Milano | Musocco – Il Cimitero Maggiore: tra arte e incuria, seconda parte

Ed ecco il nostro secondo reportage al Cimitero Maggiore di Milano, detto anche di Musocco, dopo avervi raccontato un po’ di storia nel precedente articolo.

Anzitutto va specificata la differenza tra questo cimitero e il secondo cimitero per dimensioni a Milano, il Monumentale; quest’ultimo è soprattutto sede di memoria duratura e di tombe, appunto, monumentali, realizzate spesso da architetti o artisti famosi, mentre il Maggiore rientra nella categoria dei cimiteri classici, fatti di singole sepolture a terra in campi dalla concessione della durata di almeno 10 anni e non rinnovabili (i cosiddetti “Campi Decennali”); quindi i corpi in essi inumati una volta scaduta la concessione verranno esumati e, se decomposti (o, per meglio dire, mineralizzati), le loro ossa verranno raccolte in un loculo di un Riparto; se all’esumazione i corpi risulteranno essere non mineralizzati, verranno invece riseppelliti in appositi Campi, chiamati Campi Indecomposti, per un ulteriore periodo.

C’è da notare che, prendendo sempre più spesso piede la cremazione (in genere effettuata nel “Polo crematorio” del Cimitero di Lambrate, l’unico attivo all’interno dei confini cittadini) e di conseguenza non rendendosi necessario un tempestivo riuso delle fosse, l’esumazione dai Campi Decennali quasi sempre avviene oltre i dieci anni dalla sepoltura e tarda sempre più.

Oltre alle inumazioni provvisorie nei Campi Decennali (alcuni dei quali riservati ad “acattolici” o a “comunità religiose”), e nei Campi Indecomposti, e alle tumulazioni nei Riparti di ossa esumate o ceneri, vi sono Riparti con tumulazioni in colombari.

Inoltre nel cimitero si trovano due “Ossari Centrali”, a loro volta suddivisi in Riparti: il primo è stato costruito nel 1933, mentre il secondo, di epoca successiva, contiene un Riparto, il Riparto A, dedicato alla tumulazione perpetua in loculi dei resti esumati delle “vittime civili da incursioni aeree”.

Al Cimitero Maggiore sono presenti anche, ma in netta minoranza rispetto ai Campi provvisori, Campi destinati a tombe permanenti, generalmente di famiglia.

Il totale dei defunti che il cimitero ospita attualmente va ben oltre il mezzo milione.

Nel 2004 vennero installate 36 colonnine SOS per la richiesta di intervento, collocate in maniera omogenea all’interno del cimitero, compresa l’area del cimitero israelitico. Sempre nello stesso anno vennero installati agli ingressi dei cimiteri comunali (Maggiore, Monumentale, Lambrate, Chiaravalle, Baggio, Greco e Bruzzano) dei totem informativi per la ricerca dei nomi dei defunti.

Adesso, dopo la storia, cerchiamo di dare un occhio alla struttura del camposanto che abbiamo trovato un po’ sciatto, come succede spesso per luoghi gestiti con pochi soldi e che necessiterebbero di una grande manutenzione.

L’architettura monumentale ispirata vagamente ai monumenti romani, naturalmente in versione moderna, eclettica e rivisitata, fu progettata degli ingegneri Luigi Mazzocchi ed Enrico Brotti nel 1885-86.

Un colonnato posto a semi esedra accoglie i visitatori, la struttura non è poi così imponente, al contrario del Monumentale. Il colonnato è suddiviso in quattro da cinque strutture a lanterna più alte.

Nel sagrato d’ingresso si trovano anche due fontanelle con tre vasche e tre  rubinetti in puro stile impero.

Il portico in pietra ha colonne doriche e soffitti in legno a cassettoni. A dire il vero l’insieme estetico non è uno dei più riusciti, la lanterna centrale assomiglia quasi ad una pagoda o ad un edificio assiro-babilonese, con un cornicione molto aggettante. Comunque la struttura pare tutto sommato ben tenuta. L’edicola per le informazioni, posta nel sagrato all’ingresso e decentrata denota una scarsa attenzione all’estetica; almeno è realizzata è in stile.

Ai lati del colonnato sorgono due edifici gemelli dove si trovano gli uffici amministrativi e di servizio per il cimitero e la chiesa. Uno di questi ha finestre che rivelano l’inutilizzo dei piai superiori.

La Chiesa Santa Maria della Pietà in Camposanto, ricavata all’interno dell’edificio di destra, è poco evidente, confusa facilmente perché sul lato opposto anche l’edificio gemello è strutturato allo stesso modo, con un abside rivolta a nord.

