Quello delle buche è un problema annoso e mal affrontato nel corso di tutta la storia contemporanea di Roma; infatti si sente nell’aria quasi un elemento di rassegnazione, parafrasando il destino segnato della città, dal momento che “Roma è vuota”, “Sotto non c’è niente”, “Il terreno è fragile” e tante altre giustificazioni che abbiamo imparato a sentire nel corso di questi decenni.
Il problema principale, purtroppo, può essere identificato nel cattivo utilizzo dei materiali, nella manutenzione assente e nell’assegnazione dei lavori non sempre effettuata in modo chiaro e trasparente.
Una riprova è quanto avvenuto all’indomani del grande gelo di fine febbraio, dove dopo pioggia, neve e ghiaccio in città la situazione è velocemente precipitata verso un punto di non ritorno, con strade principali e secondarie invase da piccoli e grandi crateri che costringono motociclisti e automobilisti a pericolose manovre o a brusche frenate in prossimità dei crateri presenti sull’asfalto.
In questo breve reportage vengono inserite alcune situazioni paradossali notate in giro per città.
Iniziamo dal pieno centro, con via Nazionale, la strada che dovrebbe essere simbolo di qualità, quasi una vetrina del centro storico data la sua importanza, ma che si ritrova ricoperta di rattoppi e avvallamenti, soprattutto sulle corsie preferenziali utilizzate da decine di linee dirette a Termini e a piazza Venezia. Ricordiamo inoltre l’opposizione perpetrata nel corso degli anni per non far rimuovere il sampietrino lungo l’asse viario anche se, come è evidente, si tratta di un materiale assolutamente non adatto a reggere i volumi di traffico presenti.
Passiamo ora alla zona di piazza Lodi, via Appia Nuova e Porta Maggiore, dove anche i vialoni ad alto scorrimento presentano pericolosi avvallamenti e buche.
Anche in zona Policlinico – Castro Pretorio la situazione non va meglio, con addirittura i classici pollai rossi a delimitare i tratti di strada non percorribili.
Finiamo questa prima parte con via Arduino, nei pressi della stazione Tiburtina, strada in cui numerose linee ATAC sono obbligate a passare dopo la chiusura di via Masaniello e che oggi si presenta così.
Questo è un articolo che andrebbe fatto anche nella sezione Milano! (L’unica differenza è che a Milano abbiamo il pavè che pesa una tonnellata a differenza del sampietrino che “salta” ma non è che se la passi poi molto meglio…)