collaborazione con Edison una linea tranviaria apposita che, circumnavigando il centro storico della città e passando anche dal Cimitero Monumentale, portasse i resti dei cittadini in modo dignitoso.
Le vetture, realizzate appositamente, partivano, inizialmente dal deposito di via Bramante poi, dal 1906, dalla nuova stazione dietro il bastione di Porta Romana, oggi sede delle Terme di Milano.
Questo tram scuro che certo non rappresentava un bel momento per le famiglie, venne da subito in modo ironico ribattezzato “La Gioconda“. Il servizio rimase attivo sino al 1925.
Il cimitero di Musocco con l’inizio del nuovo secolo divenne già insufficiente. Era in effetti di dimensioni pari a 715 x 360 m (fonte: L’Edilizia Moderna, anno III, 1894, fascicolo I, p. 7); quello attuale è decisamente più grande.
La decisione di ampliarlo fu presa intorno al marzo del 1913. I lavori iniziarono tuttavia dopo il novembre 1914, successivamente durante il ventennio fascista con altri due interventi, il primo del 1924 e il secondo del 1934, il Cimitero Maggiore venne gradualmente ingrandito. La sua espansione si completò nel dopoguerra, quando, oltre la parte posteriore, al di là dei cancelli e oltre una carreggiata da attraversare, venne costruito il Cimitero Ebraico (fino a farlo diventare il terzo cimitero più grande d’Italia, con i suoi 68 ettari di estensione).
All’interno del Cimitero Maggiore è presente un servizio di navetta lungo il vialone centrale, la linea 171 dell’ATM, per coprire l’enorme estensione del cimitero, oltre 678.624 m2.
Dopo aver raccontato in modo sintetico la storia di questo grande cimitero, vi invitiamo a vedere il prossimo articolo che mostrerà lo stato attuale del Cimitero Maggiore.
Tra i personaggi famosi e le curiosità del Cimitero, va ricordato che qui, per poco tempo, venne seppellito il corpo di Benito Mussolini (1883-1945). Fu sepolto in una tomba senza nome, nota a pochi ma più volte violata e fatta oggetto di scempio. Così alcuni fedelissimi fecero sparire il corpo tra la notte del 22 e il 23 aprile 1946 per evitare ulteriori scempi. La salma fu poi portata nel 1957 a Predappio nella tomba di famiglia.
Ma tra le altre curiosità vi fu anche la storia del corpo di Maria Eva Duarte de Perón “Evita” (1919-1952), modella, attrice, attivista, sindacalista, politica e filantropa argentina, moglie del presidente Juan Domingo Perón.
La sua tomba si trova ancora oggi, senza più il corpo, al Campo 86 nella tomba 41. Qui venne sepolta dopo che al suo decesso venne dapprima imbalsamata e poi fatta oggetto di esposizione e culto, senza mai essere tumulata. Una volta saliti al governo i presidenti argentini la salma venne nascosta ma anche profanata, tanto da far decidere le autorità di esiliare anche l’ingombrante corpo di Evita.
Così la salma, accompagnata da falsi documenti riportanti il nome fittizio di Maria Maggi vedova de Magistris, complice soltanto la Chiesa Cattolica (con interessamento diretto di Papa Pio XII) e senza che nessuna autorità italiana fosse a conoscenza della vera identità, venne portato in Italia sul transatlantico Conte Biancamano, sbarcò a Genova e venne inviato al Cimitero Maggiore di Milano, e sepolto il 13 maggio 1957.
Ma nel settembre 1971, il corpo di Evita venne restituito, dapprima a Juan Domingo Perón, che lo conservò fino al 1974 in Spagna, dove si trovava in esilio e che in seguito lo trasportò in Argentina, dopo varie vicissitudini e reclami da parte del suo popolo. Evita venne infine tumulata nell’edicola della famiglia Duarte, nel Cementerio de la Recoleta, a cura delle sorelle. Nel 26 luglio 2005 la Fundación Por La Paz y La Amistad de Los Pueblos, costituita con il lascito ereditario di Perón, pose una tomba-cenotafio vicino a quello che fu il luogo di sepoltura.



Fonte Wikipedia e L’Edilizia Moderna, anno I, 1892, Corriere della Sera.
ci sono i miei cari al Musocco e ho abitato dal 1963al 1979 in viale Espinasse ,mai come domenica 25/06/2023 ho visto un simile degrado nel cimitero grazie al nostro sindaco che di interessa solo dei diritti arcobaleno ,dei defunti che x essere li hanno pagato una concessione con tasse direttamente in sede comunale ogni conclusione …..