L’interno della struttura è quello di una piccola chiesa realizzata in stile neoclassico con lesene e colonne corinzie, il soffitto piano. Uniche decorazioni sono quelle dell’altare marmoreo, dove campeggia al centro una pietà dipinta; un fregio in gesso con dei putti a bassorilievo corona la parte presbiterale e due colonne granitiche incorniciano e separano la parte delle funzioni da quella dei fedeli.

Nell’emiciclo della parte finale si aprono le finestre tutte decorate da belle vetrate che illustrano la via crucis.

Molto belle sono le statue di angeli nel cortile antistante la chiesa, tutte in uno stile delicato di fine Ottocento, tendente ormai al liberty, ma molto graziose.

Nella prima parte del cimitero troviamo una serie di tombe perpetue e cappelle, un po’ simili a quelle che possiamo trovare nel cimitero Monumentale. Qui molte famiglie hanno scelto artisti dell’epoca per creare vere e proprie opere d’arte.

Al centro del cimitero, nella parte più antica, si trova il primo colombario e ossario, realizzato dopo qualche anno dall’inaugurazione. Si tratta di una struttura composta da due porzioni di cerchio separate, in granito scuro e dai lineamenti art-decò che denotano la sua costruzione sicuramente dopo il primo decennio del Novecento. Il sagrato centrale è costellato da funghi-oblò che consentono l’ingresso della luce naturale per il sottostante ossario.

Sul lato sinistro, risalendo il cimitero, ci si trova dinanzi ad una architettura imponente e moderna: si tratta del candido colombario realizzato nel 2007 su progetto dell’Arch. Calogero Di Stefano. Purtroppo, solo dopo dieci anni, i materiali si sono già danneggiati pesantemente. Si tratta di una gigantesca pagoda a gradoni culminante con una cupola ribassata. Di per sé la struttura non è male, anzi, molto suggestiva; ma vedere i marmi, specie quelli delle scalinate, completamente rovinati ci lascia perplessi. Ora è in fase di restauro.

Al fianco si trova il Monumento ai Caduti per la Patria e la Gloria, un obelisco in ceppo lombardo realizzato subito dopo la fine del primo conflitto mondiale.

Proseguendo e ritornando al centro del viale centrale ci imbattiamo nell’altra struttura modena del colombario, molto suggestiva anch’essa. Si tratta del Memoriale ai Caduti in temo di Pace, realizzato nel 1994. Una struttura, posta nuovamente a cerchio formata da diversi setti in cemento bianco che rappresentano ali stilizzate ad accogliere i visitatori; molto suggestiva.

Dopo aver visto i principali monumenti e le principali strutture, ci dedichiamo al “parco” e ai viali. I “campi” non sono più tutti pieni come un tempo; molti sono mantenuti a verde con alberi di pini marittimi e cipressi (questi ultimi un po ammalati a guardarli bene; forse alcuni sono anche ultra centenari). Alcuni viali hanno una bella strada in catrame ben steso e margini con cordoli in pietra, altri invece sono malmessi, col catrame che si confonde con le aiuole sterrate, senza una forma definitiva e dignitosa.

Persino il viale centrale è malridotto, crepato e pieno di rattoppi, che spesso coprono, cancellandola, la cunetta ai lati realizzata con cubetti di porfido. Insomma la solita sciatteria.

Nel cimitero vi sono anche i vecchi cartelli per le informazioni: leggii in metallo dove i pannelli oramai sono talmente consumati che a fatica si leggono le indicazioni.

Abbiamo percorso il lunghissimo viale centrale fino alla fine del cimitero; qui le strutture dei colombari sembrano completamente abbandonate e in disuso, come i due padiglioni posti ai lati dell’ingresso verso Cascina Merlata e il Cimitero Ebraico. Ai lati dei due padiglioni, sul finire degli anni Novanta vennero aggiunti altri due padiglioni, forse in sostituzione ai vecchi colombari che ora sono transennati da tavole in legno.

Abbiamo trovato questo luogo della Memoria un po’ troppo sciatto, abbandonato ed esageratamente enorme.

Vederlo in queste condizioni non so se faccia venire voglia di scegliere come proprio luogo di riposo definitivo questa struttura enorme e desolata.

Il Cimitero Maggiore è aperto dal martedì alla domenica dalle 8.00 alle 18.00 (è chiuso quindi tutti i lunedì non festivi).
È aperto dalle 8.00 alle 13.00 il 1°gennaio, la domenica di Pasqua, il lunedì dell’Angelo, il 1° maggio, il 2 giugno, il 15 agosto, l’8, il 25 e il 26 dicembre. L’ingresso è consentito sino a 30 minuti prima dell’orario di chiusura.
Gli uffici sono aperti dal lunedì al sabato dalle 8.30 alle 12.00 e dalle 13.30 alle 16.00 (esclusi i giorni festivi).

Informazioni: 02.884.65610/1/2

L’ingresso principale è dal Piazzale Cimitero Maggiore, ma si può accedere anche dalla Porta Nord in via Jona e Porta 20 e 32 in via Barzaghi, aperte il giovedì, sabato, domenica e i festivi; Porta 36 – via Jona, aperta il giovedì, sabato, domenica e i festivi
– i servizi igienici pubblici si trovano presso il cimitero ebraico, i reparti 100-101-200, il campo 94, le porte     36-32-20 e a sinistra dell’ingresso centrale
– esistono telefoni pubblici sul piazzale centrale e alla porta nord
– c’è una chiesa per le celebrazioni religiose (tel. 02.30.84.295)
– sono a disposizione del pubblico, all’ingresso, sedie a rotelle
– il cimitero è raggiungibile con le linee di collegamento ATM – autobus 40 e 42 – tram 14
– vi sono ampi parcheggi esterni non custoditi.

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

11 commenti su “Milano | Musocco – Il Cimitero Maggiore: tra arte e incuria, seconda parte”

    • Non voglio difendere questa giunta o la precedente ma finché le tasse dei lombardi finiranno a Roma in maniera ciclopica, nessun sindaco potrà amministrare la propria città in maniera decente, compiendo tutti quegli interventi segnalati da questo bellissimo sito.
      Si è visto infatti che con i soldi straordinari arrivati dall’Expo sono state fatte tante belle cose. Prova a immaginare che gli stessi soldi rimangano a Milano ogni anno (in fondo si tratta di soldi dei milanesi e dei lombardi. Mica stiamo parlando di soldi altrui)

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      • Tranquillo Andy, il referendum per l’autonomia è stato un successone, presto maroni otterà grandi risultati per noi. I nostri soldi a casa nostra!
        Così poi potrà ripianare il disastro che hanno fatto in Aler e iniziare a gestire decentemente il trasporto regionale. Fino ad ora, poveretti, non potevano farlo…

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        • Caro mio, ironizzi su una cosa di cui forse non conosci ogni aspetto. Aler e trasporti regionali compresi. Infatti mi piacerebbe mi spiegassi come fa un amminsitratore – di sinistra, di destra, di centro, di sopra o di sotto – gestire adeguatamente un servizio se non ha i soldi.
          Sarebbe come cheidere a te di ristrutturare casa tua e di fare un impianto elettrico a norma con 450 euro. Ma forse visto che sei di sinistra, non ci arrivi…

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          • Tranquillo che di cose ne so… la nostra regione non è povera come vuoi far sembrare.

            Diciamo che se in Aler non raddoppiavano i dirigenti (amici della lega ex nord) e non compravano terreni fuori Milano di proprietà degli amici (documentati) forse Aler avrebbe diversi problemi in meno.

            Su Trenord basta parlare del dirigenti che hanno scelto… i risultati sono sotto gli occhi di tutti.

            Possiamo parla del disastro BreBeMi con stime di traffico completamente errate e quindi ora sborsiamo soldi per far fare cassa a chi ha costruito l’infrastruttura. Loro rischio zero, tanto paga la regione…

            Certo, se avevano più soldi potevano magnare di più e fare anche cose utili per i lombardi.
            A questo servirà l’autonomia!

          • La verità è che da quando Metropolitana Milanese ha preso in carico le case ALER di Milano(comune) la lega nord è stata costretta a cambaire dirigenza a ALER LOMBARDIA..

            Perchè sennò gli inquilini vedendo il miglioramento di gestione delle case prese da MM si sarebbero INFEROCITI contro la lega Nord e avrebbero fatto casini…

            E da questo la conferma della gestuione vergognosa delle case aler negli ultimi 20 anni imputabile al centrodestra.

            Con case regalate a ndranghetisti etc.

  1. Buongiorno, siete stati troppo buoni a dire che l’edificio dell’arch. Di Stefano nel 20017 era in fase di restauro. Visto le pessime condizioni incui versa, ad oggi (marzo 2020) direi pituttosto che lo stato è di abbandono. Ormai i tubi “innocenti” (gli unici ad esserlo) da ponteggio, gridano vendetta. E’ palese l’errore di progettazione del sistema di smaltimento delle acque meteoriche; queste ultime finiscono derettamente sui gradini, se non additirrura in testa alle persone, con il conseguente deterioramento dei materiali da costruzone e il generarsi di condizioni pericolose per i visitatori (alto rischio di scivolamento).
    Per costruire una moderna e credibile città che guarda con entusiarmo al futuro è necesario mantenere vivo ma soprattutto decoroso il nostro passato e la nostra memoria

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